Cosa Vedere a Modena: Arte, Cibo e Motori
Le motivazioni per visitare Modena sono tre e sono molto semplici: l’arte, il cibo, i motori. Una terra incredibilmente affascinante, quindi, in cui le tradizioni non sono state sostituite ma camminano accanto a una straordinaria caparbietà nel creare cose nuove, belle e tecnologiche apprezzate in tutto il mondo. In questa pagina vi consigliamo cosa fare e vedere assolutamente a Modena durante un week end o una vacanza.
Le motivazioni per visitare Modena sono tre e sono molto semplici: l’arte, il cibo, i motori.
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Arte e Cultura a Modena
Partiamo dall’arte: Piazza Grande, dal 1997 sito UNESCO, è già un motivo sufficiente per visitare la bella città emiliana. Il Duomo, la Torre Ghirlandina e il Palazzo Comunale formano una delle più belle piazze del mondo.
Piazza Grande
Nel 1997 Piazza Grande a Modena è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dall’UNESCO. Si è trattato di un riconoscimento fondamentale per una delle più belle piazze del mondo. Da sempre qui si è svolta la vita di Modena e dei suoi abitanti: il potere religioso, politico e giudiziario hanno da sempre avuto casa in piazza. I tre edifici principali di questa armoniosa piazza sono il Palazzo Comunale, il Duomo e la Torre Ghirlandina.
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Il perché è presto detto: il Duomo, la Ghirlandina, il Palazzo Comunale ma pure la “Preda Ringadora” (Pietra dell’Arringa) e la statua della Bonissima, costituiscono un complesso monumentale di inestimabile valore, non a caso sotto tutela Unesco. Soprattutto, siamo al cospetto di una piazza che da sempre rappresenta il punto d’incontro dei modenesi, si tratti della vita religiosa, della vita politica e del commercio.
All’angolo del palazzo c’è la Bonissima, una delle statue simbolo di Modena. Accanto allo scalone d’ingresso del Palazzo Comunale c’è anche la Prera Ringadora, ovvero la “pietra che arringa”. La funzione più importante, però, è stata quella di “pietra del disonore“.
Quanto alla Bonissima, invece, con ogni probabilità risale al XII o al XIII secolo. Il soggetto raffigurato però è incerto: secondo alcune fonti la statua sarebbe stata eretta in onore di una donna benestante appunto di nome Bona; secondo altre fonti, invece, si tratterebbe della Duchessa Matilde di Canossa.
Soffermiamoci, per esempio, sulla pietra dell’arringa: questo grosso masso, collocato nei pressi del portale d’ingresso del Palazzo Comunale veniva storicamente utilizzato sia come piedistallo per i proclami politici sia per esporre al pubblico ludibrio i debitori insolventi.
Duomo di Modena
Il Duomo (vedi punto 2), rappresenta uno degli esempi di arte romanica più belli d’Europa. La Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Geminiano di Modena è considerata un capolavoro dell’arte romanica (soprattutto la facciata esterna). Un riferimento stilistico per la successiva architettura religiosa il cui merito va equamente ascritto all’architetto lombardo Lanfranco e allo scultore Wiligelmo, le due personalità a cui venne demandata la costruzione dell’edificio.
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Quando nel 1099 l’architetto Lanfranco viene chiamato per progettare il Duomo di Modena, forse non era consapevole che avrebbe cambiato per sempre la storia dell’architettura. Del primo, un’epigrafe sull’abside del Duomo celebra l’ingegno nella progettazione e direzione dei lavori; per il secondo, invece, parlano i numerosi bassorilievi che decorano la facciata, specie quelli del portale centrale e quelli sopra ai due portali laterali che raccontano “Le Storie della Genesi“.
Quest’ultima, una vera e propria operazione pedagogica coll’intento di divulgare la bibbia attraverso il ricorso a immagini scolpite bypassando, in questo modo, l’ostacolo all’epoca notevole rappresentato dall’analfabetismo. Capolavori sono anche le tre lastre di pietra con i Rilievi della Genesi che raccontano le storie di Adamo ed Eva, di Caino ed Abele e dell’arca di Noè. Nella navata centrale da ammirare il pulpito del 1322.
