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Sanremo 1983: Un Festival Ricco di Ospiti Stranieri e Novità

Nel 1983 Sanremo apre le porte a ben 36 artisti, il numero più alto nei 32 anni di storia del Festival. Del resto, dopo i successi delle due edizioni precedenti e i milioni di copie venduti dalle ultime canzoni lanciate all'Ariston, la lista di chi vuole partecipare è lunghissima.

Gianni Ravera, scottato dalle polemiche scatenate l’anno prima dall’eliminazione di Claudio Villa, chiede la collaborazione dei Comuni per formare le giurie. Ne vengono costituite 60, ciascuna composta da 20 elementi coordinati dal Segretario comunale.

Ancora una volta, i cantanti in gara sono divisi in due gruppi: 18 Big italiani e stranieri (gruppo A) e 18 Nuove Proposte italiane (gruppo B). Per regolamento accedono alla finale tutti i Big e solo 8 Nuove Proposte.

Il team di conduttori è assolutamente inedito: l’attore Andrea Giordana, celebre per essere stato il protagonista dello sceneggiato « Il conte di Montecristo», debutta come presentatore affiancato da Anna Pettinelli, Emanuela Falcetti e Isabel Russinova, conduttrici di « Discoring». L’unica polemica della vigilia riguarda l’introduzione del playback, chiesta dalle case discografiche. Il Comune di Sanremo si oppone ma alla fine si raggiunge l’ennesimo compromesso: ogni cantante sarà libero di scegliere se cantare dal vivo (sulla base) o in playback.

In seguito, scoppia la rivolta dei fotografi accreditati al Festival, che decidono addirittura di scioperare. Pro- testano contro la decisione della Rai di impedire loro l'accesso al parterre per esigenze televisive. Ecco perché, di questa edizione, esistono rarissime immagini di scena.

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I Protagonisti e le Canzoni in Gara

Tra i big ci sono due vincitori di edizioni recenti: Toto Cutugno e i Matia Bazar. Il primo, tre anni dopo l’affermazione di «Solo noi», propone «L’italiano», scritta due anni prima per Adriano Celentano (che l'aveva rifiutata) e destinata a diventare la sua canzone più famosa. La band di Antonella Ruggiero, invece, tenta il bis senza il fondatore Piero Cassano (nel ’78 vinse con « E dirsi ciao») con un brano retrò ma elettronico, « Vacanze romane», che vincerà il Premio della Critica e resterà una pietra miliare nella storia del Festival.

L’assortimento dei Big in gara è decisamente variegato: si passa da Dori Ghezzi (« Margherita non lo sa»), che arriva a Sanremo accompagnata dal compagno Fabrizio De André, a Barbara Boncompagni («Notte e giorno»), conduttrice televisiva di cui si ignorano i successi di- scografici. E ancora, Vasco Rossi, che torna in gara con la sua canzone-manifesto « Vita spericolata», la meteora spagnola Bertin Osborne (« Eterna malat- tia»), uno dei tre stranieri di questa edizione (gli altri sono Amii Stewart e Richard Sanderson), senza di- menticare gli habitué Christian e Pupo. C’è anche Gianni Morandi, ormai pronto per il grande rilancio dopo anni di oblio e la sfortunata partecipazione del 1980. Della sua canzone, « La mia nemica amatissima», è autore insieme con Mogol e Saro Bella.

Tra le nuove proposte, l’attenzione della stampa si concentra sull’adole- scente Giorgia Fiorio (« Avrò»), figlia del manager di Formula 1 Cesare Fiorio, e su Amedeo Minghi, in gara con « 1950», da molti considerata la canzone più bella di questo Fe- stival. Lei arriverà in finale, lui sarà bocciato dalle giurie. Ci ri- prova anche Zucchero Fornaciari, ancora in versione pop, ma la sua «Nuvola», pur arrivando in fi- nale, passa inosservata. Gli va meglio come autore di « Volevo dirti», l'orecchiabile brano can- tato dall'esordiente Donatella Mi- lani, che sfiora la vittoria. Due anni dopo l'affermazione della loro « Per Elisa», Franco Battiato e Giusto Pio affidano alla sconosciuta Sibilla il brano « Oppio», ma questa volta non arrivano neppure in finale.

