Turismo Culinario: Alla scoperta delle Pizzerie e dei Sapori di Faenza
Superata la crisi seguita all’alluvione del 2023, Faenza, città della provincia di Ravenna, si è rimessa in moto, forte delle bellezze del paesaggio delle colline circostanti e delle sue attrattive culturali e gastronomiche.
Da secoli centro d’eccellenza per la produzione artigianale della ceramica d’arte, Faenza è conosciuta per il suo MIC, museo internazionale che custodisce alcune delle più raffinate collezioni al mondo. Il MIC si trova a pochi passi da Piazza del Popolo, snodo quattrocentesco ampio e circondato dai portici, dove è piacevole sostare per un caffè e un aperitivo. Passeggiando con calma si percorre tutto il centro storico, incontrando via via un numero di locali che meritano una tappa.
Un Viaggio tra le Eccellenze Gastronomiche Faentine
A Faenza si possono trovare dalle trattorie antiche che tramandano la tradizione di pasta fresca e carne alla brace ai bistrot contemporanei, dai ristoranti gourmet che lavorano con creatività alle pizzerie attente alla materia prima, passando per ottime pasticcerie, enoteche fornite e cocktail bar innovativi.
Pizzerie da Non Perdere a Faenza
Il gruppo di Davide Fiorentini dedicato alla panificazione buona e consapevole ha subìto un duro colpo con l’alluvione del 2023, ma ha saputo riprendersi a partire dalla qualità del lavoro. Ci sono sedi anche a Bologna e Milano, ma la pizzeria di Faenza è quella da dove si è fatto conoscere, ottenendo riconoscimenti tra i migliori pizzaioli d’Italia. Impasti fatti a mestiere da farine selezionate, uno stile di tonda dal cornicione morbido ma non eccessivo, da ordinare nelle varianti classiche ma anche in veste gourmet, ovvero condita con preparazioni gastronomiche fetta a fetta. Il tocco di classe è la scelta dell’olio extra vergine di oliva, che completa il tutto con un tocco finale.
‘La felicità è una pizza fatta bene’, sostengono i titolari di Farena. E come dar loro torto, se le tonde sono impastate con farine coltivate sulle colline apposta per loro, poi condite con ingredienti di stagione e prodotti di artigiani vicini. Sono ottime la Margherita con pomodoro bio e basilico fresco, la Quattro Formaggi con pecorino, gorgonzola e burrata, ma vale la pena assaggiare anche le più complesse Parmigiana di zucca o la ripiena con prosciutto crudo al sale di Cervia, burrata e ricotta.
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Ristoranti e Osterie: Un Assaggio di Romagna
Non è solo ristorante, ma anche banco di specialità gastronomiche ed enoteca: tutto insieme, ciò che rende La Baita uno dei migliori rappresentati della gastronomia romagnola in zona. È partita come semplice bottega nel ’75, poi ha cambiato sede per dare più spazio alla cucina. Qui è di grandi materie prime del territorio, che non tradiscono il gusto della tradizione ma la presentano in maniera curata, con anche, a volte, qualche tocco in più. Ottima la loro piadina, per non parlare dei curzul (un tipo di pasta fresca) con genovese di carne e provolone podolico, del petto d’anatra laccato con castagnaccio e prugne o dei meravigliosi cappelletti in brodo.
Alle porte di Faenza, in un meraviglioso parco sulla Via Emilia, Il Fenicottero Rosa è il ristorante fine dining di Villa Abbondanzi. Parliamo di un’affascinante struttura neoclassica attrezzata come resort di livello, con tanto di piscina e spa. Gli outlet gastronomici comprendono anche il format più pop Cinque Cucchiai, nonché il cocktail e wine bar Armidà, ma è al Fenicottero che la mano di Chef Alessandro Giraldi si esprime più creativamente.
Basta addentrarsi in una delle vie che si diramano da Piazza delle Erbe e varcare la soglia della Marianaza, osteria davvero ‘di una volta’, dove si fa un tuffo nel passato della cucina territoriale. Si trova qui dai primi dell’Ottocento, e ha visto passare tanti Romagnoli illustri: dallo scrittore Alfredo Oriani allo scenografo Romolo Liverani, fondatore dell’amato Lunèri di Smèmbar (un lunario illustrato, al quale si è ancora molto affezionati). La famiglia Cucchi gestisce l’ustareja senza voler cambiare una virgola, lasciando protagonisti il camino e la brace scoppiettante, proprio in sala. Sul menu c’è poco da dire: si trovano tutti i capisaldi, dai crostini di polenta con lo squacquerone alla zuppa inglese ‘di nonna Amneris’, passando per i passatelli in brodo e il fegato di maiale con la sua rete.
Ancora nel centro storico, lo chef di lungo corso Remo Camurani ha trasformato il granaio di un palazzo signorile dell’Ottocento nel suo ristorante. All’interno ha una sala con pavimenti in cotto, vecchi tavolini in legno, stufe e antiche madie, all’esterno un giardino curato e piacevole, dove accomodarsi nella bella stagione. In cucina, rilegge con grazia la tradizione più sostanziosa, consegnandola in proposte interessanti. Come la lasagna di polenta al forno con ragù di cinghiale e funghi galletti, e il cappone in tegame arrostito alle erbe profumate.
