Lo Straniero di Albert Camus: Analisi e Commento
Lo Straniero di Albert Camus, pubblicato nel 1942, è diventato un classico della letteratura del Novecento e rappresenta un capolavoro della letteratura esistenzialista. Albert Camus, insieme a Jean-Paul Sartre, è uno dei maggiori esponenti dell'esistenzialismo francese: all'interno del romanzo Lo Straniero troviamo la tematica dominante dell'assurdità dell'esistenza dell'uomo.
L’opera è narrata in prima persona da Meursault, un impiegato francese residente ad Algeri durante il periodo coloniale. La sua prosa asciutta e lineare segue i pensieri e le vicende di Meursault, un uomo francese che fa l'impiegato ad Algeri, il quale trascorre le sue giornate passivamente, talmente abituato all'assurdità della vita da trovare indifferente ogni cosa.
L'Assurdità dell'Esistenza
La stessa vita di Camus non è esente da elementi di assurdità. A 17 anni gli viene diagnosticata la tubercolosi, nonostante sia un uomo forte e nel pieno della giovinezza. Fedor Dostojewski sosteneva che “Se non ci fosse Dio, tutto sarebbe permesso”. Per Albert Camus, Dio non esiste e l’uomo che si trova da solo di fronte all’universo vive senza alcuna legge morale, secondo i limiti che egli stesso si impone.
Ne Lo Straniero (1942), il protagonista Meursault è un piccolo uomo comune, estraneo al mondo e alle sue leggi, è l’uomo che vive la vita come una serie di piccole esperienze equivalenti, senza riconoscere alcun senso di ordine trascendentale e divino. L’indifferenza con cui il protagonista della storia di Camus compie le sue azioni discende dalla consapevolezza della sua estraneità al mondo e alla natura, che si traduce, nella vita di tutti i giorni, in gesti meccanici, privi di senso, e, anche se estremi come un assassinio, equivalenti.
Lo straniero non è l'uomo arabo che Meursault uccide a sangue freddo, senza che ce ne sia un reale motivo, ma è proprio lui, estraneo rispetto a se stesso e a tutto quello che lo circonda: le convenzioni, i legami, gli affetti, perfino la morte. Meursault è “straniero” anche rispetto ai sentimenti che ci si aspetterebbe da lui, come il dolore per la morte della madre o il senso di colpa per aver ucciso un uomo. Nulla sembra toccarlo, caratteristica che inizialmente turba solo in maniera parziale i personaggi che gli ruotano attorno.
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L'assoluta lucidità del protagonista è quella di chi non si stupisce più dell'assurdo, che non ha bisogno di rassegnarsi agli imprevisti, perché è come se fosse già rassegnato in partenza.
Meursault: Un Protagonista Alienato
Meursault: da notare il fatto che non si conosce il nome del protagonista, ma viene citato solo il cognome per sottolineare ancora una volta questo distacco dalla realtà. Lo straniero viene narrato in prima persona come se fosse un diario nel quale però, descrive solo fatti ed eventi, non vi è traccia dei suoi sentimenti.
Nella prima parte, il lettore è testimone del carattere indifferente di Meursault, che emerge già dalla reazione alla morte della madre: un evento che lo lascia freddo e distante, rifiutando persino il rituale del lutto. Nella prima parte del breve romanzo, Camus riesce a rendere perfettamente questa condizione esistenziale del protagonista con uno stile fatto di frasi concise, che restituiscono l’immediatezza degli atti compiuti.
All'indomani del funerale, Meursault incontra Marie, un'ex collega di lavoro. Nel corso della storia, Meursault, sempre più apatico, si lascia coinvolgere nei loschi piani di Raymond Syntès, un magazziniere di dubbia moralità, immischiato in una torbida vicenda con una donna araba. Dopo qualche giorno, Raymond e Meursault mentre si trovano sulla spiaggia, incontrano i fratelli della donna,pronti a vendicare la sorella:senza motivo apparente, Meursault uccide uno dei due fratelli con cinque colpi di pistola.
L'unica caratteristica “umana” di Meursault è la sua ricerca di un benessere personale, di una tranquillità, che egli ricerca per esempio nei suoi tentativi di difendersi dal caldo, di dormire comodo in ogni situazione, come se ogni sua scelta fosse determinata semplicemente da esigenze fisiologiche e dall'attaccamento ad alcune semplici abitudini.
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L’opera si svolge in Algeria, un contesto coloniale che influisce profondamente sulla lettura antropologica del testo. L’arabo non ha nome, storia né voce nel processo. La sua morte non è analizzata come un evento che coinvolge un individuo, ma come un’occasione per giudicare l’assimilazione culturale di Meursault alla norma francese.