In realtà, come sempre in questi casi, i lavori proseguirono per secoli con inevitabili sovrapposizioni stilistiche: in tal senso, vanno citati anche i Maestri Campionesi, maestri lapicidi provenienti da Campione d’Italia che, a partire dal 1190 e perlomeno fino al 1319 (i lavori erano cominciati nel 1099) realizzarono gran parte degli interni della chiesa, e soprattutto realizzarono la torre Ghirlandina di cui parleremo più diffusamente nel prossimo punto.
La facciata del Duomo di Modena è la prima cosa che vedrete entrando in Piazza Grande, col grande rosone aggiunto nel XIII secolo insieme ai due portali laterali.
Torre Ghirlandina
La torre Ghirlandina è il simbolo di Modena (vedi punto 3). Secondo i modenesi, la Ghirlandina, adiacente al Duomo, è il campanile più bello del mondo. Ovviamente, come sempre in queste circostanze, la disputa è apertissima: certo è, però, che coi suoi 89 metri questa torre campanaria è visibile praticamente da ogni angolo di Modena rappresentando perciostesso un punto di riferimento irrinunciabile per i suoi abitanti.
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Quanto alla sua realizzazione, una parte avvenne contestualmente a quella del Duomo; i piani finali più la guglia, invece, vennero realizzati da quei Maestri Campionesi di cui abbiamo detto in precedenza. Va da sé, il valore storico dell’edificio trascende i soli tempi di costruzione: infatti le campane della Ghirlandina per secoli hanno scandito le giornate dei modenesi: dall’apertura delle porte della cinta muraria, alla chiamata a raccolta della popolazione in caso di avversità e pericolo. Oggi che chiaramente non è più cosi, resta la testimonianza storica, artistica e culturale del monumento soprattutto con riferimento alla civiltà dei comuni.
Emblematica, in tal senso, la Sala della Secchia Rapita. In questa stanza all’interno della Ghirlandina è infatti visibile una copia della famosa secchia rapita (l’originale è conservato nel Palazzo Comunale) nient’altro che un secchio di legno che i modenesi strapparono da un pozzo all’interno della cinta muraria della rivale Bologna durante la battaglia di Zappolino nel 1325.
Abbazia di San Pietro
A 500 metri dal Duomo di Modena si trova l’Abbazia benedettina di San Pietro, una delle testimonianze più belle e importanti del Rinascimento modenese. Dal punto di vista artistico e architettonico l’Abbazia benedettina di San Pietro di Modena è seconda solo alla Cattedrale da cui dista appena poche centinaia di metri. Diversi gli elementi degni di nota: dalla facciata in cotto decorata con ben 6 rosoni, alle 5 navate interne, fino alle innumerevoli opere d’arte presenti; opere che rappresentano quasi una rassegna degli artisti modenesi del ‘400 e del ‘500.
La chiesa è piena di opere d’arte del Quattrocento e del Cinquecento realizzate da artisti locali tra cui segnaliamo le statue in terracotta di Antonio Begarelli, una Pietà e dipinti raffiguranti la Madonna e i Santi. Si prosegue nella Sagrestia che ospita gli affreschi di Girolamo da Vignola.
En passant, senza pretesa di esaustività, segnaliamo l’organo a canne del 1525; l’Altare delle Statue di Antonio Begarelli e gli affreschi presenti in sagrestia realizzati da Girolamo da Vignola. Oggi nella Spezieria si possono ancora ammirare i banconi originali in legno intarsiato e alcuni cocci dei vasi speziali in ceramica bianca. Infine troviamo il Chiostro delle Colonne, che purtroppo non è sempre aperto, il Museo con opere provenienti dall’Abbazia e da donazioni private e la Sala del Tesoro dove sono custodite preziose reliquie di santi.
Il Museo dell’Abbazia, la Sagrestia e l’antica Sala capitolare si possono visitare solo previa prenotazione con una visita guidata. L’esterno è ricco di sculture realizzate con materiali dall’antica Mutina romana.
