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Turismo Padova: Cosa Vedere e Fare in Questa Affascinante Città d'Arte

È ricorrente tra le persone che per la prima volta vengono nella città di Padova il rimanerne piacevolmente sorpresi. Ancora poco nota, fa parte delle più importanti città d’arte del Veneto e d’Italia e regala inaspettate sorprese!

Pur se oscurata dalla maggiore popolarità di Venezia, da cui dista appena una quarantina di chilometri, Padova è riuscita ugualmente a consolidare una sua distinta immagine turistica. Considerando il patrimonio urbanistico, architettonico e artistico a disposizione non è stata un’operazione difficile. Basti considerare che la città vanta ben due siti Patrimonio Unesco: l’Orto Botanico, risalente alla metà del ‘500; e soprattutto la Cappella degli Scrovegni impreziosita dagli affreschi di Giotto.

Al di là di cosa vedere a Padova, vogliamo soffermarci qua sui posti da visitare a Padova.

I "Tre Senza" di Padova

Secondo un vecchio detto popolare Padova è la città dei Tre senza. L’appellativo di “Caffè senza porte” è riferito al Caffè Pedrocchi, la “piazza senza erba” al Prato della Valle mentre il “Santo senza nome” sarebbe Sant’Antonio. Per i padovani infatti, così devoti al Santo, pardon a Sant’Antonio, è infatti superfluo specificare il nome del santo in questione: Sant’Antonio è semplicemente il Santo.

Prato della Valle

Il bellissimo Prato della Valle è la piazza più grande della città e tra le più grandi d’Europa. È qui che batte forte il cuore di Padova. I padovani sono fieri della grandezza di Prato della Valle (88620 mq), una piazza che per estensione totale è seconda solo alla Piazza Rossa di Mosca.

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Definirlo una semplice piazza è riduttivo. Prato della Valle è un vasto spazio di circa 88 mq a pianta ellittica. Il canale che delimita l’Isola presenta un doppio basamento, su cui spiccano 78 statue in pietra.

Il cosiddetto “Prato senza erba” è da considerarsi un vero e proprio museo a cielo aperto nel quale le storiche residenze che lo circondano e le 78 statue che lo adornano possono narrarci il passato, non solo di Padova ma dell’intera Europa.

A volere la realizzazione di Prato della Valle, invece, fu nel 1795 il Provveditore della Repubblica di Venezia Andrea Memmo. Sua l’intuizione di trasformare quello che fino a quel momento era stato un gigantesco acquitrino in un giardino ovoidale in cui trasferire per la prima volta in una dimensione pubblica la tradizione veneta del giardino patrizio. Quindi da soluzione privata a soluzione urbanistica: da qui le statue con alcuni dei personaggi più illustri della città (compreso lo stesso Memmo); l’isola verde centrale (Isola Memmia); e il canale d’acqua.

Intorno all’isola c’è una canale di circa 1,5 km di circonferenza, circondato da una doppia fila di statue numerate (78) di personaggi famosi del passato. Qui furono martirizzati due dei quattro patroni della città, Santa Giustina e San Daniele. Nel Medioevo si svolgevano fiere, giostre e feste pubbliche. Oggi in Prato della Valle turisti e padovani passeggiano, vanno in bici, prendono il sole d’estate o fanno tardi la sera.

Basilica di Sant'Antonio

Visto che qui riposa la salma di uno dei Santi più venerati della Cristianità, è meta di pellegrinaggio di milioni di fedeli, oltre 6 milioni all’anno. La Basilica di Sant’Antonio è un edificio di culto di notevoli dimensioni ma anche molto interessante dal punto di vista architettonico. All’esterno risulta evidente una perfetta armonia tra diversi stili, romanico, gotico e bizantino. All'esterno è caratteristico per la facciata romanico-lombarda con mattoni a vista e soprattutto per le 8 cupole in stile bizantino. La Basilica di Sant'Antonio è il centro religioso più importante della città , meta di migliaia di pellegrini ogni anno.

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Sul sagrato si fa inoltre notare la grande statua equestre del Gattamelata, condottiero della Repubblica di Venezia, opera quattrocentesca di Donatello. Si tratta della prima statua equestre ad essere stata realizzata dai tempi della classicità. Tra le bancarelle che vendono candele, immagini sacre e souvenir svetta il monumento al Gattamelata.

