Martin Parr e il Turismo in Italia: Uno Sguardo Ironico sulla Società Contemporanea
Martin Parr, membro di Magnum Photos, con la sua analisi per immagini sul turismo, ci mette davanti a uno specchio particolarmente crudele. L’acuto osservatore britannico continua a farci riflettere, con il sorriso, su quello che siamo, su come viviamo, su usi e costumi che cambiano, su comportamenti e tendenze, sulle storture e gli eccessi che a volte ci concediamo, sull’eccentrico che sfocia palesemente nel cafonal. «Si può imparare di più sul Paese in cui si vive da un comico che dalla conferenza di un sociologo», dice.
Ma nel suo approccio umoristico o comico, in realtà c’è molto di antropologico. C’è molta analisi della realtà. «Sono un fotografo documentarista» precisa Martin Parr presentando la sua mostra a Milano, intitolata Short & sweet (curata direttamente dal fotografo con la collaborazione di Magnum Photos), fino al 30 giugno al Mudec, prodotta da 24 Ore Cultura - Gruppo 24 Ore, promossa dal Comune di Milano- Cultura e sostenuta da Fondazione Deloitte. Sessanta fotografie da lui appositamente selezionate per questo progetto e presentate insieme al corpus di immagini della serie Common Sense che lo ha reso famoso.
Lo Sguardo di Parr: Una Cartina Tornasole per Osservare la Società
Attraverso un percorso dentro i progetti più noti, l’inedito stile documentario che da oltre cinquant’anni caratterizza il linguaggio del fotografo inglese Martin Parr diventa cartina tornasole per osservare la società contemporanea e le sue pieghe più contraddittorie, quelle che appartengono al mondo occidentale, in particolare europeo, restituito da una cronaca fotografica tagliente, senza filtri e fuori dalla retorica, a volte raccontata con pungente sarcasmo; più spesso presentata con ironia e umorismo. Lo sguardo di Parr è immediatamente riconoscibile, una lente di ingrandimento a colori vivaci che crea storie partendo dalla realtà.
Il fotografo cattura momenti autentici e spesso eccentrici della vita quotidiana, cogliendo l’essenza di un luogo o di una situazione attraverso la ricerca del dettaglio perfetto per offrire una prospettiva unica e spesso provocatoria della società contemporanea. Lo è stato fin dagli inizi quando, poco più che ventenne, fresco di laurea, lascia Londra per avventurarsi nel periferico Yorkshire alla ricerca dell'Inghilterra più vera e profonda: riprende la vita quotidiana dei tanti operai della zona, i minatori, le persone che si ritrovano nelle chiese metodiste, per rigettare la religione di stato.
Le Prime Opere in Bianco e Nero: "The Non-Conformists" e "Bad Weather"
Attraverso una cronaca fotografica senza filtri e fuori dalla retorica, il percorso espositivo si apre ‘in bianco e nero’, ovvero con la serie “The Non-Conformists“, immagini scattate dal 1975 al 1980 da un inedito, giovane e ispirato Parr, appena terminata la scuola d’arte. Per questo progetto, l’autore all’età di ventitré anni, Martin Parr, insieme alla sua compagna (e futura moglie) Susie Mitchell, si muove della metropoli londinese verso le periferie dello Yorkshire. Per cinque anni, la coppia documenta quotidianamente gli eventi a cui assiste, in particolare quelli dei Non Conformisti.
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Il nome proviene dalle cappelle metodiste e battiste che stavano diventando numerose nella zona. Presente anche l’ultimo progetto in bianco e nero sviluppato da Parr, “Bad Weather”, realizzato tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80, e pubblicato nel 1982. L’idea di Parr era quella di creare un lavoro incentrato su un’ossessione britannica: il tempo atmosferico. Con una fotocamera subacquea, Parr si getta sotto le tipiche condizioni meteorologiche inglesi: acquazzoni, pioggerelline, tempeste di neve documentate rigorosamente tra Inghilterra e Irlanda. Con scanzonata serietà, la serie unisce espressioni e reazioni delle persone che vivono costantemente sopportando temperature pungenti e clima uggioso.
Il Passaggio al Colore e l'Indagine sul Turismo
Il primo progetto a colori di Parr è “The Last Resort” (198285), amaramente ironico reportage condotto dal fotografo sulle spiagge di Brighton, sobborgo balneare di Liverpool, nella metà degli anni ’80, in un periodo di profondo declino economico in cui versava il nord-ovest dell’Inghilterra. Tra satira e crudeltà - non priva di una certa tenerezza per i suoi connazionali inglesi - ritrae famiglie a basso reddito in vacanza a New Brighton, piccola località balneare in declino vicino a Liverpool. Vista attraverso l’obiettivo di Parr, quella che avrebbe dovuto apparire come una località di villeggiatura estiva assume l’aria di una zona industriale.