Palazzo Comunale
Dove c’è ora il Palazzo Comunale di Modena, fino al 1600 c’erano diversi edifici con funzioni civili. Realizzato su progetto di Raffaele Rinaldi, detto il Menia, fu completato solo nel 1825 con l’aggiunta di tre arcate alle cinque già esistenti sul lato destro. Dal punto di vista architettonico, invece, l’edificio è composto da diversi corpi di fabbrica che, grazie a un profondo restyling avvenuto tra XVI e XVII secolo, sono stati ricondotti a unitarietà. L’armonizzazione del complesso edilizio è resa bene dall’elegante porticato che chiude i versanti orientale e settentrionale di Piazza Grande. Da vedere anche la Torre dell’Orologio risalente al XV secolo.
All’esterno la protagonista è certamente la Torre dell’Orologio del XV secolo con l’orologio del 1868 di Ludovico Gavioli. La Sala della Torre Mozza prende il nome da un muro di un’antica torre civica ancora visibile. La Sala del Fuoco è chiamata così perché nel grande camino si preparavano le braci per riscaldare i commercianti che durante l’inverno vendevano in Piazza Grande. La Sala del Consiglio Vecchio è affrescata con soggetti che esaltano il buon governo e dell’amore per la patria mentre la Sala degli Arazzi ha nel pavimento in legno il motto di Modena. Costo del biglietto: gratis da lunedì a sabato.
Come appena visto, mentre nella Ghirlandina c’è una copia della Secchia Rapita, l’originale si trova nel Palazzo Comunale, per la precisione nella Sala dei Confirmanti. Sala dei Confirmanti che, insieme alla Sala della Torre Mozza, alla Sala del Fuoco, alla Sala del Consiglio Vecchio e alla Sala dei Matrimoni rappresenta il percorso museale di quest’edificio da sempre sede del comune di Modena.
Gallerie Estensi
Ma l’arte a Modena si esprime anche in altri modi: per esempio nelle Gallerie Estensi, in realtà tre musei in uno, è una delle più belle raccolte di dipinti del mondo. Nelle stanze e sulle pareti riecheggia ancora l’amore per il bello della famiglia d’Este, e nonostante le svendite e i furti fatti nei secoli, questa galleria resta straordinaria.
Le Gallerie Estensi sono un’eccezionale raccolta d’arte divisa su tre città: Modena, Sassuolo e Ferrara (Palazzo dei Diamanti). Le tre raccolte si trovano tutte nel Palazzo dei Musei nel centro storico. Il polo modenese si trova nel Palazzo dei Musei, non distante dal centro cittadino, ed è articolato in 20 sale (4 saloni e 16 salette) in cui sono esposti quadri per un arco temporale dal XIV al XVIII secolo (Correggio, Dosso Dossi, Guercino, Annibale Carracci eccetera), sculture, maioliche, mobili, arredi, strumenti musicali, raccolte numismatiche per lo più appartenute alla famiglia d’Este, ma non solo.
Non è finita, perché la Galleria Estense di Modena ospita pure una Biblioteca e il Lapidario, area museale che raccoglie i resti dell’antica Mituna romana (Modena).
Queste opere oggi si possono ammirare alla Gemäldegalerie di Dresda. La Biblioteca Estense ha seguito le orme della famiglia d’Este, le fortune e le sfortune. Il terzo museo delle Gallerie Estensi è il Lapidario che raccoglie i “resti” della antica Mituna (Modena) romana: epigrafi dediche a divinità, stele, sarcofagi trovate durante gli scavi nei secoli o recuperati da chiese e palazzi abbattuti.
Un viaggio nella storia, visitando la Galleria Estense. Situata nel centro di Modena questa pinacoteca custodisce un tesoro inestimabile: la collezione d’arte dei Duchi d’Este.
Palazzo Ducale
Al pari della Galleria Estense, il Palazzo Ducale di Modena testimonia la grandezza degli Este. Dopo la Devoluzione di Ferrara al Papa nel 1598, questa nobile famiglia riparò a Modena facendone la capitale del ducato. Serviva però un edificio di rappresentanza: da qui la decisione del duca Cesare d’Este di ristrutturare, ampliandolo, il castello fatto erigere secoli addietro (1291) dall’antenato Obizzo II d’Este.
