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Luigi Ghirri: Viaggio in Italia - Un'Analisi Profonda di un'Opera Rivoluzionaria

La mostra "Viaggio in Italia" celebra il 40° anniversario del progetto di Luigi Ghirri con una riedizione del catalogo originale. Curata da Matteo Balduzzi, sarà ospitata presso l'Hôtel de Galliffet, sede dell'Istituto Italiano di Cultura a Parigi, e aperta al pubblico dall'8 novembre 2024 all'8 gennaio 2025. L'apertura avrà luogo giovedì 7 novembre 2024 presso l'Istituto Italiano di Cultura a Parigi.

L'esposizione è organizzata in occasione di Paris Photo, uno dei principali eventi internazionali dedicati alla fotografia contemporanea. La mostra rende omaggio al 40° anniversario del progetto "Viaggio in Italia", ideato dal fotografo Luigi Ghirri (Scandiano, 1943 - Reggio Emilia, 1992) nel 1984 e considerato una pietra miliare nella fotografia italiana contemporanea.

L'iniziativa presenterà le 86 immagini del catalogo originale, che è stato ristampato in copia anastatica per celebrare l'anniversario. Tra le iniziative legate al 40° anniversario del progetto fotografico c'è stata una ristampa anastatica del catalogo originale "Viaggio in Italia" (Il Quadrante, Alessandria 1984), a cura di Luigi Ghirri, Gianni Leone ed Enzo Velati. Il volume, disegnato da Paola Borgonzoni, moglie di Ghirri, include un saggio di Arturo Carlo Quintavalle e un saggio di Gianni Celati, ed è considerato uno dei più importanti libri d'artista nella storia della fotografia contemporanea. La ristampa, pubblicata da Quodlibet, è stata curata dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea e dal Museo di Fotografia Contemporanea, con la collaborazione dell'Archivio Eredi di Luigi Ghirri.

Tra i partecipanti all'inaugurazione ci saranno Antonio Calbi, Direttore dell'IIC Paris; Fabio De Chirico, Direttore del Servizio II - Arte contemporanea e Fotografia della DGCC; Davide Rondoni, Presidente della Fondazione Museo di Fotografia Contemporanea; e Matteo Balduzzi, curatore della mostra. Saranno inoltre presenti Francesca Caruso, Assessore alla Cultura Regione Lombardia; Giacomo Giovanni Ghilardi, Sindaco di Cinisello Balsamo-Milano; e alcuni dei fotografi che hanno partecipato al progetto originale, come Olivo Barbieri, Gianantonio Battistella, Mario Cresci e Claude Nori. Saranno presenti anche Adele Ghirri, Giovanna Calvenzi, Angela e Barbara Jodice.

Al termine dell'inaugurazione, verrà proiettato il documentario "Viaggio in Italia. I fotografi vent'anni dopo", diretto da Maurizio Magri. Il film, prodotto nel 2004 da Mufoco e Emmestudio per il 20° anniversario del progetto, coinvolge molti dei protagonisti originali. Come afferma Gabriele Basilico nel documentario, essi condividevano l'urgenza di esplorare "una normalità delle cose, antieroica, antimitica, quotidiana e non retorica".

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"In un'epoca in cui l'immagine è diventata un linguaggio universale, Viaggio in Italia ci ricorda l'importanza della fotografia come strumento di narrazione e analisi della realtà, ma che si palesa anche come espressione dell’animo di chi, quel paesaggio, fotografa interpretandolo", afferma Angelo Piero Cappello, Direttore Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. "La capacità di questi autori di cogliere l'essenza di un Paese in piena trasformazione ha reso il Viaggio in Italia di Luigi Ghirri e degli altri artisti una testimonianza imprescindibile del nostro patrimonio visivo, capace di dialogare con il presente e di offrire nuove chiavi interpretative per il futuro".

"All’interno dello straordinario patrimonio del Museo Nazionale di Fotografia Contemporanea, oltre 2 milioni di immagini, Viaggio in Italia è senz’altro un’eccellenza: il tempo, la critica e l'ammirazione hanno onorato tale lavoro, rendendolo uno spartiacque, riconoscendone la novità e la profondità intellettuale e artistica", sottolinea il presidente del Museo di Fotografia Contemporanea Davide Rondoni. "Cosa lo ha reso tale? La adesione a una appartenenza spirituale, la accettazione di quel demone o angelo che lega l'artista a un luogo, sempre da riscoprire, l'Italia. Un'appartenenza espressa sempre in modo problematico e mai ipocrita o cieco, ma sempre acceso di cuore visionario. Perché l'Italia forse è uno Stato, forse è una nazione e un incrocio di etnie, ma certamente è quel che gli artisti vedono".

