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Escursioni Indimenticabili al Rifugio Vajolet nel Cuore delle Dolomiti

Il Gruppo del Catinaccio si estende per circa 112 km² nelle province autonome di Trento e Bolzano. Fa parte del Patrimonio Mondiale UNESCO e costituisce con il nome “Sciliar-Catinaccio, Latemar” uno dei nove “sistemi” dolomitici riconosciuti per l’alto valore paesaggistico e geologico. Negli ultimi anni sono sempre di più gli escursionisti che percorrono i sentieri di questo magnifico gruppo montuoso. Molti sentieri sono percorribili ai più ed altri, presentando tratti più tecnici, richiedono una preparazione ed un attenzione maggiore. Il Catinaccio è il paradiso degli escursionisti ed il rifugio Vajolet si trova al centro di questo incantevole paesaggio.

Il rifugio Vajolet è uno dei punti di riferimento per le escursioni trekking in val di Fassa sulle Dolomiti del Catinaccio. Da esso partono i sentieri per le Torri del Vajolet, il rifugio Passo Principe e il lago Antermoia. Il rifugio vajolet si trova in un crocevia di sentieri che permettono di fare molte escursioni trekking in val di Fassa tra le Dolomiti. Raggiungibile con un'escursione relativamente facile, anche grazie agli impianti di risalita, permette di ammirare tra i più bei panorami della val di Fassa.

Qui di seguito vi riporto 5 itinerari che ho percorso personalmente e che ritengo i più belli. Per ognuno troverete il livello di difficoltà richiesto, la descrizione dei tratti chiave (se presenti) ed una descrizione dell’itinerario. Mi raccomando però: prima di partire informatevi sempre pressi i vari rifugi del Catinaccio circa la percorrenza dei sentieri.

Rifugio Vajolet: come arrivare?

Il rifugio Vajolet si può raggiungere in vari modi. La via d'accesso principale per raggiungere il rifugio Vajolet è passando per il rifugio Gardeccia. L'accesso quindi parte dagl'impianti di risalita di Vigo di Fassa o di Pera di Fassa. Presi questi impianti tramite sentiero 546 si raggiunge il rifugio Vajolet in un'ora e mezza di cammino.

Salita alle Torri del Vaiolet ed al Rifugio Passo Santner

  • Difficoltà: impegnativo con tratti di sentiero attrezzato.
  • Dislivello: 840 m.
  • Lunghezza: 12.7 km
  • Tempo totale (indicativo) di percorrenza: 7h e 30 min (soste escluse).
  • Periodo: da luglio a settembre.
  • Accessibilità: adulti e ragazzi (per i più piccoli prevedere una sicura come kit da ferrata); da valutare se si soffre di vertigini. Necessario passo sicuro.

Tramite la funivia Catinaccio che parte da Vigo di Fassa si raggiunge comodamente il Rifugio Ciampedie. Da qui si prosegue in direzione Rifugio Gardeccia e quindi per Rifugio Preuss o Vajolet (questi ultimi due sono posti a pochi metri l’uno dall’altro). Fin qui l’itinerario si snoda lungo un comodissimo sentiero sterrato, privo di difficoltà tecniche. Talvolta qualche rampa impone di rallentare un pò il passo ma il panorama è già qui grandioso.

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Lasciati alle spalle il Rifugio Vajolet e Preuss si sale in direzione del Rifugio Re Alberto. Il sentiero qui si fa più tecnico con qualche tratto attrezzato da non sottovalutare. Si sale infatti all’interno di un canalone su terreno roccioso. Per chi soffre di vertigini questo tratto è da valutare attentamente in quanto poi la discesa avviene sempre da qui. Il tratto impegnativo di sentiero attrezzato termina proprio in corrispondenza del Rifugio Re Alberto: a destra possiamo ammirare le svettanti Torri del Vaiolet mentre a sinistra si erge la possente molte della Cima del Catinaccio.

Non ci fermiamo al Re Alberto ma proseguiamo per altri 20 minuti circa fino a raggiungere quota 2734m dove sorge il bellissimo Rifugio Passo Santner: un piccolo nido d’aquila da cui godere di un panorama mozzafiato! Una fermata qui è d’obbligo: sia per ristorarsi con un piatto caldo sia per sorseggiare, se ne avete il tempo, il buonissimo Rosengarten Spritz.

Non rilassatevi troppo però: l’itinerario di discesa ricalca quello fatto in salita. Bisogna essere ben lucidi ed attenti a ripercorrere il tratto attrezzato che dal Rifugio Re Alberto scende fino al Rifugio Vajolet.

