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Turismo dei Beni Culturali: Definizione e Tipologie

A chi si avvicini per la prima volta alle tematiche relative al turismo culturale risulterà subito evidente la difficoltà di attribuire a questo binomio una definizione univoca, e ciò per una duplice ambiguità che investe sia il termine turismo sia il concetto di cultura, dai confini alquanto flessibili. L’Organizzazione mondiale del turismo (OMT) definisce il turismo culturale come un movimento di persone che si spostano essenzialmente per ragioni di tipo culturale, come i viaggi studio, i tour artistici, la partecipazione a festival e ad altri eventi, la visita a luoghi storici e a monumenti, per studiare la natura, il folclore, l’arte o la religione (1985).

Il turismo culturale riguarda anche il piacere di immergersi nello stile di vita locale e in tutto ciò che ne costituisce l’identità e il carattere. Rientrano quindi nel turismo culturale sia aspetti della cultura materiale, sia i prodotti culturali immateriali: si pensi, ad esempio, alle tradizioni delle comunità e ai loro valori.

Secondo un’analisi condotta da Isnart e dall’Osservatorio sull’Economia del Turismo e delle Camere di Commercio, nel 2022 l’Italia ha accolto 142 milioni di visitatori che hanno sperimentato il cosiddetto “turismo culturale”: andare alla scoperta delle bellezze artistiche e architettoniche è uno dei motivi principali per cui i viaggiatori hanno scelto l’Italia come meta delle loro vacanze. Di questi, il 55%, ovvero 78,8 milioni, è rappresentato da connazionali, mentre 63,6 milioni sono stranieri.

Non è questa la sede per una trattazione sull’affidabilità del dato statistico, ma va comunque sottolineato che le fonti di dati utilizzabili consentono di tracciare un quadro decisamente parziale del fenomeno. A livello internazionale, l’OMT/UNWTO (United Nations World Tourism Organization) stima che le vacanze con finalità culturali siano passate dal 37% del 1995 al 40% del 2004, per raggiungere quota 42% nel 2009.

Si pensi, ad esempio, alla facoltà concessa agli Stati membri dall'art. 5, par. 3, lett. essere collocate stabilmente in luoghi pubblici". mercato interno (cfr. Considerando n. 5). Vi è un ulteriore elemento che potrebbe concorrere ad aumentare la fiducia dei "consumatori culturali" [66] incidendo, almeno in linea teorica, sulla curva della domanda, ovvero la riqualificazione del capitale umano necessario a garantire alti livelli di qualità dell'offerta turistica [67].

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Definizione e dimensioni del fenomeno

Il patrimonio culturale è per l’Europa uno dei più antichi e importanti fattori che generano turismo (Thorburn 1986) e sta sempre più assumendo un ruolo centrale nelle politiche di sviluppo locale (Dallari 2007). In altre parole, si può dire che il patrimonio culturale (o gli eventi culturali e artistici) rappresenta una risorsa, ma, affinché si attivino opportunità per il turismo culturale, occorrono appositi investimenti in capitale fisico e umano.

Infatti, mentre quest’ultimo è connesso in buona parte a quello che la letteratura anglosassone definisce heritage (Howard 2003), il turismo contemporaneo non è attratto dal patrimonio culturale in sé, ma dai prodotti culturali che vengono organizzati attorno a esso (Battilani 2007). Occorre però distinguere nettamente fra turismo culturale e turismo patrimoniale.

Da quanto fin qui delineato, risulta evidente che se si cerca di misurare la consistenza dimensionale del fenomeno, si incontrano alcune ovvie difficoltà connesse all’ampiezza che si vuole dare al concetto di cultura (Friel, in «Newsletter», 2010).

Le due condizioni per il successo del turismo culturale sono, quindi, da un lato la valorizzazione e la conservazione del patrimonio culturale e, dall’altro, la realizzazione di investimenti per la costruzione di prodotti culturali rivolti al turista, nel rispetto delle esigenze della comunità locale. fig. 1Il turismo può essere letto anche come una delle modalità attraverso le quali il mercato crea quelle risorse di cui la cultura è, per sua natura, deficitaria.

L’incremento, in occasione di viaggi e vacanze, del consumo di arte e più in generale di cultura, fa sì che proprio su questi due settori si concentrino le maggiori aspettative di sviluppo, sia economico sia sociale (Candela, Scorcu 2004), giocate sui valori e sui processi di costruzione del patrimonio (Dallari 2004), dove emerge un binomio turismo-patrimonio culturale tangibile e intangibile, antico (quello legato al grand tour) e attualissimo (quello legato alla fruizione collettiva e di massa dei luoghi) e dove si confrontano tre paradigmi d’interpretazione turistica differenti (fig.

