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Non Sei Straniero, Sei Solo Povero: Un'Analisi Profonda

La storia e il cinema ci ricordano costantemente una verità fondamentale: quando le condizioni per una vita dignitosa vengono negate, la vita stessa cerca rifugio altrove. L'Italia, pur essendo un paese sicuro nel cuore dell'Europa, avverte quotidianamente il grido dell'Africa, essendo stata anch'essa terra di grandi emigrazioni.

Il film "Napoli New York" di Gabriele Salvatores, ci riporta indietro nel tempo, in una Napoli ferita dalla guerra e dalla miseria. Celestina e Carmine, due orfani, vagano per i vicoli poverissimi della città, esposti a pericoli inimmaginabili. Insieme, intraprendono un viaggio per mare verso l'America, accolti e sostenuti da altri emigranti italiani, sospesi tra paura e speranza, diretti verso un "nuovo mondo".

Una volta arrivati a New York, Celestina e Carmine si ritrovano in una "Little Italy", non lontana da altri sradicati dalla storia: gli afroamericani. In questa città, le parole "povero" e "straniero" possono diventare sinonimi. Come si ascolta nel film, tratto da un vecchio soggetto di Federico Fellini e Tullio Pinelli: «Non sei straniero, sei povero: se sei ricco non sei straniero da nessuna parte».

La Storia come Maestra

La storia, marmorea e indiscutibile, ci offre una prospettiva più ampia sul fenomeno migratorio, invitandoci a riflessioni più complete, magnanime e umane su questo tema doloroso e gigantesco. Una storia che alimenta l'empatia verso chi oggi, come noi ieri, cerca pace, pane e dignità.

In "Napoli New York", la fame e la guerra sono mali che l'umanità non è ancora riuscita a estirpare. Celestina, accusata di viaggiare illegalmente, risponde: «Anche morire di fame è illegale», riassumendo il motivo di un viaggio scomodo, obbligato, mesto, che ha segnato la vita di innumerevoli esseri umani nel corso dei secoli.

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Lo Sguardo Attento sull'Altro

In assenza di una soluzione definitiva, il farmaco lenitivo per la fame, la guerra e le migrazioni forzate è lo sguardo attento sull'altro, la capacità di dire: «Hanno vissuto la guerra, saranno affamati». È la capacità di prendersi cura, come fa il personaggio interpretato da Pier Francesco Favino, che anziché giudicare freddamente, cerca di costruire un futuro per i due bambini.

Una didascalia alla fine di "Napoli New York" ricorda i «19 milioni di italiani» emigrati negli Stati Uniti in meno di due secoli.

Xenofobia e Pauperofobia: Due Facce della Stessa Medaglia

La xenofobia, spesso, è una manifestazione di pauperofobia. Raramente si critica lo straniero ricco; il problema nasce con chi è povero e svolge lavori umili. L'orrore per il povero, spesso associato all'idea che "puzzi" e "disgusti", è una forma di xenofobia diffusa. La povertà, in realtà, ci disgusta.

Esiste anche una xenofobia inversa, l'uberofobia, ovvero l'odio invidioso verso chi è più ricco. Ad esempio, il disprezzo verso gli svizzeri, percepiti come ricchi e fortunati, nonostante una parte di loro sia italiana (Canton Ticino).

Diritto all'Ospitalità vs. Paura dello Straniero

Lo xenofobo invoca il diritto di scegliere chi ospitare, rifiutando un'ospitalità indiscriminata. Il motto scandinavo "Gli ospiti sono come il bel pesce fresco: dopo due giorni puzza" riassume questa diffidenza. Tuttavia, la propria città, regione o nazione è vissuta dallo xenofobo come "casa propria", un concetto distante da chi, invece, accoglie l'immigrazione.

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Le inchieste sociologiche mostrano che la xenofobia è più diffusa tra le persone con un basso livello economico e culturale. Chi è povero, poco istruito e lontano dai grandi centri urbani diffida di ciò che è diverso e straniero, perché il proprio mondo è più ristretto rispetto a quello dei ceti colti e agiati.

Hermes ed Estia: Un Equilibrio Necessario

La società moderna sembra votata a Hermes (Mercurio), il dio del movimento, dello scambio e della globalizzazione. Estia (Vesta), la dea del focolare domestico, è relegata agli strati "reazionari". Xenofobia, razzismo e anti-europeismo diventano, così, le figure moderne del culto di Estia.

Gli Antichi consideravano Hermes ed Estia come divinità complementari. Non ci può essere Hermes senza Estia, ed Estia non può esserci senza Hermes. Anche gli intellettuali cosmopoliti possono essere xenofobi, disprezzando chi non la pensa come loro nel proprio campo scientifico, politico o artistico.

La Storia di Celestina e Carmine: Un Messaggio dal Passato

Il film "Napoli - New York" è un racconto di speranza, sofferenza e sogni degli italiani nel secondo dopoguerra, visto attraverso gli occhi di due scugnizzi napoletani. Il film ci catapulta nella Napoli del 1949, dove Carmine e Celestina, rimasti soli, si aiutano a vicenda per sopravvivere e si ritrovano clandestini su una nave diretta a New York.

Salvatores cambia totalmente i colori delle scene rendendoli brillanti, accesi, dando al film un tono favolistico con l’intento di rappresentare l’America così com’era nell’immaginario degli italiani dell’epoca: una terra di promesse mantenute. Il film affronta temi come l'emigrazione italiana, le difficoltà di integrazione e il razzismo.

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È un film sulla memoria di quello che siamo stati, che affronta temi come l’emigrazione italiana, che storicamente si svolse senza pause sostanziali per circa un secolo (più o meno dal 1876 al 1970) e di cui forse ad oggi ricordiamo poco.

Sempre nella scena del processo, infatti, Celestina recita questa frase: “Ricorda, tu non sei straniero, sei solo povero. Se fossi ricco non saresti straniero in nessun luogo.” Una frase dal significato tanto grande, pronunciata da un personaggio tanto giovane, un contrasto forte che mostra come i più piccoli erano costretti a crescere in fretta per poter fronteggiare le difficoltà del tempo.

Tuttavia, la storia dell'emigrazione italiana è un percorso che ha portato i nostri connazionali dal disprezzo al successo: i figli di coloro che sono andati negli Stati Uniti senza nulla, si sono fatti strada in diversi settori, diventando una risorsa per il paese. Forse dovremmo ricordarlo oggi, quando sono gli altri a venire da noi con il desiderio di migliorare e migliorarsi.

Tabella: Emigrazione Italiana negli Stati Uniti

Periodo Numero di Emigrati
Meno di due secoli 19 milioni

Sentirsi Stranieri nella Propria Patria

A volte si può sentire un senso di espatrio all'interno del proprio paese, una mancanza di "Heimat" (patria) intesa come dimensione, storia e comunione. L'instabilità politica, il pressapochismo, la mancanza di produzione di valori e il consumo del suolo possono deturpare questa "Heimat".

Le radici, tuttavia, sono in movimento: noi siamo in moto continuo, parte di un cambiamento incessante che cresce e fa crescere. Essere attaccati alla Heimat ladina o alla Patria italiana, pur fisicamente lontani, può portare a convivere beandosi di suggestioni dedicate all'arte, al cibo e alla lingua madre.

Don Lorenzo Milani, priore di Barbiana, ha lasciato un'eredità di pensiero che invita a riflettere sul ruolo della scuola e della politica nell'elevare i poveri e gli oppressi. Il suo motto "I care" ("Me ne importa, mi sta a cuore") è un invito a prendersi cura degli altri e a lottare per la giustizia sociale.

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