Dal rifugio Vajolet alle Torri del Vajolet

Raggiunto il rifugio Vajolet, un'interessante variante è proseguire fino alle Torri del Vajolet dove ai loro piedi giace il rifugio Re Alberto. La parte di itinerario che porta alle torri del Vajolet è più impegnativa in quanto il sentiero si fa esposto e ci sono alcune roccette con cavo metallico da superare. Non necessitano di set da ferrata ma bisogna fare molta attenzione.

Il Rifugio Passo Principe: nel cuore del Catinaccio

  • Difficoltà: di medio impegno.
  • Dislivello: 710 m.
  • Lunghezza: 13.9 km
  • Tempo totale (indicativo) di percorrenza: 7h e 20 min (soste escluse).
  • Periodo: da luglio a settembre.
  • Accessibilità: adulti e ragazzi.

Sempre tramite la funivia Catinaccio si raggiunge il Rifugio Ciampedie. Si prosegue come per il precedente itinerario in direzione Rifugio Gardeccia e quindi si sale al Rifugio Vajolet. Questa volta, invece di salire verso il Rifugio Re Alberto, si segue il sentiero CAI 584 che sale, con qualche rampa più impegnativa, nel Vallon di Vaiolet. Dal Rifugio Vajolet al Rifugio Passo Principe ci son circa 350 metri di dislivello: calcolate circa 1h e 15 di camminata su sentiero largo e detritico.

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Dopo circa 4 ore dalla partenza si raggiunge il bellissimo Rifugio Passo Principe: incastonato tra le rocce del Catinaccio di Antermoia, le Cime di Valbona e le Cime del Vaiolet. Un luogo incredibile in cui enormi pareti e gli ampi spazi ricchi di panorami fanno togliere il fiato.

Da qui il rientro si sviluppa lungo lo stesso itinerario di salita. Malgrado l’itinerario non presenti tratti impegnativi od esposti prevedete di partire presto la mattina per evitare eventuali cambi di meteo (che in montagna nel pomeriggio avvengono con maggior frequenza).

Dal rifugio Vajolet al rifugio Passo Principe

Una variante più facile rispetto al rifugio Re Alberto è raggiungere il rifugio Passo Principe. Incastonato tra la roccia il rifugio Passo Principe è davvero caratteristico. Se come tempi e dislivello è molto simile alla salita al rifugio Re Alberto, ciò che rende più facile quest'itinerario è che non sono presenti tratti esposti.

Il Rifugio Sassopiatto e la Val Duron

  • Difficoltà: medio/facile.
  • Dislivello: 120 m.
  • Lunghezza: 8 km
  • Tempo totale (indicativo) di percorrenza: 4h e 20 min (soste escluse).
  • Periodo: da luglio a settembre.
  • Accessibilità: adulti e ragazzi.

Per questo itinerario ci spostiamo nella parte più orientale della Val di Fassa, al limite est del Gruppo del Catinaccio. Parcheggiamo a Campitello di Fassa e saliamo fino al Col Rodella con l’omonima funivia. Di qui prendiamo il sentiero Friedrich August che ci conduce, in circa 2h e 30 min., prima al Rifugio Pertini e quindi al Rifugio Sasso Piatto. Il dislivello è minimo ed il panorama a dir poco grandioso: prati verdeggianti che si fondono con le cime dolomitiche più famose come la Marmolada, il Piz Boè, ed il Catinaccio d’Antermoia giusto per nominarne qualcuna. Le pareti del Sasso Piatto sono così vicine che sembra di toccarle e l’emozione che si prova è veramente molto forte.

Il sentiero quasi sempre super tranquillo conduce al Rifugio Sasso Piatto, dove potete fermarvi per una pausa o per un buonissimo pranzo. Si scende poi per il segnavia CAI 533 fino al Rifugio Micheluzzi. Da qui potete rientrare a Campitello di Fassa sia a piedi (si allunga la lunghezza dell’itinerario riportata sopra di circa 4 km) o tramite una comoda navetta a pagamento.

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Lago di Antermoia e Catinaccio d’Antermoia

  • Difficoltà: di medio impegno.
  • Dislivello: 700 m.
  • Lunghezza: 10 km
  • Tempo totale (indicativo) di percorrenza: 6h e 40 min (soste escluse).
  • Periodo: da luglio a settembre.
  • Accessibilità: adulti e ragazzi.

