Turismo Accessibile in Europa: Linee Guida per un'Esperienza Inclusiva
Viaggiare è uno dei piaceri più grandi della vita: scoprire nuovi luoghi, incontrare persone, immergersi in culture diverse, godere di paesaggi mozzafiato e collezionare ricordi indimenticabili. Tuttavia, per milioni di persone in Italia e nel mondo, l’idea di partire per una vacanza può trasformarsi in una sfida complessa, fatta di ostacoli, barriere architettoniche e informazioni poco chiare. Parliamo di anziani, persone con disabilità motorie, sensoriali o cognitive, ma anche di chi, temporaneamente, si trova ad affrontare limitazioni nella mobilità. A questa platea si aggiungono i caregiver, i familiari e i professionisti che ogni giorno si impegnano per garantire una vita più autonoma e soddisfacente ai loro cari o assistiti.
Eppure, il turismo accessibile non è solo una questione di diritti, ma rappresenta anche una straordinaria opportunità economica e sociale. Rendere il viaggio possibile per tutti significa aumentare il numero di visitatori, allungare la stagione turistica, fidelizzare nuovi segmenti di clientela e migliorare la reputazione delle destinazioni. In questo approfondimento, esploreremo cosa significa turismo accessibile, quali sono le principali normative e diritti a tutela dei viaggiatori con esigenze specifiche, e come il settore si sta evolvendo per offrire esperienze sempre più inclusive e di qualità.
Cos’è il turismo accessibile e perché è importante
Il concetto di turismo accessibile è molto più ampio di quanto si possa pensare. Non si tratta solo di eliminare le barriere architettoniche, ma di garantire a tutti - indipendentemente dall’età, dalle condizioni fisiche o dalle competenze sensoriali e cognitive - la possibilità di vivere un’esperienza turistica completa, sicura, confortevole e gratificante. L’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO) definisce il turismo accessibile come “il diritto di tutte le persone a godere del turismo senza ostacoli, in condizioni di uguaglianza e dignità”. Questo significa che ogni fase del viaggio, dalla pianificazione alla prenotazione, dal trasporto all’alloggio, dalle visite guidate ai servizi di ristorazione, deve essere pensata per includere tutti.
L’accessibilità, infatti, non riguarda solo le persone con disabilità permanenti, ma anche chi affronta difficoltà temporanee (ad esempio, a causa di un infortunio), le famiglie con bambini piccoli, gli anziani, le donne in gravidanza e chiunque possa avere esigenze particolari. In Italia, secondo i dati diffusi dall’ENAT e confermati da Village for All, il turismo accessibile rappresenta un mercato potenziale di oltre 10 milioni di viaggiatori, con un impatto economico stimato in miliardi di euro ogni anno. A livello globale, si parla di un mercato da oltre 166 miliardi di euro, considerando anche gli accompagnatori e i familiari.
Ma perché è così importante investire nell’accessibilità turistica? Innanzitutto, perché si tratta di un diritto umano fondamentale, sancito dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (art. 30) e ribadito dalla legislazione europea e nazionale. In secondo luogo, perché un turismo più inclusivo e accessibile migliora la qualità della vita di tutti: non solo delle persone con bisogni specifici, ma anche delle loro famiglie, degli operatori turistici e delle comunità ospitanti. Infine, perché l’accessibilità è un potente motore di innovazione, capace di generare nuove opportunità di business, valorizzare le destinazioni e favorire la destagionalizzazione.
Leggi anche: IA e il futuro del turismo
Numerosi studi dimostrano che le persone con disabilità e i loro accompagnatori tendono a viaggiare più spesso fuori stagione, a scegliere strutture che garantiscono comfort e sicurezza, e a fidelizzarsi con chi offre servizi realmente accessibili. Inoltre, la presenza di barriere - fisiche, sensoriali, cognitive o culturali - non solo limita la libertà di movimento, ma può generare frustrazione, isolamento e rinuncia al viaggio. Al contrario, un’esperienza positiva genera passaparola, recensioni favorevoli e ritorno economico per tutto il settore. L’accessibilità, dunque, è un valore aggiunto per tutti: rende le destinazioni più competitive, amplia la platea dei visitatori, stimola l’innovazione e contribuisce a costruire una società più giusta e solidale. Investire nel turismo accessibile significa investire nel futuro.