Anche l’interno è molto bello, un vero e proprio scrigno di arte sacra. Al suo interno concentra moltissimi capolavori. All’interno, partendo da destra, si susseguono la Cappella del Gattamelata e quella di San Giacomo affrescata nel 1300 da Andriolo de Santi, uno dei maggiori architetti e scultori veneziani d’allora. Subito dopo c’è la Cappella della Crocifissione e poi la Sala del Capitolo, con un frammento di Crocifissione attribuito a Giotto. In diverse teche sono visibili la lingua e il mento intatti di Sant’Antonio, segno, secondo la Chiesa, del riconoscimento che Dio ha voluto dare all’instancabile opera di evangelizzazione del Santo. Con l’orario solare: 6.20 - 19.00.

Sono inoltre visitabili i musei antoniani del complesso della Basilica, tra cui il nuovo ed innovativo “Antonius”, percorso multimediale immersivo sulla vita di Sant’Antonio.

Cappella degli Scrovegni

La visita guidata alla Cappella degli Scrovegni è raccomandata e consigliata a tutti gli amanti dell’arte. La piccola chiesetta trecentesca era una cappella privata della ricca famiglia locale degli Scrovegni; fu affrescata tra il 1303 e il 1305. Gli affreschi delle pareti raffigurano scene della vita di Gesù e della Vergine, mentre la controfacciata è decorata con un magnifico affresco raffigurante il Giudizio Universale.

Con questo ciclo pittorico l’artista trecentesco ha raggiunto i massimi livelli della sua opera, realizzando quello che è unanimemente considerato uno dei capolavori assoluti dell’arte occidentale. È innegabile: la visita alla Cappella degli Scrovegni vale da sola una visita a Padova.

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E’ necessaria la prenotazione da effettuare almeno un giorno prima. La visita è limitata ad un numero massimo di 25 persone per volta che, prima di accedere alla Cappella, dovranno passare per una sala di compensazione. Questa operazione è necessaria per regolare il microclima all’interno della cappella, questo per preservare i delicati affreschi, dagli sbalzi climatici. Il biglietto per la Cappella degli Scrovegni da diritto alla visita dell’intero complesso dei Musei Civici agli Eremitani. Questo include il Museo archeologico, il Museo di arte medievale e moderna, oltre che i musei di arti applicate e della Collezione Bottacin di Palazzo Zuckermann.

Se gli affreschi al Palazzo della Ragione sono andati perduti per via di un incendio così come altri alla Basilica di Sant’Antonio, quelli di questa piccola cappella, sono perfettamente conservati. I colori vivissimi, l’espressività dei personaggi raffigurati sono di grande impatto emotivo.

Enrico volle costruire la Cappella in suffragio dell’anima del padre, Reginaldo Scrovegni, che di cose da farsi perdonare ne aveva molte. Banchiere e usuraio, talmente famoso e temuto, da essere collocato da Dante nell’inferno della Divina Commedia. Stupitevi un pochino di più pensando che Giotto ci mise solo due anni a completare il tutto.

L’arte di Giotto ispirò le generazioni successive di artisti a tal punto che si parla di scuola giottesca. In questo movimento artistico rientrano artisti attivi in varie aree d’Italia tra cui Padova. Qui artisti quali Giusto de Menabuoi, Guariento, Jacopo Avanzi, Altichiero da Zevio furono particolarmente prolifici, anche grazie alla committenza della Signoria dei Carraresi. Fu così che ad oggi Trecento è considerato il secolo d’oro di Padova.

Battistero del Duomo

Un’altra meraviglia è il ciclo di affreschi di Giusto de Menabuoi all’interno del battistero del Duomo di Padova. Il battistero della cattedrale è un piccolo edificio di origine duecentesca convertito nel Trecento a mausoleo per i signori di Padova. Appena varcata la porta di ingresso è impossibile rimanere indifferenti di fronte a tale bellezza. Questo ciclo di affreschi è il capolavoro dell’artista toscano Giusto de Menabuoi.

Sulle altre pareti e sui pennacchi sono rappresentate “Storie della Genesi“, “Profeti ed evangelisti” e le “Storie di Cristo e del Battista“. L'edificio risale alla fine del XII secolo; ha pianta quadrata con alto tamburo circolare e cupola e un'absidiola con cupoletta. Orario: tutti i giorni 10:00 - 18:00.