L’itinerario che sale al Lago di Antermoia negli ultimi anni ha visto un aumento esponenziale in quanto ad escursionisti. Malgrado questo però non è da affrontare con troppa leggerezza: non tanto per passaggi pericolosi ma quanto perchè essendo alti di quota, se il tempo cambia, non ci sono punti d’appoggio in cui rigufiarsi. Da Campitello di Fassa si sale fino al Rifugio Micheluzzi grazie alle navette a pagamento. Da qui si prosegue lungo l’iconica Val Duron: tra ampi pascoli, malghe ed un bellissimo torrente.

Dopo circa 2 km dal Rifugio Michluzzi prendere un bivio sulla sinistra con segnavia CAI 578. Con circa 400 metri di dislivello si raggiunge il Passo delle Ciaregole: porta d’ingresso al Gruppo del Catinaccio. Di qui si prosegue, prima per sentiero su prato, poi per sentiero (sempre agevole) su ghiaione in direzione Rifugio Antermoia. Altri 250 metri di dislivello e, dopo aver svalicato il Pas de Dona, si arriva al Rifugio Antermoia. L’omonimo famosissimo lago si trova a pochi minuti dal rifugio, in direzione Catinaccio di Antermoia.

Da qui dopo una giusta pausa ristoratrice e per apprezzare il panorama si rientra a Campitello di Fassa per lo stesso itinerario fatto in salita. Un eventuale variante è scendere per il Rifugio Dona: in questo caso l’itinerario risulta più lungo ed impegnativo e bisogna avere buone doti di orientamento (saper leggere la cartina) per tornare al Rifugio Micheluzzi o scendere direttamente a Campitello di Fassa.

Dal rifugio Vajolet al lago Antermoia: l'escursione più bella

Se ci si trova al rifugio Vajolet, l'escursione principe da fare è raggiungere il lago Antermoia. Di una bellezza unica, l'escursione che porta al lago Antermoia è bella tosta, cosa che fa apprezzare ulteriormente il posto. Dal rifugio Vajolet si prosegue al rifugio Passo Principe, per poi salire al passo Antermoia. Da qui si scende per il lungo canalone che porta al lago Antermoia e al rifugio Antermoia. Volendo dal rifugio Passo Principe si può salire anche alla cima del Catinaccio d'Antermoia attraverso una ferrata per poi scendere al lago. Dal rifugio Antermoia si torna al punto di partenza per il passo delle Scalette o si può scendere per la val Duron, Udai o Dona.

Rifugio Alpe di Tires: l’estremo nord del Catinaccio

  • Difficoltà: di medio impegno.
  • Dislivello: giorno1 670 m; giorno 2 380m.
  • Lunghezza: giorno 1 10 km; giorno 2 13 km.
  • Tempo totale (indicativo) di percorrenza: 2 giorni.
  • Periodo: da luglio a settembre.
  • Accessibilità: adulti e ragazzi.

Questo è l’unico itinerario di quelli proposti in questo post della durata di 2 giorni. Nel caso si volesse ridurre a 1 il rientro va fatto sullo stesso itinerario dell’andata ma risulterebbe comunque lungo (circa 20km).

GIORNO 1 Dal paese di Siusi salire con la cabinovia fino a Compaccio. Da qui si apre l’Alpe di Siusi con i suoi meravigliosi prati e panorami verso le Odle e verso Resciesa. La rete sentieristica qui è molto sviluppata. Seguendo l’itinerario n°7 (il più diretto) si arriva allo Chalet Punta d’Oro e quindi, proseguendo sullo stesso segnavia, fino al Rifugio Molignon. Si sale poi al Pas de Duron e, per segnavia n°4 fino al Rifugio Alpe di Tires (circa 5 ore dalla partenza). I sentieri sono sempre ben tenuti e segnalati, in alcuni casi sono delle vere e proprie strade sterrate.

GIORNO 2 Dal Rifugio Alpe di Tires, seguendo sempre il segnavia n°4, si raggiunge il Rifugio Bolzano. In caso di tempo stabile e gambe permettendo, si può salire al facile e panoramico Monte Pez 2563 m s.l.m.. La discesa invece inizia su morbido prato seguendo il sentiero n°1. In breve ci si trova a passare da una zona di pascolo ad una zona in cui il sentiero si fa sassoso ma mai pericoloso. In caso di alte temperature però considerate che ci son pochissimi alberi e quindi poca ombra.

Scesi quindi fino a quota 1900 si incrocia un bivio in cui prendere il sentiero n° 5. Si traversa per comoda strada sterrata il magnifico pascolo che ci offre una vista spettacolare verso Cima Santner, fino ad incrociare il segnavia n°10 che ci porterà in breve alla stazione a monte della cabinovia.

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