Per il direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, Antonio Calbi, “Fu una scommessa e si trasformò in una rivelazione: il Viaggio in Italia di Ghirri e suoi fotografi complici, fece della fotografia l’arte della scoperta, del disvelamento, dell’interpretazione di quel patrimonio unico al mondo che era ed è il paesaggio italiano, naturale e urbano, storico e paesaggistico. Riproporre a Parigi, che anche nella fotografia eccelle grazie alle sue istituzioni museali e a Paris Photo, è una scelta sentita e necessaria. La poesia dei loro sguardi, il disincanto verso le trasformazioni, la magia delle scoperte, l’inatteso che diventa nuova realtà troverà al Galliffet il suo rinnovato candore e la sua dirompenza. Grazie dunque a Mufoco e grazie ai colleghi della DGCC, con cui ci unisce il dovere della memoria di progetti tanto riusciti e tuttora vibranti”.

“Viaggio in Italia è nato quarant’anni fa dal desiderio comune di un gruppo di amici di ridare dignità a luoghi e persone che nessuno si sarebbe neppure sognato di guardare”, ricorda Adele Ghirri, “e in questa idea apparentemente semplice vi è nascosto un enorme insegnamento, con importantissime implicazioni etiche; questa frase la scrisse mia madre Paola che progettò la veste grafica di questo libro, rimasta inalterata in questa nuova edizione. Ringrazio lei, tutti gli autori e i curatori di questo volume, per aver aperto alle generazioni future una finestra attraverso cui guardare le cose e il mondo in cui viviamo, e gli altri suoi abitanti, con cura e affetto, mettendosi in ascolto. Un invito ad adottare un punto di vista sull’esterno gentile e salvifico”.

La Storia di Viaggio in Italia 1984

Con l’obiettivo di rinnovare i linguaggi della fotografia italiana e proporre uno sguardo nuovo sul paesaggio, nel 1984 Luigi Ghirri selezionò e raccolse intorno a sé una schiera eterogenea di 20 fotografi che da vari anni portavano avanti ricerche visive sul paesaggio, sull’architettura, sui segni della presenza umana nel territorio fuori dagli schemi convenzionali di allora. Oltre all’ideatore Luigi Ghirri, in costante dialogo con Arturo Carlo Quintavalle e Gianni Celati, parteciparono Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Gianantonio Battistella, Vincenzo Castella, Andrea Cavazzuti, Giovanni Chiaramonte, Mario Cresci, Vittore Fossati, Carlo Garzia, Guido Guidi, Shelley Hill, Mimmo Jodice, Gianni Leone, Claude Nori, Umberto Sartorello, Mario Tinelli, Ernesto Tuliozi, Fulvio Ventura, Cuchi White.

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La mostra collettiva, composta da oltre 300 immagini, aprì al pubblico il 15 gennaio 1984 alla Pinacoteca Provinciale di Bari e fu successivamente riproposta a Genova, Ancona, Roma, Napoli e Reggio Emilia, grazie all’attività organizzativa dell’Associazione Spazio Immagine e dell’Arci di Bari. “Viaggio in Italia”, ideato da Luigi Ghirri e pubblicato nel 1984, è una pietra miliare della fotografia italiana contemporanea, rappresentando il “manifesto” della Scuola Italiana di Paesaggio dagli anni ’80 in poi. Il progetto racconta la storia di una generazione di fotografi che si sono allontanati dai viaggi esotici, dai reportage sensazionalistici e dall’analisi formalista per concentrarsi sul paesaggio italiano quotidiano.

Questo cambiamento ha sostituito il cliché dell’Italia come luogo unico e meraviglioso con un’immagine “antieroica, antimitica, quotidiana e non retorica”, come ha notato Gabriele Basilico. La nuova edizione è la riproduzione in facsimile della prima, pubblicata da Il Quadrante di Alessandria nel 1984. Si sono conservati fedelmente tutti i dettagli del libro originale, adottando il design, l’impaginazione del testo e la sequenza delle immagini originali, le proprietà materiali e le dimensioni delle pagine.

Esplorazioni Sulla Via Emilia

“Lo sguardo giusto per leggere Ghirri è quello dei bambini: quello che si posa sulle cose del mondo senza pregiudizio, con la meraviglia della scoperta”. La riflessione si era già fatta intensa all’inizio della serata quando Maurizio Beucci ha citato il celebre commento di Renzetti, che definì Viaggio in Italia come il seme di una tendenza fotografica del momento. Un’osservazione che destabilizzò Ghirri, che odiava le mode e rifiutava le etichette.