Orto Botanico

Cosa visitare a Padova? La visita all’orto botanico di Padova è davvero una delle visite da non perdere per entrare in connessione con la natura e le piante, ma anche la storia della città. Presso il più antico orto botanico universitario del mondo (1545) è stata realizzato anche il Giardino della Biodiversità. L’Orto botanico di Padova (1545) è il più antico orto botanico universitario al mondo. Nei secoli ha conservato la propria collocazione originaria e gran parte delle caratteristiche dell’impianto cinquecentesco. Nel 2014 l’Orto botanico ha ampliato il proprio patrimonio botanico, inaugurando il Giardino della biodiversità: cinque grandi serre che propongono un viaggio attraverso cinque biomi diversi.

Si tratta di un’opera straordinaria, una grande serra lunga circa 100 metri ed alta fino a 18 m al cui interno sono stati creati vari ambienti con le condizioni climatiche dei vari ecosistemi del pianeta. Separate all’interno tra loro possiamo accedere alle varie serre e passare dalla serra tropicale alle zone subumide, da serre con i climi più temperati fino a quella più arida.

In un intreccio tra botanica e antropologia, il Giardino della biodiversità illustra la storia delle relazioni tra uomo e piante e accompagna il visitatore alla scoperta delle piante della foresta tropicale pluviale, delle aree temperate, mediterranee e aride.

Si contano più di 6000 esemplari di specie vegetali, tra giardini all'aperto e serre botaniche al chiuso. L’orto antico è di raffinato carattere rinascimentale ed è qui che si erge la pianta più longeva del luogo, risalente al 1585.

Negli ambienti interni dell’Orto Botanico si scoprono curiosità e ci si interfaccia con esperienze interattive, oltre a poter visionare installazioni artistiche ed un erbario storico.

Nei secoli fu arricchito di piante di ogni tipo provenienti da tutto il mondo ed oggi conta 3500 specie diverse; nel 1997 è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità Unesco e recentemente è stato ampliato con moderne serre di enormi dimensioni.È possibile visitarlo autonomamente o tramite visite guidate. Durante l’anno non mancano aperture straordinarie in occasione di eventi e ricorrenze.

Piazze di Padova

Distanti circa 10-15 minuti a piedi dal Prato della Valle si trovano tre piazze, “le piazze” di Padova per eccellenza, che rappresentano il fulcro della vita cittadina: Piazza delle Erbe, Piazza della Frutta e Piazza dei Signori, collegate tra loro da strade pedonali o viabili, da un passaggio noto come “canton dee busie” e dalle gallerie del cosiddetto Sottosalone. Padova ha sempre avuto una spiccata vocazione commerciale. C’è traccia di scambi già in epoca pre-romana, anche se è nel Medioevo che queste due piazze, divise al centro dall’imponente Palazzo della Ragione, divennero veri e propri bazar.

Sulle piazze si affacciano alcuni dei palazzi e monumenti più importanti della città: il magnifico Palazzo della Ragione, un lato di Palazzo Moroni (sede del municipio), la Torre dell’Orologio, la Loggia della Gran Guardia e una fontana dove un tempo si bagnavano i neolaureati nel corso di un rito goliardico oggi vietato.

Di giorno le piazze sono animate da bancarelle di ortofrutta e abbigliamento; sul tardo pomeriggio lo spazio lasciato libero dai venditori ambulanti viene occupato dai tavolini dei bar: è qui che convergono studenti e lavoratori al termine di una giornata di fatiche per celebrare il rito dell’aperitivo e lasciarsi andare a un po’ di sana convivialità.

Lungo più di 80 metri, l’edificio sorge su resti di abitazioni romane e medievali, rinvenuti nel sottosuolo grazie a scavi archeologici. Le due piazze sono unite dal “Volto della Corda” o “Canton delle busie“, passaggio coperto chiamato così perché qui i bugiardi, i falliti, gli imbroglioni e i debitori venivano colpiti sulla schiena con una corda. Questa pratica ha dato origine all’espressione restar in braghe de tea.

Come arrivare: ingresso dalla “Scala dei Ferri”, piazza delle Erbe.