Normative e diritti: cosa dice la legge
Il diritto di viaggiare senza barriere è sancito da numerose normative internazionali, europee e nazionali, che negli ultimi anni hanno segnato importanti passi avanti nella tutela delle persone con disabilità e nella promozione dell’accessibilità universale. Tuttavia, tra la teoria e la pratica spesso esistono ancora molte differenze, e la conoscenza delle leggi è fondamentale per orientarsi e far valere i propri diritti.
A livello internazionale, la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (ratificata dall’Italia con la legge 18/2009) rappresenta il principale riferimento normativo. L’articolo 30 della Convenzione riconosce il diritto di tutte le persone a partecipare pienamente alla vita culturale, ricreativa, turistica e sportiva, imponendo agli Stati membri l’obbligo di adottare misure per eliminare le barriere e garantire l’accesso a strutture, servizi e attività turistiche.
In ambito europeo, il recente European Accessibility Act (Direttiva UE 2019/882) ha introdotto standard comuni per l’accessibilità di prodotti e servizi, inclusi siti web, applicazioni mobili, terminali di pagamento, servizi di trasporto e informazioni turistiche. La direttiva, che dovrà essere recepita dagli Stati membri entro il 2025, rappresenta un passo avanti fondamentale per la creazione di un mercato unico dell’accessibilità e per la tutela dei diritti dei viaggiatori con esigenze specifiche.
In Italia, la normativa sull’accessibilità è articolata e in continua evoluzione. La legge 13/1989 e il D.P.R. 503/1996 stabiliscono i criteri per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici pubblici e privati aperti al pubblico, mentre la legge 104/1992 tutela i diritti delle persone con disabilità in tutti gli ambiti della vita sociale, compreso il turismo. Più recentemente, la Legge di Bilancio 2021 ha stanziato fondi specifici per il turismo accessibile e sono in discussione ulteriori proposte di legge che prevedono sanzioni per le strutture non conformi e obblighi informativi per gli operatori. Nonostante i progressi normativi, la strada da percorrere è ancora lunga.
Leggi anche: Analisi del rapporto turismo-PIL in Italia
Secondo una recente indagine di ENAT, solo il 9% delle strutture turistiche europee è pienamente accessibile, e molte barriere - fisiche, digitali, culturali - persistono ancora oggi. Per questo motivo, è fondamentale continuare a sensibilizzare operatori, istituzioni e viaggiatori sull’importanza dell’accessibilità, promuovendo una cultura dell’inclusione che vada oltre gli obblighi di legge e punti alla qualità dell’esperienza turistica per tutti.
Barriere ancora presenti e soluzioni innovative
Nonostante i progressi normativi e l’aumentata sensibilità sociale, il turismo accessibile si scontra ancora oggi con una serie di barriere che limitano la piena partecipazione di molte persone. Le barriere architettoniche sono sicuramente le più evidenti: gradini, rampe troppo ripide, ascensori assenti o non funzionanti, bagni non attrezzati, porte troppo strette, mancanza di percorsi tattili per non vedenti o di segnaletica chiara per persone con disabilità cognitive. Ma le difficoltà non si fermano qui. Esistono barriere sensoriali (ad esempio, la mancanza di informazioni in braille o di sistemi di amplificazione sonora), digitali (siti web non accessibili, prenotazioni online complicate, assenza di descrizioni dettagliate sull’accessibilità delle strutture) e culturali (scarsa formazione del personale, pregiudizi, mancanza di attenzione alle esigenze specifiche).
Secondo il rapporto “Turismo accessibile: dati e trend” di UserWay, solo il 9% delle strutture turistiche europee è realmente accessibile. In Italia, nonostante gli sforzi di alcune regioni e città, molte destinazioni presentano ancora ostacoli significativi per chi si muove in sedia a rotelle, utilizza ausili per la mobilità o ha esigenze particolari.