Il Processo e la Condanna
La seconda parte si concentra sul processo giudiziario, dove Meursault non è giudicato solo per il crimine, ma soprattutto per la sua estraneità alle norme sociali e morali. Il lettore comprende appieno ciò che è realmente avvenuto solo nella seconda parte del romanzo, dove si racconta del processo che Meursault affronta e dove Camus, nel ripercorrere tutti gli episodi già narrati, cambia non solo il giudizio su quei fatti, vissuti innocentemente dal protagonista, ma anche la scrittura, che assume uno stile più descrittivo e complesso.
La disarmante sincerità di Meursault diventa però sconcertante per molte persone, dopo che l'omicidio è stato compiuto. Gli avvocati che lo interrogano cercano di trovare un briciolo di umanità in lui, si aspettano colpa, rimorso, anche solo paura; più rimangono delusi, però, più si trovano a disagio di fronte a quest'uomo così insensibile.
Il processo a Meursault non si limita a valutare i fatti dell’omicidio: diventa una macchina inquisitoria che si scaglia contro l’indifferenza e il rifiuto delle convenzioni sociali. La requisitoria del pubblico ministero è emblematica. Meursault non viene condannato per aver sparato cinque colpi di pistola, ma per aver vissuto la morte della madre senza lacrime, per aver intrapreso una relazione amorosa il giorno seguente al funerale, e per aver rinunciato al conforto religioso.
In una prospettiva sociologica più ampia, Meursault rappresenta l’alienazione dell’individuo nella società moderna. La sua incapacità (o rifiuto) di connettersi con gli altri riflette una crisi del senso di appartenenza, che appare acuita in un contesto urbano e coloniale.
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Dopo la sentenza, in cella si rifiuta di vedere per ben tre volte il cappellano identificato come simbolo d’una vita ultraterrena in cui non crede. Al dileguarsi del vicario di Dio, Meursault avverte per la prima volta nell’accettazione del suo destino assurdo una sorta di sensazione di pace.
Temi Chiave e Riflessioni
Albert Camus, con Lo Straniero, ci offre un’opera che rappresenta un nodo centrale nella riflessione esistenzialista e nella filosofia dell’assurdo. Questo processo esemplifica l’assurdo, tema centrale nell’opera di Camus: una condizione in cui l’uomo si trova di fronte a un universo indifferente e privo di significato, ma è costretto a cercare risposte che non esistono.
Il romanzo solleva interrogativi fondamentali per il diritto: può una giuria giudicare un uomo non solo per le sue azioni, ma anche per la sua visione del mondo? La condanna di Meursault non è solo una punizione, ma un tentativo della società di riaffermare il proprio ordine.
Dal punto di vista sociologico, Meursault incarna il “deviato” che, pur non violando direttamente le norme sociali fino all’omicidio, si pone al di fuori delle aspettative collettive. Il suo rifiuto di partecipare ai rituali sociali - come il lutto per la madre o il pentimento religioso - lo trasforma in un elemento estraneo al corpo sociale. In questo senso, il processo a Meursault non riguarda semplicemente la sua responsabilità penale, ma rappresenta un atto di disciplinamento sociale: un rito collettivo che serve a riaffermare l’ordine morale e simbolico.
Dal punto di vista antropologico, il processo a Meursault può essere interpretato come un rituale giudiziario. La condanna di Meursault non è tanto una risposta al crimine quanto una punizione per la sua estraneità ai codici morali e religiosi. Questo evidenzia il ruolo della giustizia come strumento per gestire l’alterità e preservare il tessuto culturale.
In chiave contemporanea, Lo Straniero continua a risuonare. Le questioni sollevate da Camus - il giudizio sulla devianza morale, la gestione dell’alterità, il peso delle norme culturali - sono centrali anche oggi. La società moderna, con i suoi nuovi strumenti di controllo (come i media e i social network), tende ancora a stigmatizzare chi non si conforma alle aspettative condivise. La figura dell’arabo anonimo, inoltre, richiama le dinamiche di esclusione e disumanizzazione che emergono nei conflitti culturali e migratori del nostro tempo.
Lo straniero non è solo un capolavoro letterario, ma anche un testo imprescindibile per comprendere il rapporto tra diritto, morale e filosofia. La figura di Meursault invita a riflettere sull’individuo davanti alla legge, sul peso delle norme sociali e sull’assurdità dell’esistenza umana.
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