Palazzo della Ragione

Fulcro della vita economica cittadina, oggi come il passato, il Palazzo della Ragione è uno dei simboli di Padova, datato 1218. Palazzo della Ragione è un chiaro esempio di una delle più grandi aule sospese d’Europa e risale al Duecento. Le pitture raffigurano animali e soggetti allegorici, a simboleggiare l’antica funzione del Salone. Tra i palazzi storici del centro di Padova il primato di grandiosità e fascino spetta senza ombra di dubbio al magnifico Palazzo della Ragione, costruito nel Duecento per ospitare i tribunali cittadini e il mercato coperto; nel 1306 fu aggiunta la caratteristica copertura a forma di carena di nave rovesciata.

Si trova tra piazza delle Erbe e piazza della Frutta il Palazzo della Ragione, chiamato dai padovani "il Salone" per la grande sala al primo piano. E' stato usato come tribunale (e di qui il nome 'ragione' nel senso di 'giustizia') fino al 1797, quando cadde la Repubblica di Venezia.

Il Salone deve il suo nome all'enorme sala al livello superiore, con ingresso dal Municipio (via VIII febbraio). La sala presenta uno dei più vasti cicli astrologici esistenti, con i mesi e i segni zodiacali: un grandioso calendario realizzato dopo il 1420, quando il precedente ciclo dipinto da Giotto, comprendente anche la volta con stelle e pianeti, è stato distrutto dall'incendio.

In epoca comunale panni pregiati e pellicce; poi salumieri e casolini. E sotto i portici delle case intorno, venditori di cinture, guanti e seta. Il tipo di merci vendute è cambiato nel tempo.

Nei secoli sede del Tribunale, da cui prende il nome, su Piazza delle Erbe affaccia il più imponente palazzo nonché simbolo di Padova: è Palazzo della Ragione (1208 circa).

Un grande salone pensile ospita un ciclo astrologico medievale, ma anche la pietra del Vituperio, su cui i debitori insolventi erano obbligati a battere per tre volte le natiche, dopo essersi spogliati (la pratica è all’origine dell’espressione restare in braghe di tela), e il grande cavallo ligneo, realizzato da Annibale Capodilista per una giostra e in seguito donato dalla famiglia alla città. Caratteristico anche l'enorme cavallo di legno.

Il piano superiore (Salone) è occupato da un’unica gigantesca sala che rappresenta una delle più grande sale pensili al mondo, oggi usata per mostre ed eventi; al suo interno potrete vedere un enorme cavallo in legno e un pendolo di Foucalt. L’interno del palazzo è stupefacente: un unico ambiente lungo 80 metri e largo 27, completamente affrescato.

Una visita guidata durante il giorno è fortemente consigliata; vale la pena però tornare anche di sera per poter ammirare il palazzo illuminato: è una vista spettacolare.

Sottosalone

Il pianoterra di Palazzo della Ragione è occupato dal Sottosalone, due gallerie dove hanno sede una serie di botteghe che continuano la tradizione medievale del mercato al coperto. Fare la spesa al Sottosalone è una vera tradizione: approfittatene per fare acquisti di prodotti tipici da assaggiare sul posto o portare a casa come souvenir. Si può comprare di tutto: carne di cavallo, formaggi montani, tapas vegane, pesce fresco, vini pregiati, birre artigianali, pasta fatta a mano, cioccolata, abiti bimbi, cosmesi naturale e altro ancora.

Palazzo del Bo, sede dell'Università di Padova

Merita una visita guidata il Palazzo del Bo, antica sede dell’Università degli Studi di Padova. L’Università degli Studi di Padova, la seconda più antica d’Italia (1222) e tra le più antiche d’Europa, attira da secoli studenti e studiosi da tutta Europa. A Padova è stata fondata la seconda università più antica d’Italia. A partire dal Cinquecento la sede ufficiale dell’università divenne Palazzo Bò, un complesso edificio il cui nucleo originario risale al Duecento; si affaccia sulla centralissima via 8 Febbraio.

