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Rifugio Giaf: Escursioni e Sentieri nelle Dolomiti Friulane

Il Rifugio Giaf è situato a quota 1400 m sul versante nord-est dei Monfalconi e Monte Cridola, le guglie più belle delle Dolomiti Friulane e D'Oltre Piave. Per raggiungere il rifugio Giaf è molto semplice e si trova in una posizione strategica per numerose escursioni.

Come raggiungere il Rifugio Giaf

L'escursione ha inizio in località Chiandareris. Per raggiungerla bisogna oltrepassare il paese di Forni di Sopra proseguendo in direzione Cadore (Passo della Mauria) per circa 4 km. Da Forni di Sopra (UD), nel cuore delle Dolomiti Friulane, si prende la SS52 Carnica fino alla località Chiandarens, da dove si prende il bivio per la strada turistica del Val di Giaf. Seguire le indicazioni per il Rifugio Giaf (1.400 m), nel Parco delle Dolomiti Friulane.

Ad un certo punto sulla sinistra ha inizio una strada, indicata dal cartello “Rifugio Giaf”, che dopo circa 1 km, con una buona pendenza, conduce al piccolo parcheggio in località Chiandareris a 1031 mslm. Per circa 1 km e mezzo la strada è asfaltata, dopo l’asfalto finisce per restare a fondo sterrano (pavimentato sui tornanti). Si prosegue fino ad incontrare un ponte sul Torrente Giaf, dove si trova il parcheggio. Da qui la strada è chiusa al transito ai mezzi non autorizzati. Lasciare l’auto e iniziare l’escursione nel bosco, lungo la strada forestale, che porta alla radura dove sorge il Rifugio Giaf.

Sentiero CAI 346

Noi abbiamo deciso di seguire il sentiero che sale seguendo il torrente Giaf. Zaino in spalla e via sul sentiero CAI 346, attraversando fin da subito il tumultuoso torrente Giaf su comodo ponte asfaltato. La mulattiera diventa sassosa e si inoltra in folta vegetazione di conifere fino a quota 1100 metri. Lasciamo l’ampia strada per un più consono sentiero comunque molto agevole. Abbandoniamo le conifere e usciamo in un’apertura sul torrent Giaf che regala già una cartolina per la sua bellezza e le numerose cascatelle che crea. Lo passiamo per due volte su caratteristici ponticelli in legno ed entriamo in un folto bosco, ora di giovani abeti. Continuiamo in salita con una pendenza più decisa ma mai stancante.

Arrivati ad un terzo passaggio del torrente Giaf, il sentiero si addolcisce, si procede velocemente fino a raggiungere il ricovero invernale del rifugio Giaf a quota 1370 metri. Il Giaf non si vede ancora, dobbiamo percorrere ancora qualche centinaio di metri per raggiungere prima una bella chiesetta e, attraverso i comodi gradini in pietra che la costeggiano, raggiungiamo la prima tappa della giornata: rifugio Giaf 1400 metri! In meno di 1h dalla partenza eccoci su una splendido spiazzo con centinaia di posti a sedere con la vista sul gruppo dei Monfalconi. Il sentiero CAI 346 ha una buona pendenza, circa 400 metri di dislivello, ma offre delle bellissime fioriture da poter ammirare e fotografare. Il rifugio si raggiunge dopo circa 2 km e mezzo di camminata in circa un’oretta di tempo.

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Escursioni dal Rifugio Giaf

Dal Rifugio Giaf partono diversi sentieri per escursioni di vario livello. Tra le più interessanti troviamo:

  • Forcella Scodavacca (o Giaf): Una traversata dal Friuli al confine con il Veneto.
  • Anello di Bianchi: Un percorso ad anello con viste panoramiche sul Costone di Giaf e la Torre di Forni.
  • Coston di Giaf: Un sentiero che si snoda attraverso boschi e larici, con una salita accentuata.

Forcella Scodavacca

Lasciamo il rifugio alle spalle, continuiamo sempre sul sentiero 346 sul tratto dell’alta via numero 6. Percorriamo così il Coston di Giaf, una costa dapprima boscosa con una salita decisamente accentuata. Il caldo comincia a farsi sentire. La folta flora si apre dando spazio a larici, e arbusti più bassi: i mitici pini mughi. Superiamo una deviazione che indica “Anello di Bianchi”, tragitto che eseguiremo nella via del ritorno. Arriviamo a quota 1925 metri circa all’altezza dell’ultima deviazione al cospetto di un grosso masso. Da qui vediamo l’ultima lingua di vegetazione e comincia ad essere predominante il grigio del ghiaione finale alla forcella. Davanti a noi in direzione Sud abbiamo gli imponenti torrioni del Crodon di Giaf, il Monfalcon di Forni con il mitico ghiaione della sua forcella eseguito in una fantastica avventura 18 anni fa (spunto per una prossima escursione per ripercorrere lo stesso tragitto e rievocare emozioni mai dimenticate!).

La vista in direzione Sud termina con il Torrione e la Torre di Forni che con la sua siluette inconfondibile si staglia sull’abitato di Forni di Sopra che, da questa altitudine, vediamo già spuntare in direzione Est. A Nord le protuberanze rocciose del monte Vallonut preannunciano la Torre Criodola e l’omonimo monte Cridola ancora parzialmente nascosto alla nostra vista. Seguitiamo a zig-zag rapidi su ghiaione agevole, superiamo l’ultimo baluardo di flora montana. Siamo in forcella, a 2h e 40 minuti dalla partenza. Verso Ovest il Cadore e il rifugio Padova a poche centinaia di metri sotto di noi. La mitica Torre Berti che si staglia in direzione Sud sembra quasi cadere verso di noi. Dalla parte opposta la Tacca del Cridola e l’immensa massa dolomitica del monte Cridola, una muraglia che sembra proteggere un mondo incantato alle sue spalle. Nel mezzo, la visuale verso il Friuli e Forni di Sopra.

