Il Viaggiatore di Mondi: Alla Scoperta del Significato Profondo del Viaggio
Si viaggia con la mente, con il corpo, con l’anima. Si viaggia ogni volta che si va a visitare una città, un posto che non si conosce. La vita offre infinite possibilità di viaggiare: ogni volta che si apre un nuovo percorso, una nuova sfida, una nuova esperienza lavorativa, ogni volta che si incrocia un nuovo compagno di strada con cui fare una parte di cammino.
Esplorare Nuovi Orizzonti Attraverso i Sensi
La dimensione morfologica, architettonica, culturale, gastronomica del luogo esplorato mette in contatto con orizzonti sconosciuti. La cucina sposta il viaggio nel mondo del sapore, nella dimensione del gusto. La combinazione dei cibi, delle spezie, degli aromi introduce in un nuovo universo dove la cultura gastronomica si presenta ai palati. La cucina appare lo specchio della cultura di un paese: elaborata, raffinata, minimalista, ricercata, spartana, rustica, essa con le sue peculiarità sembra stigmatizzare le fattezze di ciascun posto.
Il Viaggio nell'Arte: Letteratura e Cinema
La letteratura, attraverso i romanzi, le poesie permette di esplorare l’umanità degli autori. Attraverso la lettura si percorre l’itinerario scelto dagli scrittori: i personaggi da incontrare, quelli da amare e da odiare, i pericoli da evitare, gli ostacoli da superare. Qualcosa di simile avviene col cinema che conduce nel percorso tracciato dal regista. Questa volta sono le immagini, le colonne sonore, i ritmi dell’azione a segnare il passaggio nella fantasia dell’artista. Un mondo dinamico e fluido dove la storia non si sviluppa nella testa dello spettatore attraverso l’immaginazione ma si esplicita in maniera concreta nei fotogrammi impressi sulla pellicola.
Le Città Invisibili di Italo Calvino: Un Viaggio tra Visione e Sogno
Con queste parole di Marco Polo inizia la terza parte de Le città invisibili di Italo Calvino. È delle città come dei sogni: tutto l’inimmaginabile può essere sognato ma anche il sogno più inatteso è un rebus che nasconde un desiderio, oppure il suo rovescio, una paura. Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure, anche se il filo del loro discorso è segreto, le loro regole assurde, le prospettive ingannevoli, e ogni cosa ne nasconde un’altra. Questa affermazione non sembra destabilizzare più di tanto Kublai Khan, interlocutore dell’esploratore veneziano e imperatore dei Tartari, che risponde con un netto e sicuro «io non ho desideri né paure […] e i miei sogni sono composti dalla mente o dal caso».
La Struttura Combinatoria de Le Città Invisibili
Le città invisibili è una delle opere in cui il gioco combinatorio dell’autore si manifesta in maniera più marcata. La struttura dell’opera ne è infatti un esempio evidente: se da una parte si snoda il racconto di Marco Polo a Kublai Khan sui numerosi viaggi nelle città dell’Impero, dall’altra si riscontra una struttura particolare, nella quale ogni capitolo (in tutto nove nell’opera) è aperto e chiuso da un dialogo tra i due che funge da cornice. All’interno di ogni capitolo, però, è presente un gioco combinatorio complesso di cui Calvino stesso ci parla: «ho deciso di fissarmi su 11 serie di 5 pezzi ciascuna, raggruppati in capitoli formati da pezzi di serie diverse che avessero un certo clima in comune». In altri termini, lo schema ideato dall’autore poggia su undici serie di città: Le città e la memoria, Le città e il desiderio, Le città e i segni, Le città sottili, Le città e gli scambi, Le città e gli occhi, Le città e il nome, Le città e i morti, Le città e il cielo, Le città continue, Le città nascoste. Ogni serie è suddivisa in cinque pezzi, che coincidono con i racconti/descrizioni di cinque città diverse. I pezzi di ogni serie sono stati poi mescolati e ricomposti in ordine sparso a formare i nove capitoli del libro. Il risultato di questa operazione è una struttura organizzata come un poliedro, in cui la conclusione è presente, allo stesso tempo, in tutti capitoli e in nessuno.
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Visione e Sogno: Quale Confine?
Quale labile confine si cela tra visione e sogno? Marco Polo è un viaggiatore visionario o un sognatore? E noi, suoi lettori e compagni di viaggio, cosa siamo? Visione e sogno assumono due significati differenti. Il secondo termine indica un desiderio recondito e profondo che il lettore è conscio di avere, mentre il primo rappresenta una realtà generata dalla mente a partire dal dato reale: è osservando un determinato luogo che si viene colpiti da un altro mondo di oggetti creati dall’immaginazione e staccati dalla realtà, in un processo dettato dalla fantasia. In particolare, ne Le città invisibili, è proprio questo il motore principale che intesse l'opera: è la fantasia a muovere l’esplorazione di Marco Polo nelle città più svariate: città continue, come la città di Cecilia; città nascoste, come la città di Berenice; città sottili, come la città di Ottavia; in tutti questi luoghi i sogni, espressione dei più reconditi desideri del lettore/viaggiatore, danno forma alle parole. In altri termini, questo meccanismo fa attivare la fantasia creativa e costruttiva che genera la città nella mente di chi legge, dando forma, colori e volti ad una foresta di sogni, desideri, ansie e inquietudini.