Qui Galileo Galilei insegnò per 18 anni contribuendo alla nascita della scienza moderna. Il tour guidato del Bò vi permette di entrare nel Teatro Anatomico, una sala particolarissima e dal fascino sinistro. Si tratta del primo esempio al mondo di aula creata appositamente per l’insegnamento dell’anatomia umana attraverso la dissezione di cadaveri: dai balconi in legno che si affacciano ad anfiteatro verso un tavolo posto in basso gli studenti potevano assistere a vere e proprie autopsie.

Un’altra attrazione famosa del Bò di Padova è la cattedra di Galileo Galilei: il celebre scienziato insegnò nell’ateneo patavino dal 1592-1610. Fanno parte del tour anche la splendida Aula Magna, oggi usata per cerimonie ufficiali, la Sala dei Quaranta e i cortili interni. Tra le tante opere d’arte che potrete ammirare nel corso del tour c’è anche una statua di Elena Cornaro Piscopia, la prima donna laureata al mondo.

Iniziarono ad incontrarsi nel Bo, in origine hospitium bovis, un vecchio albergo situato vicino ad alcune macellerie.

Caffè Pedrocchi

L’appellativo di “Caffè senza porte” è riferito al Caffè Pedrocchi. Il Caffè Pedrocchi di Padova non teme confronti con il celebre Caffè Florian di Venezia o le storiche caffetteria di Vienna. Anche il Pedrocchi è un salotto mondano, ma ormai è più consueto far sfoggio di abiti firmati che di cultura. Al pari di questi esempi famosi può vantare eleganti sale intrise di storia, un tempo luogo di ritrovo di intellettuali e nobili illuminati. Tra queste non si può non ricordare la Sala Bianca, amata da Stendthal e citata in uno dei suoi libri più celebri.

Se volete darvi un tono, o se volete regalarvi un’esperienza esclusiva, sedetevi ai tavolini di questo raffinato bar, preparatevi a pagare più di qualche euro per una tazzina e gustate la specialità di casa: si chiama Caffè Pedrocchi come il locale ed è un corroborante caffè espresso 100% arabica con aggiunta di menta e panna fresca e una spruzzata di cacao amaro. Viene servito in tazza da cappuccino, ma senza cucchiaino perché non va zuccherato.

Musei di Padova

Padova quindi è un’importante città d’arte ma è da sottolineare come un’altra delle vocazioni di questa città sia la scienza. I musei di Padova, infatti, sono una testimonianza della ricchezza del patrimonio culturale cittadino. I musei di Padova, infatti, sono una testimonianza della ricchezza del patrimonio culturale cittadino. I musei di Padova sono una testimonianza della ricchezza del patrimonio culturale cittadino. L’Archeologico raccoglie reperti di epoca paleoveneta, pre-romana e romana e una sezione egizia con i ritrovamenti dello straordinario esploratore padovano Giovan Battista Belzoni.

I Musei Civici di Padova sono un complesso che raggruppa quattro sedi museali tematiche, di cui due nei chiostri dell’ex Convento degli Eremitani (una dedicata all’arte medievale e moderna, l’altra a reperti archeologici) e una nel vicino Palazzo Zuckermann. Con un unico biglietto potrete ammirare oggetti di vita quotidiana delle prime popolazioni venete ai tempi della preistoria, la ricca collezione d’arte e monete del commerciante Nicola Bottacin, arredi di pregio in uso a Padova tra Medioevo e Ottocento e molto altro.

La Specola, nei pressi del vecchio Castello Carrarese, ospita invece l’Osservatorio Astronomico cittadino. Quello di Padova è particolarmente all’avanguardia, restaurato negli ultimi anni e dotato di uno sofisticato schermo che garantisce un’ottima risoluzione delle immagini.Il percorso di visita al museo astronomico si snoda ora attraverso tutta la torre (200 gradini, senza ascensore), toccando tutte le sale utilizzate dagli astronomi padovani dei secoli scorsi.

Colli Euganei

Per quel che riguarda, invece, gli aspetti naturalistici bisogna volgere lo sguardo ai vicini Colli Euganei. Si tratta di un bellissimo Parco Regionale che comprende 15 comuni della provincia di Padova. Senza fare torto agli altri comuni, tre, se ce n’è modo, meriterebbero assolutamente una visita: parliamo di Abano Terme (il termalismo è uno dei valori aggiunti dei Colli Euganei); Arquà Petrarca (così chiamata per la presenza di Francesco Petrarca) ed Este.

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