Negli anni Novanta lo sguardo di Martin Parr si rivolge al resto del mondo e allo strano universo del turismo di massa. La serie “Small World” (1989 - 2008) riguarda ancora una volta questo tema e la volontà di Parr di condurci in molti tra i siti più frequentati e famosi, mostrando la differenza tra la mitologia idealizzata del luogo e la realtà depredata dall’uso che il turista fa del luogo stesso. In questa serie, il fotografo segue le orme del turista medio - come potremmo esserlo tutti noi - e, attraverso le sue fotografie, tenta di rivelare la grande farsa del viaggio, che è, per la maggior parte delle persone, un’attività di svago resa possibile solo di recente, in seguito allo sviluppo degli aerei di grandi dimensioni e delle compagnie aeree a basso costo.
Standardizzato fino all’assurdo, «il mondo del turismo assomiglia più a un sogno annacquato e omogeneizzato, il cui ultimo modello potrebbe essere Las Vegas». Dalla Torre di Pisa alla vita da spiaggia, di fronte alle foto “comiche” e pungenti di Martin Parr la realtà e il grottesco si fondono. Ed eccoli i gesti assurdi dei visitatori sul prato davanti alla Torre pendente di Pisa: chi la tiene in mano, chi fa finta di sorreggerla, come se partecipassero a uno spettacolo o a un corso collettivo di arti marziali. Nel 1990 i social non c’erano ancora, ma il turismo di massa sì. E fotografarsi giocando con i monumenti era un esercizio assai curioso già allora.
I destinatari e l’uso delle foto erano diversi, ma il senso di quegli scatti forse è lo stesso. Nello Small World del moderno viaggiatore c’è «un turista medio che siamo tutti noi», e seguendo le nostre orme il fotografo britannico Martin Parr mette a nudo «la grande farsa del viaggio, che è per la maggior parte delle persone, un’attività di svago diventata possibile solo di recente, grazie agli aerei di grandi dimensioni e ai voli low cost».
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Common Sense e Life's a Beach: Consumo di Massa e la Vita in Spiaggia
Sullo stesso registro si mantiene l’installazione “Common Sense”: oltre 200 fotografie in formato A3, selezionate tra le 350 esposte nella mostra omonima del 1999 che offrono uno studio ravvicinato del consumo di massa e della cultura dello spreco, in particolare occidentale ed europea. Combinando tutti gli elementi che avevano caratterizzato la fotografia di Parr negli anni Settanta e Ottanta, la serie dà seguito all’ossessiva ricerca visiva dell’artista di tutto ciò che è volgare, stonato, assurdo. Quando viene presentato in mostra, “Common Sense” viene installato come un’ampia e compatta serie di immagini dai colori vivaci tra loro accostate, stampate a buon mercato con l’utilizzo di una macchina Xerox a colori.
La mostra fu allestita contemporaneamente in quarantuno sedi in diciassette Paesi, conquistando così il Guinness World Record. Gli scatti e le composizioni dinamiche - fatte di accostamenti audaci, di oggetti pesantemente kitsch - vengono riprese da angoli insoliti, con inquadrature ravvicinate e utilizzando prospettive inedite, creando così scatti che catturano l’attenzione e suscitano interesse. La serie “Life’s a Beach” (2013) mostra scatti provenienti dalle spiagge di tutto il mondo, in un caleidoscopio di immaginari del corpo svestito e del suo mostrarsi in pubblico.
Nel Regno Unito, è impossibile trovarsi a più di 75 miglia dalla costa, e con così tanto mare non sorprende che in Gran Bretagna esista una forte tradizione di scattare foto sulla spiaggia. Le persone possono rilassarsi, essere sé stesse e sfoggiare tutti i piccoli aspetti di quel comportamento leggermente eccentrico che è tipico dei Britannici. Negli Stati Uniti c’è una forte tradizione della fotografia di strada, nel Regno Unito della ‘fotografia da spiaggia’.
Tabelle di Dati
La mostra "Short & Sweet" ha offerto una panoramica completa della carriera di Martin Parr, esplorando diverse tematiche e periodi. Ecco una tabella che riassume alcune delle sezioni principali:
Sezione | Periodo | Descrizione |
---|---|---|
The Non-Conformists | 1975-1980 | Immagini in bianco e nero della vita quotidiana nello Yorkshire, con particolare attenzione alle comunità non conformiste. |
Bad Weather | Fine anni '70 - Inizio anni '80 | Progetto in bianco e nero che documenta il tempo atmosferico tipico inglese, con pioggia e tempeste. |
The Last Resort | 1982-1985 | Reportage a colori sulle spiagge di Brighton, mostrando il declino economico e sociale della zona. |
Small World | 1989-2008 | Serie che esplora il turismo di massa e la standardizzazione delle esperienze di viaggio in tutto il mondo. |
Common Sense | 1999 | Installazione con centinaia di fotografie che analizzano il consumismo e la cultura dello spreco. |
Life's a Beach | 2013 | Scatti provenienti da spiagge di tutto il mondo, catturando momenti di vita quotidiana e comportamenti umani. |
Attento al costume, alle convenzioni sociali e alle regole dell’apparire che influenzano la vita di chi vive nel mondo globalizzato, Martin Parr non poteva non osservare la moda nelle sue varie accezioni. Si allontana dal glamour convenzionale associato al genere e insiste sempre su un approccio spiritoso e satirico.
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