Tuttavia, negli ultimi anni stanno emergendo soluzioni innovative che stanno cambiando il volto del turismo accessibile. Da un lato, sempre più strutture ricettive stanno investendo in interventi di abbattimento delle barriere architettoniche, installando ascensori, montascale, rampe e bagni attrezzati. Dall’altro, la tecnologia offre strumenti preziosi: app per la mappatura dell’accessibilità urbana (come “Wheelmap” o “AccessiWay”), piattaforme di prenotazione specializzate (Bookingbility, Wheel the World), siti web accessibili secondo le linee guida WCAG, servizi di traduzione simultanea per persone con disabilità uditiva, e dispositivi domotici che facilitano la fruizione degli spazi.
Destinazioni e strutture all’avanguardia in Italia e in Europa
Fortunatamente, esistono numerosi esempi virtuosi di destinazioni e strutture che hanno fatto dell’accessibilità un punto di forza, dimostrando che viaggiare senza barriere è possibile e può diventare un’esperienza positiva per tutti. In Italia, diverse regioni e città si sono distinte per l’impegno concreto nel rendere il turismo più inclusivo. Emilia-Romagna è considerata una delle regioni più avanzate in questo campo: la costa romagnola vanta numerose spiagge attrezzate con passerelle, sedie job, servizi igienici accessibili e personale formato.
Leggi anche: Regolamentazione delle Ferie nel Turismo
Rimini, in particolare, ha sviluppato il progetto “Rimini Autismo Friendly”, che prevede percorsi dedicati, hotel certificati e attività pensate per le persone con disturbi dello spettro autistico. Il Trentino Alto Adige rappresenta un altro esempio di eccellenza: grazie al progetto “Trentino per tutti”, sono stati realizzati sentieri accessibili in montagna, rifugi attrezzati, musei inclusivi e servizi di accompagnamento specializzato. Le Dolomiti, patrimonio UNESCO, offrono percorsi naturalistici accessibili anche a chi si muove in carrozzina, con guide specializzate e ausili tecnici.
A livello europeo, la Spagna è considerata un modello per il turismo accessibile: Barcellona e Valencia sono dotate di mezzi pubblici, musei e spiagge completamente accessibili, con informazioni dettagliate disponibili online. Il Portogallo ha sviluppato il programma “All for All”, che promuove itinerari accessibili in tutto il paese, mentre Paesi Bassi e Finlandia si distinguono per l’attenzione alle esigenze delle persone con disabilità sensoriali e cognitive.
Infine, va sottolineato il ruolo delle associazioni e dei portali specializzati, che raccolgono e diffondono informazioni aggiornate sulle destinazioni accessibili. Village for All, Cityfriend, ENAT, Bookingbility e Wheel the World sono solo alcune delle realtà che aiutano i viaggiatori a scegliere mete e strutture realmente senza barriere, offrendo consulenza, guide e servizi personalizzati.
Esperienze di viaggio: testimonianze e consigli pratici
Al di là dei dati e delle normative, sono le esperienze personali a raccontare meglio di ogni altra cosa l’importanza del turismo accessibile. Le storie di chi viaggia ogni giorno affrontando e superando ostacoli, di chi trova accoglienza e servizi adeguati, ma anche di chi si scontra con barriere e disattenzioni, sono preziose per capire cosa funziona e dove è necessario migliorare.
Diverse associazioni italiane e internazionali raccolgono e diffondono testimonianze di viaggiatori con disabilità, anziani e caregiver. Progetti come “Ruote Libere”, “Viaggi Senza Barriere”, “Cityfriend”, “SportABILI” e “Joëlette and Co” offrono non solo racconti di viaggio, ma anche consigli pratici, recensioni di strutture, suggerimenti per affrontare le difficoltà e godere appieno dell’esperienza turistica.
Ad esempio, molti viaggiatori consigliano di pianificare con largo anticipo, di contattare direttamente le strutture per verificare le reali condizioni di accessibilità, di consultare portali specializzati e di non esitare a chiedere supporto alle associazioni locali. Non mancano, infine, le storie di successo: famiglie che hanno potuto vivere una vacanza serena grazie a una struttura attenta e accogliente, viaggiatori che hanno scoperto nuove passioni (come il trekking accessibile, la vela o il turismo enogastronomico), operatori che hanno trasformato la propria offerta per rispondere meglio alle esigenze di tutti. Queste esperienze dimostrano che il turismo accessibile non è solo possibile, ma può diventare un’opportunità di crescita personale, sociale ed economica per tutti i soggetti coinvolti.
