Turismo a Piacenza: Cosa Vedere
Piacenza è una meta che sorprende per la sua ricchezza artistica e culturale, spesso sottovalutata. Nonostante non ci siano attrazioni di fama mondiale come il Battistero di Parma o la Cattedrale di Modena, il centro urbano è ben conservato e offre numerose attrattive che meritano una visita di uno o due giorni, magari combinata con un'escursione nei dintorni.
Il Duomo e la "Stra Drita"
L’inizio della visita è senz’altro al Duomo, una chiesa antica la cui facciata è curiosamente bicolore - parte in arenaria, parte in marmo rosa veronese. Notate i portali e le architravi, risalenti al 1100; e poi, all’interno, le formelle dei Paratici infisse su alcuni pilastri della navata centrale: sono i simboli delle corporazioni artigiane che ne sponsorizzavano la costruzione. Bello anche il Campanile, del 1333, su cui svetta un angelo segnavento.
Di fronte al Duomo ecco una strada tutta diritta davanti a voi: è la “Stra Drita”, ovvero via XX Settembre, che un tempo si chiamava via degli Orefici (qualche orafo rimane ancora oggi). Conduce - tra negozi e boutique alla moda - a piazza dei Cavalli, il centro laico di Piacenza, che è piacevole e sempre animato.
Chiese Storiche
La passeggiata piacentina può continuare alla scoperta delle tante chiese disseminate nel centro storico. Stupisce, camminando - ma è una prerogativa di molte città di pianura - come gli esercizi commerciali siano concentrati in un paio di strade, via XX Settembre e corso Garibaldi, mentre altrove le case e i tanti palazzi aristocratici si susseguono in una progressione silenziosa.
Molte chiese sono storicamente degne di nota, forse più per visitatori appassionati che per turisti di giornata. Sant’Antonino, tutta di mattoni, è tra le più antiche (venne fondata nel IV secolo) e ha una forma inconsueta, con un transetto preceduto da un pronao altissimo, detto il Paradiso, il cui portale di marmo ha sculture romaniche pregevoli.
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San Savino, invece, è da ricordare per la cripta, che incredibilmente si illumina automaticamente una volta scesi i gradini - non fatevi scoraggiare dal buio in cui è immersa la navata… Nella cripta, dicevamo, sono bellissimi i capitelli romanici, così come il mosaico pavimentale con i mesi, i segni zodiacali e i lavori agricoli. Certo, non si capisce bene dove l’originale finisca e inizi l’imitazione, ma il risultato è armonico e interessante.
C’è poi San Sisto, dall’altra parte della città: preceduta da un cortile, la si ricorda per il coro intarsiato del Cinquecento, stupendo ancorché poco illuminato; e per l’incredibile storia che vede protagonista la straordinaria, dolcissima, unica Madonna Sistina di Raffaello, dipinta per la chiesa e poi venduta duecento anni dopo ad Augusto III di Polonia (da quel tempo è a Dresda). Una copia troneggia al posto dell’originale, in memoria di quello che avrebbe potuto rappresentare questa chiesa per Piacenza se ancora quell’opera fosse al suo posto.
E infine - l’abbiamo tenuta per ultima apposta - c’è la chiesa che vi consiglieremmo di visitare se aveste tempo per vederne una sola: il santuario della madonna di Campagna. È un luogo dove si è fatta la storia: qui nel 1095, in occasione di un solenne concilio, papa Urbano II indisse la prima crociata. E poi guardate in alto la cupola: la somiglianza non v'ingannerà e sarà naturale pensare al Guercino, che senz’altro la vide prima di affrescare quella del Duomo.
Musei e Gallerie d'Arte
Se alle chiese preferite i musei, allora vi segnaliamo che a Piacenza c'è un biglietto cumulativo che permette di entrare a poco prezzo in cinque istituzioni museali cittadine. Tra queste, la Galleria e il Collegio Alberoni, che conserva un toccante Antonello da Messina (ma è aperta solo la domenica), il Museo della Cattedrale e quello civico di Storia naturale. Nei Musei civici di Palazzo Farnese sono ben dieci le collezioni ospitate, tra cui gli appassionati andranno in sollucchero per quella particolarmente estesa di carrozze.
Ma se dovete scegliere un solo luogo da visitare, non perdetevi la Galleria d'arte moderna Ricci Oddi. Perché è uno di quei piccoli tesori di provincia dove, una volta tornati a casa, si ha voglia di indirizzare gli amici. La storia è quella del gentiluomo piacentino Giuseppe Ricci Oddi che nei primi quarant'anni del Novecento acquistò una serie di dipinti e di sculture realizzati da suoi contemporanei, diventando uno dei collezionisti italiani più stimati e riveriti. A un certo punto, poi, decise di donare tutto alla sua città: a fatica si fece assegnare un terreno, a sue spese vi fece costruire un edificio da un amico architetto, nel 1937 inaugurò la Galleria come l'aveva sognata.
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È quindi un unicum quello di Piacenza, per storia, impostazione, qualità. Le didascalie ben spiegano il rapporto tra Ricci Oddi e i suoi quadri, e passeggiando per le sale sembra ancora di sentirlo mentre valutava l'acquisto di un dipinto o lo faceva disporre nelle sale della Galleria, accanto agli altri della stessa "scuola regionale". Ci sono Hayez, Fattori, Boccioni. Ci sono Boldini, Previati, De Nittis, Zandomeneghi. Ci sono i bronzi di Wildt e le cere di Medardo Rosso, ci sono quadretti piccoli come una stupenda Marina di Viareggio di Telemaco Signorini e grandi tele come quella che ritrae le fantastiche donne immerse nella luce di Amedeo Bocchi.