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Il turismo culturale, se inserito nell’ottica della sostenibilità, si propone quindi di bilanciare il bisogno della popolazione locale di guadagni a breve termine con gli obiettivi a più lungo termine di preservare, proteggere e promuovere le risorse storiche e culturali all’interno dell’industria turistica. Se il patrimonio culturale consiste in ciò che si ‘eredita’ e che ha ottenuto un’attribuzione di valore nel corso del tempo, il patrimonio come risorsa è, invece, una costruzione basata sull’instaurarsi di nuove relazioni fra gli attori del territorio e fra questi e i visitatori (Greffe 2002).

Offerta turistica e promozione

La prima implicazione di questo ragionamento è che, per diventare una meta turistica, una città deve organizzare il proprio patrimonio culturale, o meglio la sua fruizione, in forma di prodotti culturali.

In questa prospettiva si legge la previsione dell'art. economico di una determinata area, con il contributo dei privati for e non profit [32].

Si registra ovunque un interesse in aumento per la cultura e per le vacanze che offrano anche la possibilità di un’esperienza educativa e culturale, oltre che di svago. Un altro fenomeno in crescita è costituito dalle vacanze pluritematiche, intese come momento di soddisfazione di molteplici bisogni e interessi, diversamente dal passato, in cui le ferie rispondevano a un unico elemento di interesse. In questo modo si incentivano i brevi viaggi, della durata di non più di tre giornate, svolti nell’arco dell’anno, indifferentemente dalla stagione, e visti come seconda o terza vacanza dopo quella estiva, ancora oggi vissuta come quella principale e più lunga, sebbene anche questa superi raramente i 7 giorni (la permanenza media nazionale è 5-6 giorni).

Sono proprio gli importanti flussi turistici generati [57] e le opportunità in termini di place branding a rendere il fenomeno del turismo musicale di grande interesse per la promozione del territorio, in quanto all'offerta "specifica" si aggiunge quella dei luoghi in cui gli appuntamenti musicali sono inseriti, quali teatri storici, chiese, ville e dimore, case museo legate a specifici periodi storici o a particolari personaggi, attorno ai quali possono realizzarsi itinerari turistici anche transfrontalieri come testimoniano il progetto European Paganini Route promosso nell'ambito dell'Anno Europeo del Patrimonio Culturale 2018 ed il progetto"tARTini. Turismo culturale all'insegna di Giuseppe Tartini" co-finanziato nel 2017 dal Programma Interreg Italia-Slovenia 2014-2020.

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Le scelte di governo di questo processo da parte delle amministrazioni cittadine si sono spesso concentrate, in particolare per i poli industriali maggiori, su grandi opere di riqualificazione dei vuoti urbani e delle aree dismesse e su investimenti in eventi culturali, artistici e ricreativi. La spinta è stata dunque verso una transizione dall’economia industriale all’economia dei servizi e più in particolare di quelli alla persona.

Il Paese ha vissuto, pur con un certo ritardo rispetto ad altre economie capitalistiche occidentali, un tipico processo a ‘fisarmonica’: prima un’urbanizzazione diffusa attorno ai maggiori centri industriali del Paese, poi l’abbandono dei centri storici da parte delle popolazioni residenti in cerca di standard di vita qualitativi più elevati nei comuni delle cinture metropolitane e, infine, un più tardivo processo di gentrificazione, cioè di riscoperta e riuso della città storica da parte di popolazioni di ceto medio-alto.

Promozione dell'offerta turistico-culturale

turistico-culturali (lett. garantire l'accessibilità (lett. di materiali informativi in lingua straniera (lett. c). stipularsi entro i successivi sessanta giorni (art. 25, co. presenti nell'art. 112, commi 4-8, del d.lgs. n.

La stessa legge di riforma del cinema e dell'audiovisivo, legge 14 novembre 2016, n. 220, ne ha riconosciuto il ruolo nella promozione del territorio (art. 4, co. 4) costituendo presso la direzione generale turismo un tavolo "tecnico" di coordinamento nazionale titolare di funzioni di studio, analisi e proposta "con l'obiettivo di armonizzare e rendere più efficaci gli interventi statali e regionali a favore del settore cinematografico e audiovisivo, di monitorare l'esito delle politiche territoriali, nonché di proporre azioni coordinate di promozione della produzione italiana all'estero" [53].

Politiche pubbliche a sostegno della domanda

Nella prima direzione si inserisce la scelta, contenuta nel d.l. 26 aprile 2013, n. 43, conv. sono state riassegnate, per effetto del d.l. 21 settembre 2019, n. in legge 18 novembre 2019, n. d.l. 12 luglio 2018, n. 86, conv. in legge 9 agosto 2018, n. può incidere [19]. 2. riforma introdotta dal d.p.c.m. 29 agosto 2014, n. dall'art. 1 del d.l. 31 maggio 2014, n. 83, conv. valorizzazione del patrimonio culturale, compreso quello c.d. dall'art. 11, co. 3, del d.l. n. della legge 6 ottobre 2017, n. (c.d. territoriali, nella forma della programmazione negoziata ex art. 2, co. legge 23 dicembre 1996, n. poche norme del d.lgs. 23 maggio 2011, n. ordinamento e mercato del turismo", dedicate al "turismo culturale". L'art.