Il ruolo della tecnologia e dei servizi personalizzati
La tecnologia sta rivoluzionando il modo in cui le persone con disabilità, gli anziani e i loro accompagnatori vivono l’esperienza turistica. Oggi, grazie a soluzioni digitali innovative, è possibile superare molte delle barriere che fino a pochi anni fa rendevano il viaggio un’impresa complessa. App, piattaforme web, dispositivi intelligenti e servizi digitali personalizzati stanno cambiando il volto del turismo accessibile, offrendo strumenti concreti per pianificare, prenotare e vivere ogni fase del viaggio in modo più semplice e sicuro.
Uno degli sviluppi più significativi riguarda le applicazioni mobili dedicate all’accessibilità. Strumenti come Wheelmap, AccessiWay, Jaccede e AismApp consentono di mappare in tempo reale l’accessibilità di ristoranti, hotel, musei, mezzi di trasporto e spazi pubblici, grazie alle recensioni degli utenti e alle valutazioni delle associazioni. Queste app permettono di scegliere le destinazioni e i servizi più adatti alle proprie esigenze, riducendo il rischio di imprevisti e migliorando la qualità dell’esperienza.
Anche le piattaforme di prenotazione online si stanno adeguando: realtà come Bookingbility, Wheel the World e City...
Viaggiare, fare sport, partecipare ad attività culturali e ricreative sono modi normali e gratificanti di usufruire del proprio tempo libero, ma a cui purtroppo non tutti riescono sempre ad accedere. Basti pensare che, secondo i dati ISTAT, degli oltre 3 milioni e 100mila italiani che convivono con una qualche forma di disabilità (il 5,2% della popolazione), solo il 44,4% è soddisfatto del proprio tempo libero, contro il 69,4% del resto della popolazione. Prendendo in considerazione alcune delle attività ricreative più comuni si evince che solo il 9,3% delle persone affette da disabilità si reca frequentemente al cinema, al teatro, a un concerto o visita un museo durante l’anno, mentre nel resto della popolazione il dato è il 30,8%; d’altra parte, ben il 62,5% dei musei italiani, pubblici e privati, non è attrezzato per ricevere le persone con limitazioni gravi. La pratica sportiva viene esercitata solo dal 9,1% delle persone con disabilità, contro il 36,6% relativo al resto della popolazione, e solo un terzo dei ragazzi con disabilità in età scolare partecipa alle gite scolastiche e condivide esperienze fuori casa con i compagni.
È bene precisare che il benessere e l’inclusione sociale delle persone con disabilità e malattie croniche e rare non passano solo dall’assistenza sanitaria e sociale, ma dal garantire una qualità della vita soddisfacente in tutti i campi, compreso quello dello svago, del turismo, del tempo libero e dello sport, aspetti essenziali della vita di una persona.
“Nonostante questi aspetti, purtroppo, siano spesso sottovalutati la piena attuazione del diritto di cittadinanza e delle pari opportunità passa anche da qui. In merito al settore turistico, uno studio commissionato dal Parlamento Europeo sull’accessibilità dei servizi e dei trasporti in Europa dimostra che i servizi della filiera turistica e dei trasporti in Italia non riescono a rispondere alle necessità delle persone con disabilità. Eppure in Europa si stimano circa 80 milioni di persone con una disabilità e un potenziale economico diretto derivato dal turismo accessibile, pari a un fatturato lordo di circa 352 miliardi di euro. In Italia, l'ISTAT stima un aumento di viaggiatori con disabilità del 70% entro il 2035, ma solo a patto che le esperienze di turismo e tempo libero diventino sempre più accessibili e inclusive. “Un Paese a vocazione turistica come il nostro dovrebbe investire maggiori risorse per ottenere livelli di accessibilità più elevati e più soddisfacenti delle proprie destinazioni”.