Il Palazzo Ducale di Modena è una delle più belle regge del mondo e non ha nulla da invidiare a quelle di Versailles, Caserta, Torino o Vienna. Fu però Francesco I d’Este, nel 1634, a dare dignità di reggia al palazzo affidando il progetto all’architetto Bartolomeo Avanzini anche se, nel tempo, furono in molti a lavorare all’ultimazione dell’edificio. Edificio in cui gli Este hanno di fatto abitato fino all’Unità d’Italia.
La Corte Estense ha vissuto qui fino all’ultimo duca Francesco V d’Asburgo-Este (1859). Dallo Scalone d’Onore si accede alle sale interne. Orari d’apertura: il Palazzo Ducale si visita il sabato e la domenica esclusivamente con visita guidata. La prenotazione è obbligatoria entro il mercoledì precedente la visita.
Nel 1860, poi, il Palazzo Ducale di Modena passò ai Savoia e fu il re Vittorio Emanuele II, in occasione di una visita in città, a destinarlo all’Accademia Militare. Tuttavia, il passaggio a luogo di formazione militare non ha diminuito l’appeal dell’edificio unanimemente riconosciuto (specie la facciata esterna) come un capolavoro dell’architettura barocca.
Questo gioiello barocco, voluto da Francesco I d’Este, è oggi sede dell’Accademia Militare.
Motori
Infine, Modena terra di motori: Ferrari, Maserati, Ducati, Lamborghini sono nate qui, nelle officine di gente normale, appassionati di motori prima di diventare ambasciatori dello stile italiano nel mondo.
Lamborghini, Ferrari, Maserati, Ducati, Dallara: bastano pochi nomi per capire come Modena sia da sempre terra di motori, e che motori! Come ricordato in apertura l’Emilia Romagna è terra di motori. Ducati, Lamborghini e Ferrari sono un vanto per la regione e l’Italia intera.
Museo Enzo Ferrari
A Modena c’è il museo dedicato a Enzo Ferrari, storico fondatore e patron del Cavallino Rampante. Accanto al padiglione è stata ristrutturata la casa dove nacque Enzo Ferrari con l’officina del padre di Enzo che ospita il Museo dei Motori Ferrari. Uno spazio museale per raccontare l’evoluzione storica, tecnologica e del design di un marchio automobilistico il cui racconto non è scindibile da quello del suo patron.
Per completare l’esperienza basta raggiungere Maranello dove invece c’è il Museo Ferrari vero e proprio con un’esposizione permanente dedicata alla Formula 1 e ai Campionati del Mondo, più diverse sale tematiche. Un comodo servizio navetta collega regolarmente le due strutture.
Partendo dalla Stazione di Modena, o dal vicino parcheggio di Via Manfredo Fanti, la prima tappa del nostro itinerario si trova a soli 8 minuti a piedi: si tratta del Museo Casa Enzo Ferrari, dedicato alla vita e alle opere del fondatore della nota casa automobilistica. All'interno del Museo Ferrari vi aspettano un'esposizione celebrativa per i 10 anni dall'inaugurazione della struttura e una mostra che omaggia lo spirito innovativo del cavallino rampante.
Un viaggio nel cuore del mito: entrare nel Museo Enzo Ferrari a Maranello è come diventare parte di un motore roboante. L’edificio avveniristico, ispirato al cofano di una Ferrari, accoglie i visitatori con un’atmosfera difficile da dimenticare.
Biglietto | Prezzo |
---|---|
Intero Adulti | 17,00 € |
Gusto e Tradizione: L'Enogastronomia Modenese
Modena è terra di cibo, dicevamo. Il cibo di Modena è provincia rappresenta una delle motivazioni principali per cui si decide di visitare la città emiliana.