Se a ciò si aggiunge che non sono stati ancora definiti i requisiti necessari ad ottenere l'abilitazione richiesta dall'art. 3, co. 3, della legge 6 agosto 2013, n. 97, "Legge europea 2013" [74], per l'esercizio della professione di guida turistica nei siti di particolare interesse storico, artistico o archeologico individuati dal d.m. 7 aprile 2015, dopo l'annullamento da parte del giudice amministrativo del d.m.

finalità assegnate dal decreto attuativo, il coordinamento nazionale potrebbe proporre alle film commission l'implementazione di misure volte ad indirizzare le produzione cinematografiche ed audiovisive verso mete meno note sgravando, nell'ottica di uno sviluppo turistico sostenibile, quelle più inflazionate. Misure che pur incidendo sulla curva dell'offerta potrebbero influenzare indirettamente quella della domanda turistica. Minore attenzione è stata finora riservata ad altri rilevanti segmenti del turismo culturale legati alle performing arts, dal turismo connesso alle rievocazioni storiche [54] e al patrimonio dei teatri antichi [55] al "turismo musicale" legato alle stagioni dei teatri lirici nazionali e all'organizzazione di eventi, festival, rassegne che peraltro sono spesso inseriti in contesti di interesse storico-artistico che ne amplificano il potenziale attrattivo [56].

Non meno importante è la qualificazione degli operatori che si occupano dell'assistenza culturale all'interno dei siti e dei luoghi della cultura, come la guida turistica. La materia delle professioni turistiche dopo la riforma del Titolo V della Costituzione è stata come noto ricondotta alla potestà legislativa concorrente [71] ed il Codice del turismo nel definire i principi generali della materia ha dedicato all'argomento due scarne disposizioni: l'art. 6 che propone una definizione di professioni turistiche analoga a quella della legge quadro del 2001 salvo aggiungere che i servizi offerti devono consentire "ai turisti la migliore fruizione del viaggio e della vacanza, anche sotto il profilo della conoscenza dei luoghi visitati", postulando con ciò il possesso di un'adeguata formazione senza però definire principi e modalità di abilitazione per l'esercizio delle relative professioni e l'art. 7 che, in merito ai percorsi formativi, si sofferma sulla necessità di creare uno stretto collegamento tra i percorsi universitari o di istruzione superiore e l'inserimento nel mondo del lavoro attraverso la stipula di accordi con istituti di istruzione, anche universitaria, con enti di formazione e con gli ordini professionali per lo svolgimento di corsi orientati alla preparazione degli operatori.

turistico-culturali (art. 42, co. 2, lett. d.p.c.m. n. strumenti della programmazione negoziata che l'art. ed il "turismo delle arti e dello spettacolo". ambiti tematici individuati dall'art. soggetti proprietari o detentori dei beni, inglobando anche i percorsi ex art. 11, co. 2, d.l. n. agricoltura-turismo-cultura. molto ai principi introdotti dalla legge quadro 19 marzo 2001, n. qualche mese prima dell'entrata in vigore della riforma costituzionale del 2001, la legge n. 2003, n. ispirano i "sistemi turistici locali" (STL) definiti dall'art. singoli o associati, interessati e riconosciuti dalle regioni (art. 5, co. forma giuridica della partnership pubblico-privata da attivare per la realizzazione del progetto di sviluppo locale [42]. assente una finalità di promozione turistica. Tutt'altro. in chiave turistica. commission al servizio dello sviluppo turistico locale.

Sostenibilità e turismo culturale

L'applicazione del principio di sostenibilità, in particolare, comporta l'adozione di strategie e azioni in grado di differenziare i "carichi" turistici territoriali in base al livello di maturazione delle singole destinazioni [83] integrando e connettendo l'offerta turistica delle destinazioni "prevalenti" con l'offerta di territori e prodotti "emergenti" al fine di valorizzare al meglio l'identità dei luoghi e le caratteristiche del paesaggio italiano a conferma, laddove fosse necessario ribadirlo, dell'intima connessione fra le politiche pubbliche che incidono sul territorio [84].