“Le persone di spalle? Beucci ci ha mostrato due immagini: una alle Canarie con due palme, l’altra all’Alpe di Siusi, apparentemente opposte. Ma in entrambe ci sono due figure di spalle. Riproponendo un vecchio spot Beucci ci ha introdotto a come aumentando le possibilità di spostamento le persone hanno iniziato poter soddisfare la voglia di viaggiare e di come anche questo abbia impattato visione sulla fotografia di paesaggio legandosi al turismo e con le pubblicità. Per arrivare ad oggi in cui la fotografia di paesaggio sia spesso una rincorsa al “posto giusto” per il “click perfetto”. Le code per fotografare uno scorcio ormai iconico - spesso svuotato del suo contesto sociale - sono una forma moderna di pellegrinaggio estetico.

Luigi Ghirri ha aperto la strada a una nuova consapevolezza del paesaggio italiano. Non un luogo da cartolina, ma un insieme di segni da decifrare, memorie da evocare, identità da ricostruire. Beucci ha ricordato come Ghirri non fosse mai isolato: ha sempre collaborato con altri autori, costruendo una comunità di sguardi (Cresci, Chiaramonte, Basilico…).

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📸 A fine serata, abbiamo condiviso pensieri, domande, suggestioni. Ma soprattutto, ci siamo portati a casa un invito: tornare a guardare il nostro paese - e il mondo - con la meraviglia e la curiosità di un bambino.

Elisabetta Parente Il XX secolo fotografi e/o artisti. Luigi Ghirri (Scandiano, 1943 - Reggio Emilia, 1992) in mostra al MASI Lugano dall’8 settembre 2024 al 26 gennaio 2025 Il potere selettivo dell’inquadratura può farci riscoprire tutto quello che non siamo più in grado di vedere, perché è davanti ai nostri occhi stanchi, avvezzi a immagini seriali, filtri a prova di Like, immagini snaturate del loro potere vitale. Ce lo ha insegnato Luigi Ghirri, figura pionieristica nel panorama internazionale della fotografia del secondo Novecento.

Il maestro, scomparso prematuramente poco più di trent’anni fa, non è stato soltanto un prolifico autore di immagini, ma anche critico, curatore, saggista e promotore di una nuova cultura fotografica che pone questo linguaggio al centro del dibattito dell’arte contemporanea. Le sue immagini così familiari e allo stesso tempo stranianti, sono “frammenti di luoghi semplici e conosciuti ma trasfigurati nelle sue composizioni. Una poetica dello stupore per ciò che all’apparenza è insignificante, che ha lasciato un solco profondissimo nella storia del discorso fotografico italiano”.

Il progetto espositivo al MASI Lugano racconta la fascinazione di Ghirri per il viaggio - sia reale che immaginario. In mostra, circa 140 fotografie a colori, per lo più stampe vintage degli anni Settanta e Ottanta provenienti principalmente dagli Eredi di Luigi Ghirri e dalla collezione dello CSAC di Parma, che offrono al pubblico l’occasione di scoprire non solo gli scatti più noti, ma anche quelli meno conosciuti.

Fin dagli esordi, l’opera ghirriana si è ispirata al viaggio, sia come concetto che come fonte di immagini. Nelle fotografie scattate nei primi brevi viaggi all’inizio degli anni Settanta nelle città dell’Emilia-Romagna in Italia settentrionale o in Svizzera, Ghirri è attratto da immagini “trovate” nell’ambiente quotidiano, come manifesti, cartoline, fotografie di mappe, atlanti, pubblicità per il turismo. Ma si concentra, pian piano, anche su scatti di turisti che si godono il panorama in vacanza. Ghirri ha cercato fin da subito di indagare il ruolo che la fotografia e certe tipologie di prospettive-inquadrature possono dare agli stessi luoghi, modificandone la percezione.

Gli scatti, una sorta di esplorazione essi stessi, sono stati catturati durante le sue gite domenicali nei dintorni della città natale, Modena, che l’autore definiva “avventure minime”, ma anche in occasione di viaggi verso le mete turistiche più frequentate. Il pubblico è invitato a stabilire liberamente pause, collegamenti e connessioni tra pensieri e immagini. Questa scelta riflette l’approccio di Ghirri verso un’opera fotografica concepita come viaggio che continua oltre la singola fotografia e richiede il ruolo critico e l’interpretazione di chi la osserva. Terminata la visita, l’invito è quindi a percorrere l’itinerario della mostra anche a ritroso, ubbidendo a quelli che Ghirri definiva gli “strani grovigli del vedere”.