La Classifica Finale e le Sorprese

La classifica finale sorprende quasi tutti: vince Tiziana Rivale, con un pezzo scritto da Roberto Ferri e Maurizio Fabrizio (già autore di « Sto- rie di tutti i giorni», canzone vincente nell’82), da- vanti a Donatella Milani e Dori Ghezzi. La vittoria della 23enne di Latina, lanciata da « Domenica in», coglie impreparata anche la sua casa discografica, che aveva fatto stampare solo 3.000 copie del 45 giri. Il giorno dopo, in diretta da Sanremo, Pippo Baudo comunica il responso del Totip: il più votato è Toto Cutugno davanti a Gianni Morandi e, a sorpresa, Giorgia Fiorio e Giuseppe Cionfoli.

Si chiude così un’altra edizione di successo dell’era Ravera, impreziosita dagli ormai immancabili ospiti stra- nieri e dal ritorno all’Ariston di Ro- berto Benigni.

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Gli Ospiti Stranieri: Un Tocco di Internazionalità

L’edizione del 1983 è stata impreziosita dalla presenza di numerosi ospiti stranieri, tra cui spiccano:

  • Peter Gabriel con una indimenticabile interpretazione di « Shock The Monkey»
  • John Denver
  • Toquinho
  • Frida degli Abba
  • KC and the Sunshine Band
  • Ph.D.

Peter Gabriel a Sanremo 1983

Fu Andrea Giordana, conduttore del Festival 1983, a lasciare il palco dell’Ariston a una strepitosa esibizione di Peter Gabriel. Una performance di grande impatto scenico che regalò sul finale una vera e propria chicca che ancora angoscia qualche responsabile del teatro, mi sa. Gabriel, infatti, afferrò una liana per librarsi sull’Ariston a mo’ di scimmia (come da titolo), ma la scarsa rincorsa lo portò a ‘schiantarsi’ letteralmente sulla platea e a camminare sugli schienali delle poltroncine rosse, anni prima di Benigni alla cerimonia degli Oscar. Peter Gabriel ‘shockò’, c’è poco da dire, anche per il trucco (uno dei più belli visti al Festival), non certo per il playback che era di prassi all’epoca.

Tabella dei Finalisti di Sanremo 1983

Artista Canzone Autori
Tiziana Rivale Sarà Quel Che Sarà Ferri, Fabrizio
Donatella Milani Volevo Dirti Milani, Pace, Fornaciari
Dori Ghezzi Margherita Non Lo Sa Avogadro, Prudente
Matia Bazar Vacanze Romane Golzi, Marrale
Toto Cutugno L’Italiano Minellono, Cutugno
Fiordaliso Oramai Depsa, Valsiglio, Fontana
Stefano Sani Complimenti Albertelli, Fornaciari
Gianni Morandi La Mia Nemica Amatissima Mogol, R.Bella, Morandi
Amii Stewart Working Late Tonight M. e G. Capuano, Boswell
Marco Armani E’ La Vita Armenise
Giuseppe Cionfoli Shalom Cionfoli
Giorgia Fiorio Avrò Ferrato, Menegale, Soffici
Flavia Fortunato Casco Blu Dicarlo, Massala, Eliard
Bertin Osborne Eterna Malattia Albertelli, Malepasso

Sanremo ’83 è stato uno dei Festival con le canzoni più eterogenee di tutta la sua storia. Nonostante alcuni brani invecchiati male, si parlava comunque di musica, e tutta l’attenzione era completamente concentrata sul concorso.

I brani in gara formano un pot pourri veramente eterogeneo: si va dalle evergreen da boyscout come “Sarà quel che sarà” di Tiziana Rivale, “L’italiano” di Toto Cutugno e “Vita spericolata” di Vasco Rossi, al cantautorato in senso stretto come “Una catastrofe bionda” di Marco Ferradini e “Mi sono innamorato di mia moglie” di Gianni Nazzaro.

Non mancano nemmeno le canzoni degli “stranieri”: i Passengers presentano la gradevole “Movie Star”, Amii Stewart ci delizia con “Working Late Tonight”, e nella tracklist c’è anche “Nightmare” dei Saxon, intervenuti come ospiti!

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Una menzione speciale merita “Margherita non lo sa” di Dori Ghezzi, il brano migliore in concorso, ingiustamente posizionatosi terzo dopo Tiziana Rivale e Donatella Milani (che eseguì l’intollerabile “Volevo dirti”). Un’altra splendida canzone, “Vacanze romane” dei Matia Bazar, fu nel suo piccolo più fortunata e vinse il premio della critica per quell’anno.

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