Di qui, la valorizzazione dei sistemi territoriali integrati di gestione dell'offerta turistica, il sostegno allo sviluppo turistico delle destinazioni c.d. emergenti, come le città d'arte e i piccoli borghi, al recupero e riutilizzo sostenibile dei beni demaniali a uso turistico e la realizzazione di itinerari interregionali di offerta turistica capaci di collegare le aree di maggior attrazione con quelle a minore densità turistica e di promuovere differenti tematismi (turismo musicale, teatrale, letterario, cammini storici e così via) e nuove esperienze di fruizione turistica (cfr. Linee di intervento A.1.1, A.2.1 e A.3.1).

Classificazione dei comuni per vocazione turistica

Per misurare l’offerta culturale dei territori, i comuni italiani sono considerati sulla base della presenza / assenza di risorse locali potenzialmente di interesse turistico di natura geografica (vicinanza al mare e ai laghi, l’altitudine, ecc.) e antropica (l’essere un grande comune urbano, la presenza di beni culturali, ecc.).

Caratteristiche più rilevanti

  • Essere un comune appartenente a un sito Unesco (dati 2020)
  • Comune certificato dall’associazione “I Borghi più belli d’Italia” (2020)
  • Comune certificato come “Bandiera Arancione” del Touring Club (2020)
  • Comune che insiste sul territorio di un Parco Nazionale (2020)
  • Comune che sia stato “Capitale della cultura” (2019)
  • Comune in cui sia presente almeno un museo, un monumento o un sito archeologico statale o non statale con più di 10.000 visitatori l’anno (2018).

Comuni a vocazione culturale, storica, artistica e paesaggistica

Gruppo composto da 431 comuni - distribuiti prevalentemente nelle regioni del Centro-nord e un po’ meno nel Sud e nelle Isole - rilevante in termini di popolazione (quasi 7,4 milioni di abitanti, pari al 12,2% del totale nazionale) e in termini di giornate di presenza turistica (7,8% del totale nazionale).

Grandi città

Categoria composta dai 12 comuni con più di 250.000 abitanti con un turismo di tipo multidimensionale e quindi anche di tipo culturale. Raccoglie il 15,3% della popolazione nazionale e rappresenta una delle categorie più importanti in termini di flussi turistici: oltre 86 milioni di giornate di presenza nelle strutture ricettive nel 2019 (19,7% del totale nazionale).

Comuni con vocazione marittima

Questa categoria si compone di 414 comuni (5,2% del totale), prevalentemente collocati nelle regioni del Mezzogiorno (63%). Poco più di 4,5 milioni di abitanti (7,5%), quasi 86 milioni di presenze turistiche (19,6% del totale nazionale).

Comuni del turismo lacuale

Gruppo formato da 167 comuni (2,1%), quasi tutti concentrati nelle regioni del Nord (155). Con oltre 17 milioni di giornate di presenza turistica (4% del totale nazionale).

Comuni con vocazione montana

Rappresentata da 501 Comuni, in gran parte collocati nelle Regioni del Nord: il 23,7% in Piemonte, il 14,7% in Lombardia e il 20,5% in Trentino Alto Adige/Südtirol. Questi Comuni, che hanno una vocazione esclusivamente montana, rappresentano l’1,3% della popolazione nazionale e il 4,6% delle giornate di presenza turistica.

Comuni del turismo termale

La categoria numericamente più esigua è composta da 50 Comuni, ma con una vocazione turistica molto specializzata; i comuni di questo gruppo si collocano in prevalenza in Lombardia, Veneto e Toscana. In termini di popolazione e di giornate di presenza turistica rappresentano lo 0,6% e l’1,2% rispettivamente.

Comuni turistici non appartenenti a una categoria specifica

Con oltre 4.000 Comuni (50,6%) rappresenta la categoria più numerosa in termini di comuni, ma decisamente residuale in termini di presenze turistiche (8%). Si tratta per lo più di Comuni lontani dalle zone marittime o nelle aree pedemontane e appenniniche del Paese.

Tabella riassuntiva: Regioni e categorie del turismo culturale

Categoria Numero di Comuni Popolazione (%) Presenze turistiche (%)
Comuni a vocazione culturale 431 12.2 7.8
Grandi città 12 15.3 19.7
Comuni con vocazione marittima 414 7.5 19.6
Comuni del turismo lacuale 167 N/A 4.0
Comuni con vocazione montana 501 1.3 4.6
Comuni del turismo termale 50 0.6 1.2
Comuni turistici non specifici 4000+ N/A 8.0

Le attività più praticate sono: le visite alle città, ai paesi e ai borghi italiani (44,8% dei viaggi), le visite al patrimonio naturale (43%) e quelle ai siti storici o archeologici (26,9%). Grande interesse rivestono i mercati tipici locali (17,3%), che superano addirittura il patrimonio museale (16,4%). Seguono gli spettacoli, le manifestazioni culturali, folkloristiche o religiose (14,9%) e i tour enogastronomici o per degustare prodotti tipici (11,1%).

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