“Come sottolineato dal Rapporto SiPuò, l’accessibilità dovrebbe sempre andare di pari passo con l’inclusione, evitando il più possibile situazioni potenzialmente discriminatorie. In una delle numerose esperienze attuate nell’ambito del Progetto SiPuò, ad esempio, abbiamo attrezzato uno stabilimento balneare rendendolo completamente accessibile, in quanto dotato di tutti gli strumenti idonei a soddisfare le esigenze dei clienti con disabilità, e allo stesso tempo pienamente inclusivo, in quanto gli ombrelloni e i servizi per le persone con disabilità erano collocati uniformemente in mezzo a tutti gli altri. Il Progetto SiPuò ha operato su tutti i fronti essenziali alla diffusione della cultura dell’accessibilità e inclusione, tra cui quello della formazione, mediante l’erogazione di un corso gratuito di 40 ore, a cui hanno partecipato 78 operatori turistici e del tempo libero selezionati su 270 iscritti, e webinar pubblici sul tema che hanno riscosso un elevato successo. Il coinvolgimento diretto delle persone con disabilità e l’ascolto delle loro esigenze ha condotto alla definizione di linee guida, raccolte nel Rapporto SiPuò, con l’obiettivo di fornire a tutti criteri pratici per garantire accessibilità e inclusione.
Secondo Piera Nobili, Presidente CERPA-Centro Europeo di Ricerca e Promozione dell’Accessibilità, che da 30 anni contribuisce a promuovere la cultura dell’inclusione sociale, “un sistema ospitale non si realizza solo attraverso una maggiore attenzione tecnica, ma è necessario coniugare il comfort ambientale con una gestione attenta dei servizi e una maggiore attenzione alle esigenze delle persone con disabilità a 360 gradi. Bisogna formare adeguatamente il personale coinvolto e diffondere la consapevolezza dell’importanza dell’accessibilità e dell’inclusività. Ma consapevolezza e buona volontà non bastano da sole, sono necessarie specifiche professionalità, conoscenze e competenze.
“È fondamentale investire per garantire alle persone con disabilità e malattie croniche e rare la possibilità di esercitare pienamente i propri diritti in tutti gli aspetti della loro vita, compresi quelli dello svago e del tempo libero”. “Grazie al Progetto SiPuò, le famiglie e le persone con disabilità hanno potuto viaggiare, scoprire il mare e la montagna, praticare sport, vivere esperienze culturali, coltivare nuove passioni e stare a contatto con la natura, attraverso una serie di pratiche svolte in tutto il territorio nazionale in modo da garantire la massima accessibilità e inclusione”. “Auspichiamo che queste esperienze e la gioia provata dalle persone nel loro svolgimento non debbano essere trovate solo all’interno di progettualità definite, ma che i contenuti e le linee guida del Rapporto SiPuò possano contribuire a diffondere sempre più tali occasioni, rendendole fruibili a tutti. Si è appena tenuto il World Tourism Day. Quale occasione migliore per parlare di accessibilità dei servizi turistici?
La ISO 21902 tratta proprio questo tema. Secondo Marina Diotallevi (UNWTO - World Tourism Organization), convenor del gruppo di lavoro incaricato dell’elaborazione della norma, la mancanza di coerenza e chiarezza tra i paesi su come garantire l’accessibilità dei servizi e delle strutture turistiche continua a creare delle barriere. Essa ribadisce che “questi ostacoli sono spesso dovuti alla mancanza di conoscenza e formazione all’interno del settore e gli sforzi fatti con buone intenzioni spesso si rivelano vani.
Come poi spiega Jesús Hernández, Project Leader della ISO 21902 e direttore dell’Universal Accessibility and Innovation della Fondazione ONCE, “alcuni paesi non dispongono di standard adeguati e, a loro volta, i fornitori del settore non dispongono di linee guida per adattare la propria offerta turistica e le proprie strutture all’accoglienza di tutti. La nuova norma è pensata per soddisfare le esigenze di tutti gli attori del settore e delle organizzazioni che si occupano direttamente o indirettamente di turismo. Si rivolge alle amministrazioni nazionali e agli uffici turistici, ai comuni e agli enti pubblici, alle aziende del settore turismo e dei viaggi - tour operator e agenzie di viaggio, fornitori di servizi di trasporto, strutture ricettive, alberghi e ristoranti - così come a chi indirettamente può fare la differenza in tema di accessibilità: architetti e sviluppatori di prodotti e servizi ICT.
TAG: #Turismo