Una prima selezione dedicata ai “Paesaggi di cartone”, apre il percorso della mostra al MASI dimostrando come dei cartelloni pubblicitari possano comunque trasportarci in un’esotica cascata tra le montagne svizzere o in un panorama alpino a Reggio Emilia o, ancora, farci tuffare con la mente in un mare scintillante a Modena. Sono paesaggi effimeri, asciutti, ma presenti, che raccontano l’ubiquità dell’immagine fotografica negli spazi di oggi. Allora, con un’analisi spaventosamente precorritrice, Ghirri preavvertiva il rischio di uno svuotamento di senso, “una strana forma di depauperazione sensoriale” legata all’iperproduzione di immagini. E pensare che Instagram non era nemmeno nato.

Alla profondità di un nitido pensiero critico Ghirri associava l’attrazione verso i luoghi che esemplificano le complesse relazioni della fotografia con la realtà, come nella serie di fotografie In Scala, realizzate a più riprese (tra il 1977 e il 1978, e nel 1985) nel parco a tema Italia in Miniatura a Viserba (Rimini). Ghirri ha fotografato questo mondo fittizio con ironia e spiccata sensibilità per le coincidenze visive, il rapporto tra illusione e realtà, ambiguità e artificio. La sua fascinazione per i processi di rimpicciolimento, moltiplicazione e rappresentazione della realtà propri della fotografia, trova qui l’ambiente ideale: le Dolomiti, il Grattacielo Pirelli e la Basilica di San Pietro a Roma, spazi fittizi mai cosi reali.

Altro corpo importante della mostra, sono le immagini più esplicitamente dedicate al viaggio, dove Ghirri ha ritratto persone ignare, protagoniste per sempre delle storia della fotografia contemporanea. Ci sono panorami strepitosi, come quello a Hergiswil in Svizzera, uno scivolo e una giostra vuoti dalla calma silenziosa al Lido di Spina, un ombrellone a Orbetello, piccoli specchi a Marina di Ravenna. Si tratta di immagini in cui raramente accade qualcosa, ma dietro ogni scatto c’è un concetto, un percorso teorico ricco di suggestioni poetiche ma con potenti radici nella quotidianità. La fotografia di una coppia che gioca a tennis sulla spiaggia, ad esempio, sarebbe insignificante se non fosse per la pallina poggiata proprio sulla linea dell’orizzonte, là dove il mare incontra il cielo, a Île-Rousse in Corsica. “Ciò che è decisivo per Ghirri non è un momento nel tempo, ma la sua distillazione” osserva il curatore James Lingwood.

Una sezione intitolata Viaggi in casa comprende la serie Atlante (1973), con dettagli ravvicinati di mappe che Ghirri ha tratto dal suo atlante, “luogo” che per lui descrive tutti i viaggi possibili. A queste immagini si aggiungono quelle di Identikit (1976-1979), un autoritratto privato del fotografo composto da fotografie degli scaffali della sua libreria che mostrano i dorsi dei suoi libri, dischi, mappe, cartoline, ninnoli e souvenir.

Inquadrature di paesaggi tranquilli e misurati. Sono i protagonisti dei lavori che Ghirri realizzerà per tutti gli anni Ottanta, viaggiando in quasi tutta Italia, realizzando diversi servizi su commissione per enti turistici e per il Touring Club Italiano, destinati a un vasto pubblico. È in questi anni che passerà a una macchina fotografica di medio formato, dando maggiore profondità e chiarezza e colori più vivaci alle sue fotografie. Anche se si tratta di commissionati, anche quelle immagini apparentemente stereotipate del genere divulgativo, si mescolano irrimediabilmente con altre più insolite e particolari. Immagini turistiche simboliche e iconiche, rivelano sempre la “delicata sovversione del genere” squisitamente ghirriana. Luigi Ghirri. Viaggi Fotografie 1970-1991, va in scena dall’8 settembre 2024 al 26 gennaio 2025.

Per l’occasione verrà pubblicato un catalogo in due edizioni separate (italiano e inglese) con testi di Tobia Bezzola, James Lingwood e Maria Antonella Pelizzari pubblicato da MACK.

Fotografi partecipanti a "Viaggio in Italia"

  • Olivo Barbieri
  • Gabriele Basilico
  • Gianantonio Battistella
  • Vincenzo Castella
  • Andrea Cavazzuti
  • Giovanni Chiaramonte
  • Mario Cresci
  • Vittore Fossati
  • Carlo Garzia
  • Luigi Ghirri
  • Guido Guidi
  • Shelley Hill
  • Mimmo Jodice
  • Gianni Leone
  • Claude Nori
  • Umberto Sartorello
  • Mario Tinelli
  • Ernesto Tuliozi
  • Fulvio Ventura
  • Cuchi White

TAG: #Viaggio #Viaggi #Italia

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