"Non sbagliava un colpo!" ci dice un estasiato visitatore in adorazione di fronte a opere di artisti mai sentiti prima.
Dintorni di Piacenza
Le valli piacentine, a poca distanza dal capoluogo, sono belle e ancora ricche di natura. Innanzitutto i tre borghi certificati dal Touring Club Italiano con la Bandiera arancione, uno più bello dell'altro: Bobbio, con il suo ponte sul Trebbia; Castell'Arquato, perfetta scenografia medievale; Vigoleno, piccolo castello cinto da mura (per i soci Tci c'è l'ingresso ridotto al Mastio). In primavera e in estate la val Trebbia è il paradiso di chi ama gli sport fluviali o semplicemente fare un bagno nel fiume: l'acqua è tra le più limpide della regione.
Ricordiamo che è disponibile un biglietto d'ingresso, valido un anno, per visitare cinque musei di Piacenza Musei in Rete: i Musei Civici di Palazzo Farnese (biglietto ridotto per i soci Tci), la Galleria Ricci Oddi e i Musei del Collegio Alberoni, il Museo di Storia Naturale e Kronos - Museo della Cattedrale.
Itinerario a Piedi nel Centro Storico
Il centro è racchiuso tra le antiche mura Farnesiane del ‘500 che hanno sostituito la cinta muraria medioevale e romana. Fate attenzione alle strisce blu per terra perché in alcune zone i parcheggi sono a pagamento. Inoltre il centro è zona a traffico limitato quindi occhio a non superare gli accessi con le telecamere.
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L’itinerario a piedi inizia da Piazzale delle Crociate e qui si incontra subito la Basilica di Santa Maria di Campagna. Da Palazzo Farnese, attraverso Viale Risorgimento e Via Cavour, si arriva a Piazza Cavalli, il centro di Piacenza. Sempre su Piazza Cavalli, di fronte al Palazzo Gotico, si affaccia il Palazzo del Governatore, un magnifico edificio neoclassico, oggi sede della Camera di Commercio. All’angolo tra Piazza Cavalli e via XX Settembre si trova la Chiesa di San Francesco dalla facciata austera in stile gotico. Proseguendo per Via XX Settembre si arriva in Piazza Duomo.
La visita continua verso la Basilica di Sant’Antonino, intitolata al Santo Patrono della città, di cui vengono conservate le reliquie in un’urna sotto l’altare maggiore. Nella piazza antistante la Basilica di Sant’Antonino si trova il Teatro Municipale.
Cosa e Dove Mangiare a Piacenza
Ovviamente una visita a Piacenza non può concludersi senza prima essersi fermati ad assaggiare uno dei piatti tipici locali. I piacentini vanno molto fieri della loro tradizione gastronomica, perciò non avrete problemi a trovare nei menù dei ristoranti tutti i capisaldi della cucina tradizionale.
Cosa Mangiare
I protagonisti della cucina piacentina sono sicuramente i salumi, che per tradizione vengono accompagnati da un buon calice di Gutturnio, un vino rosso molto diffuso in zona. In generale, però, ci sono dei “grandi classici” che è possibile incontrare in tutta la provincia, Piacenza inclusa.
- I formaggi e i salumi piacentini, in particolare la pancetta, il salame e la coppa DOP
- I tortelli della coda, originari della Val Nure ma ormai diffusi anche a Piacenza, che consistono in pasta ripiena ricotta ed erbette
- I pisaréi e fasö, gnocchetti di pangrattato conditi con un sugo di fagioli e lardo
- Gli anolini, serviti rigorosamente in brodo, e con ripieno di carne. Se ci si sposta in Val d’Arda, però, è più probabile trovarli nella variante con ripieno di parmigiano.
- La coppa arrosto, lasciata cuocere in forno e servita a fette nel suo sughetto
- La “picula ‘d cavall”, una sorta di ragù fatto di carne trita di cavallo, che viene solitamente accompagnato dalla polenta
- Il coniglio alla piacentina, preparato con l’aggiunta di pancetta tagliata a cubetti e fatta rosolare in padella
- Le lumache, fatte lessare e poi condite con sugo di pomodoro. Sono considerate un piatto magro tipico soprattutto del Natale
Dolci Tipici
- I busslanein, dei biscotti a forma di ciambella perfetti per essere inzuppati nel Vin Santo
- I Turtlitt, frittelle con ripieno di mostarda o di castagne, facili da trovare nei mesi di gennaio e febbraio
- Il latte in piedi, un budino con latte e burro, dal sapore molto delicato
Dove Mangiare
Ecco alcuni ristoranti consigliati:
- L’Antica Trattoria dell’Angelo - Via Tibini, 14
- Enoteca da Renato - via Roma 24
- Trattoria Pireina - Via Borghetto, 137
Dove Dormire a Piacenza
Se avete intenzione di pernottare a Piacenza, sicuramente non avrete difficoltà a trovare una struttura dato che l’offerta alberghiera è molto sviluppata. Ecco alcuni suggerimenti:
- Grande Albergo Roma - via Cittadella, 14
- B&B Casa Del Profumo - Via Scalabrini, 42
- B&B Palazzo Malaspina - Via Borghetto, 7
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