Aceto Balsamico
Modena è terra di grandi sapori e, tra questi, quello dell’aceto balsamico è il più caratteristico del territorio. Quella di Modena è la provincia italiana col maggior numero di prodotti DOP e IGP. Basta questo dato da solo a giustificare una vacanza in città: dall’aceto balsamico (da vedere l’Acetaia comunale nel Palazzo Comunale), ai tortellini, fino al prosciutto, senza dimenticare cotechino, zampone e lambrusco, la varietà è tale da soddisfare i palati più esigenti.
Da quel momento inizia la sua scalata internazionale fino al riconoscimento della IGP e poi DOP. Il viaggio alla scoperta di questo straordinario condimento può iniziare dall’Acetaia Comunale che si trova nel sottotetto del Palazzo Comunale. Attraverso una visita guidata si può scoprire la storia dell’aceto balsamico di Modena e osservare le botti e gli altri strumenti per la produzione.
Tra Modena e provincia, poi, si possono visitare le acetaie dei produttori storici: Giusti, Pedroni, La Bonissima, Leonardi, Fini, Elsa, Monari Federzoni, Due Vittorie e molti altri. Costo biglietto: singolo 2 €.
Il modo migliore per osservare (e assaporare) da vicino il celebre Aceto Balsamico di Modena è visitare l’Acetaia Comunale. Questa si trova in pieno centro, caratterizzata dalla presenza di antiche botti in legno e dalla possibilità di essere guidati in questo viaggio dai maestri assaggiatori.
Storica acetaia dal 1605, con una “Boutique di Piazza Grande” a pochi passi dal Duomo, è una realtà storica del balsamico in città (e nel mondo).
Mercato Albinelli
Non capita spesso di inserire un mercato tra le cose da vedere in una città. Fanno eccezione alcune città europee, come il Mercato Centrale di Valencia e la Boqueria di Barcellona, mentre in Italia che pure ha una grande tradizione in questo senso, non sono molti da consigliare in una guida turistica. Realizzato all’inizio degli anni ’30 del secolo scorso, questo mercato in stile liberty è presto assurto a simbolo della modenesità.
Avviamo a conclusione il nostro racconto di Modena col luogo che forse più di ogni altro ne riassume il genius loci: il Mercato Storico Albinelli. Questo sia perché è possibile trovare tutti i prodotti della gastronomia locale, sia perché rappresenta un punto d’incontro irrinunciabile per i modenesi che non a caso lo chiamano “la piazza”. Inevitabile con queste premesse essersi trasformato con gli anni anche in attrazione turistica con la possibilità per i visitatori di acquistare, oltre al cibo, i classici souvenir a suggello della vacanza trascorsa. Da non perdere una foto alla bellissima fontana della “fanciullina con canestro di frutta”.
Se preferite un pasto più veloce, ma altrettanto gustoso e tipico, la prossima tappa fa al caso vostro: il Mercato Storico Albinelli in Piazza XX settembre a Modena; è stato inaugurato nel 1931 e ancora oggi è considerato il cuore pulsante della città. Potrete passeggiare tra le bancarelle e i negozi del Mercato Albinelli, fare spesa di prodotti tipici o sedervi comodamente in uno dei ristoranti per un pranzo più tranquillo.
Piatti Tipici
Partiamo dai primi piatti: tortellini, tortelloni, lasagne e passatelli regnano sulla tavola tutti i giorni e non solo in quelli di festa. I condimenti con cui si accompagna solo classici di queste terre: dal “semplice” brodo per passatelli e tortellini al ragù per le lasagne. Per i secondi si fa spazio allo zampone e al cotechino accompagnati con i fagioli. Discorso a parte merita l’Aceto Balsamico IGP e DOP, storico condimento che da queste parti sanno usare con maestria su tutto, dall’antipasto alla frutta!
Un paradiso per i buongustai, Modena vede una cucina ricca di storia e cultura. Protagonista indiscusso è il tortellino, un piccolo gioiello di pasta fresca ripieno di carne, da assaporare in brodo di cappone. Un autentico capolavoro. Buonissimi anche i tortelloni di ricotta e spinaci, ottimi conditi con burro, salvia e Parmigiano. Per non parlare delle tagliatelle fatte in casa, specialmente condite con il ragù, sono un altro classico della tradizione.
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