La Denaturazione del Sogno
Ne Le città invisibili i sogni di ogni lettore si realizzano, ma non sempre questo porta a conseguenze positive: i sogni generano una realtà che segue una via propria, un proprio cammino, esattamente come il cammino del lettore, ed è proprio qui che egli si perde: nel seguire ognuno il nostro viaggio finiamo col farci condurre da esso. Non a caso Marco Polo porta l’esempio di Isidora, la città dei sogni per l’uomo che cavalca a lungo e ha desiderio di giungere in una città che raggiungerà solo quando la sua vita volgerà al termine, ovvero nella vecchiaia: «Isidora è dunque la città dei suoi sogni: con una differenza. La città sognata conteneva un lui giovane; a Isidora arriva in tarda età. Nella piazza c’è il muretto dei vecchi che guardano passare la gioventù; lui è seduto in fila con loro. I desideri sono già ricordi». Qui si risolve un altro nodo importante: i sogni sono di chi progetta, di chi vede un futuro, di chi ha desideri. La loro realizzazione è la denaturazione del sogno secondo un processo irreversibile: il sogno diventa realtà, ma non come nelle fiabe dove tutto è esattamente come lo si era "sognato"; il sogno diventa altro da sé, mostrando quanto desiderato e quanto non lo è.
Il Viaggio del Sognatore
Ciononostante, ne Le città invisibili sarà il lettore a trovare le proprie conclusioni, proprio come è stato lui a trovare e a cominciare il suo cammino. Il sogno non ha fatto altro che generare e dare voce a quanto di più nascosto e intimo sia nella mente del lettore, offrendogli, poi, ciò che gli si prospetta davanti. Non a caso la città dei sogni è la città di coloro che hanno raggiunto i propri obiettivi e che non hanno più nulla da attendere né da cercare: hanno esaurito la loro giovinezza, caratterizzata anche e soprattutto da questa ricerca instancabile di raggiungere il proprio obiettivo, per l'appunto il proprio sogno. I sogni, sia nei loro risvolti positivi che negativi, fanno riflettere il sognatore, generando in questo un processo di verifica di quanto realizzato. Egli si chiede: è davvero ciò che volevo? Sono davvero così felice come immaginavo? Oppure ho nuovi dubbi, nuove inquietudini, nuove domande da cercare? Il sognatore è un cercatore, è colui che non si ferma, ma che è in continuo movimento, sempre in viaggio verso nuove mete, verso nuove città, verso nuovi orizzonti, spinto da nuovi dubbi e domande.
E così Marco Polo ribatte all’affermazione espressa da Kublai Khan riportata all’inizio dell’articlo:
Anche le città credono d’essere opera della mente o del caso, ma né l’una né l’altro bastano a tener su le loro mura. D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda. O la domanda che ti pone obbligandoti a rispondere.
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Il Viaggio Come Metafora Filosofica
Sono le metafore che rimandano a riflessioni esistenziali e si interrogano sul senso della scrittura o della vita propria ed altrui. Nella storia della filosofia la metafora e il valore delle immagini è stato riscoperto alla fine dell’Ottocento da Nietzsche. Il filosofo afferma che il linguaggio è una convenzione la cui essenza non è quella di rappresentare la natura delle cose. Esso è un sistema di metafore, liberamente prodotto e pertanto non va inteso come l’unico modo corretto e valido di descrivere il mondo. Le metafore possono essere molto utili quando si tratta di trasferire un concetto, mettere in evidenza un punto, offrire una possibilità, stimolare un dubbio.
Viaggiare? Per viaggiare basta esistere.
Possiamo definire Bernardo Soares un “sognatore seriale”. La sua vita è intrisa di letteratura e filosofia e vive il suo presente “abitato” dallo studio e dalla lettura.
Attraverso i libri Bernardo Soares viaggia tutti i giorni della sua vita, non smette mai di avventurarsi in ogni parte del mondo. Il suo viaggiare è la sua stessa vita.
Ma, seguendo il pensiero di Fernando Pessoa per viaggiare veramente prima bisogna saper essere in grado di sognare.
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Aforismi sul Viaggio
Il significato del viaggio risiede nella scoperta di altri luoghi, nell'interruzione della quotidianità e nella ricerca di sé stessi. Ecco alcuni aforismi che catturano l'essenza del viaggio:
- "Il viaggio è la scoperta che la felicità non esiste dove sei nato, ma dove sogni di andare." - Orhan Pamuk
- "Un viaggio è una nuova vita: con un solo sguardo si possono scoprire miriadi di mondi." - Gustave Flaubert
- "Il viaggio è fatale al pregiudizio e alla ristrettezza mentale." - Mark Twain
- "La vita è un viaggio e chi viaggia vive due volte." - Umar Khayyām
- "I viaggi non servono solo per andare lontano, ma soprattutto per scoprire sé stessi." - Aldous Huxley
Il Viaggio di Ulisse
Esiste un’opera che riassume i significati concreti e simbolici legati al tema del viaggio: è l’Odissea. Il momento in cui i compagni vengono trasformati in porci è l’immagine dell’abbruttimento dell’uomo, del prevalere dell’istinto sulla ragione. L’incontro con le sirene è la descrizione di una situazione in cui Ulisse tentato e attratto dalla sensualità di questi esseri misteriosi metterà ancora una volta a frutto la sua intelligenza per trovare il modo per resistere. La scoperta del proprio posto nell’ordine naturale delle cose può manifestarsi anche grazie a una metafora, attraverso le parole che rinviano ad altro rispetto al loro diretto significato.
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