La forcella Scodavacca è un passo che racchiude un fascino particolare. Agevole da raggiungere, è un crocevia per numerose escursioni che vanno dalla semplice traversata giornaliera fino all’Alta Via numero 6, passando per avventure più alpinistiche come la cima del Cridola. Forcella apprezzata anche dai camosci, che vediamo in lontananza nel vallone impervio tra il Vallonut e il Cridola. Una pausa è d’obbligo per godere di questa meraviglia. Le nuvole aggiungono magia al momento nascondendo e mostrando le caratteristiche guglie che ci circondano.

Anello di Bianchi

Torniamo sui nostri passi fino al massone con la deviazione descritta in precedenza. Qui intraprendiamo il sentiero CAI 354 che attraversa la fine del ghiaione della forcella Monfalcon di Forni e la successiva forcella da Las Busas. La traccia prosegue praticamente in quota a 1750 metri circa lambendo il ghiaione e permettendoci di camminare sul terra battuta molto agevole. Arriviamo in una zona dalla caratteristica conformazione che pare lunare tra massi disposti disordinatamente e un piccolo nevaio ricoperto da sabbia Sahariana che resiste imperterrito al grande caldo di questi giorni. A 1725 metri circa raggiungiamo la deviazione del sentiero prefissato per il ritorno: l’Anello di Bianchi.

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Abbiamo scelto questo tratto di sentiero per compiere un piccolo anello e godere di una splendida vista sul Costone di Giaf da un’altra angolazione. Ma, cosa più importante, percorrere una via al cospetto della mitica Torre di Forni. Proprio sotto alle guglie di questa vetta, immersi nel ghiaione, notiamo un paio di camosci che fermano la loro progressione per osservare questi individui oblunghi e strani che stanno disturbando la loro quiete… Seguitiamo su sentiero praticamente in quota in un sentiero ricoperto da pini mughi verso monte e pressoché ripido a picco dalla parte del Costone di Giaf. La via non è mai pericolosa ma necessita comunque di passo fermo. Si arriva in breve ad un passo, o forcella, che aggira di fatto la torre di Forni, con annesso un piccolo cocuzzolo dal quale è possibile ammirare l’intero tracciato fatto in questa escursione.

Sullo sfondo, la fessura tra le Dolomiti formata dalla forcella Scodavacca lasciata da poco. In questo punto è anche presente una targa con indicato “Lariceto puro di alta quota”. Lasciamo il passo e cominciamo così la discesa incontrando il passaggio più particolare della giornata: un paio di metri su roccia e terreno franoso accompagnati da una sicura corda per sicurezza. Per niente difficile e molto breve, è un passaggio che comunque non va preso sottogamba. Arriviamo così all’ultimo bivio di giornata e ci agganciamo al sentiero che scende dalla forcella del Cason diventando un segnavia CAI 361-342 (sempre Anello di Bianchi). Quest’ultimo tratto si rivela il più caldo per l’immersione effettiva nei mughi! Alti oltre i 2 metri creano una cappa infernale che ci invita a percorrere il sentiero il più velocemente possibile.

L’anello di Bianchi è un percorso ad anello molto ampio che inizia e termina presso il Rifugio Giaf. L’anello ha inizio sul retro della struttura del Rifugio, sulla destra, in direzione Casòn dal Boschèt. L’anello per un primo tratto segue il CAI 346. A questo punto si lascia il sentiero CAI 340 e si prosegue sulla sinistra, seguendo i segnavia dedicati all’Anello di Bianchi. Il sentiero si apre, quindi, sulle Dolomiti Friulane, in particolare sul Monte Vallonut. Percorrendolo potrete ammirare una vasta gamma di fiori e se siete fortunati incontrare qualche camoscio. Continuando lievemente a scendere, il sentiero si ricongiunge con il CAI 346 che sulla destra prosegue l’attraversamento verso la Forcella di Scodavacca (se scegliete questa alternativa l’escursione diviene più complessa) e sulla sinistra scende al Rifugio Giaf.

Servizi offerti dal Rifugio Giaf

Il Rifugio è disposto su due piani, al piano terra vi è la cucina, i servizi e la sala da pranzo con un piccolo bar ed il "Larin" o "Fogolâr" caratteristico focolare a legna con le panche attorno, ideale per le serate in rifugio, accompagnate da un buon bicchiere di vino o di grappa locale. È dotato di area Pic-Nic esterna, piccolo parco giochi per bambini, casetta - bivacco, stallone per cavalli, ed una Cappella votiva dedicata ai caduti della Montagna. Al ritorno dall’anello abbiamo scelto di saziarci consumando un buonissimo pasto presso il Rifugio, che offre anche delle bellissime amache su cui rilassarsi e un’ottima Radler.

Informazioni aggiuntive

Termina questa fantastica avventura tra Friuli Venezia Giulia e Veneto, tra vette dolomitiche più autentiche e selvagge. Luoghi meno blasonati, poco conosciuti e, proprio per questo, ricchi di particolari autentici, ancora incontaminati: identità di una montagna ancora vera. Un'avventura per escursionisti mediamente allenati.

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Periodo consigliato: fine giugno - metà settembre

Sistema Dolomiti UNESCO: Dolomiti Friulane e d'Oltre Piave

Gruppi montuosi: Crìdola, Monfalconi di Forni

Attrezzatura consigliata: si consiglia l’utilizzo di carrozzine da trekking (elettriche tipo off-road) oppure di Joëlette.

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