L’Osteria della Sghisa ha da qualche tempo cambiato casa, traslocando in via Cavour. Un posto giusto per una bevuta in compagnia o una cena sostanziosa, a base di ingredienti romagnoli declinati nei grandi classici, e non solo. Per chi vuole stuzzicare ci sono i taglieri di affettati con la piada, ma si può procedere con la combinazione di radicchio e bruciatini (ovvero pancetta di maiale sfumata al balsamico), i tortelli di patate al ragù di salsiccia, lo spezzatino al Sangiovese con la polenta oppure la zucca al forno servita con caprino e melograno. Si finisce con la ‘boca dolza’, tra migliaccio, pere sciroppate con gelato alla crema e liquore Strega e mousse di castagne.
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Una proposta alternativa in un panorama in cui regna la cucina regionale - con la sua passione atavica per le proteine animali - è quella di Arbusto, con la sua offerta vegetariana e vegana. Si tratta del ristorante del Clan Destino, un locale attivo dal 1988 che è parte della storia della città, per la sua proposta di musica, esposizioni ed eventi culturali di nicchia. Per pranzo ci sono burger vegetali, gran piatti combinati con cereali, insalate, tofu e tempeh, e di sera il menu è ancora più ricco, con primi di pasta fatta in casa e alternative vegane alla sfoglia all’uovo.
Aperitivi e Street Food: Un'Esperienza Informale
Lo chef-musicista Fabrizio Mantovani, dopo esperienze blasonate nell’alta ristorazione, si è concentrato su un progetto che valorizza la vicinanza alla clientela. Il suo Fmarket è un ‘ristoro urbano’, come lo definisce lui, affacciato su Piazza del Popolo e con tavolini all’ombra della fontana monumentale, da frequentare in vari momenti. Dalla spesa di frutta, verdura e prodotti bio confezionati, alla gastronomia da ordinare al bancone, giusta sia per l’asporto come per essere consumata con calma al bistrot. In menu ci sono bruschettone, insalate ben fatte e piade farcite, ma anche primi di pasta fresca e piatti unici.
Lowe è un localino che punta molto sul take away, ma in realtà ha una sala piacevole, arredata con pezzi domestici d’antan, proprio a due passi dal centro. Il punto forte è la materia prima, ovvero pescato fresco con consegne quotidiane dal litorale e ingredienti di stagione. Con un servizio spigliato e informale, propone classica frittura mista, tartare e spiedini grigliati, ma anche piatti insoliti, come il sushi alla romagnola. Cos’è? Un arrotolato di piadina farcito con vari tagli di pesce, salse e molto altro. Non dimenticate di chiedere i fuori menu.
Cocktail Bar e Enoteca: Un Tocco di Raffinatezza
L’Enoteca Astorre è dal 1986 l’aperitivo sicuro dei faentini, specie di coloro che vogliono godersi la vista su Piazza della Libertà e sulla Cattedrale, dal piano terra di un bel palazzo del XVIII secolo. Si può valutare l’ampia scelta di etichette del territorio, oppure ordinare un cocktail classico o analcolico, da accompagnare a bruschette, assortimenti di salumi e fette di focaccia. Nella sala dietro al fornito bancone c’è però anche una sala dove cenare, con proposte gastronomiche piuttosto raffinate.
Si trova in una posizione leggermente defilata rispetto al centro storico, ma è il posto giusto per un drink sartoriale e creativo. Parliamo di Botanico, un cocktail bar che insiste sulla qualità della materia prima e delle singole preparazioni per innalzare il livello delle bevute. Che non sono solo ben equilibrate, ma servite con presentazioni d’effetto.
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Pasticcerie Storiche: Un Finale Dolce
Prima delle tendenze moderne e degli spunti della pasticceria internazionale, Fiorentini era già punto di riferimento a Faenza per il momento del dolce. La bottega di Corso Mazzini consegna dal 1969 ricette ormai mitiche, come il sontuoso zabaione della casa per farcire i bigné e i pan di Spagna, i tortelli di San Lazzaro (ecco di cosa si tratta), la millefoglie, le favette dei morti e le molte specialità delle feste, come il Certosino o i fritti di Carnevale.
Anche Sebastiano Caridi, come altri artigiani faentini, ha reagito ai momenti critici della calamità con ancora più slancio. Oltre al Caffè Letterario di Bologna, ha infatti da poco inaugurato un terzo negozio a Imola, città poco lontana ancora sulla Via Emilia (qui la mappa con i nostri consigli). A Faenza le sue colazioni restano indimenticabili, con cappuccini fatti a regola d’arte ma soprattutto il repertorio di sfogliati, lievitati e macaron in un’infinità di varianti che l’hanno reso famoso.
Eventi Gastronomici: "E Zibaldò 2025"
Anche quest’anno via Cavour torna protagonista dell’estate faentina con la rassegna “E Zibaldò 2025”, grazie al patrocinio del Comune di Faenza, al sostegno della Bcc e alla collaborazione con il consorzio Faenza C’entro. Le serate, in programma per i mercoledì 9, 16 e 23 luglio, propongono un’offerta ricca e trasversale. Non mancheranno le rievocazioni storiche con la Compagnia d’Arme La Malaluna, dimostrazioni dell’arte del combattimento e la possibilità di avvicinarsi al mondo dei minisbandieratori e musici del Rione Verde. Durante le serate sarà possibile degustare cibo e bevande nei numerosi punti ristoro presenti lungo la via, tra cui DLF, Rione Verde, Pizzeria Turismo, Infantini Caffè e Birreria Dog and Duck. Le eccellenze vinicole saranno valorizzate grazie alla partecipazione dell’Enoteca 75 e delle cantine locali.
In occasione di ogni appuntamento, il Museo Nazionale dell’Età Neoclassica in Romagna - Palazzo Milzetti resterà aperto dalle 19 alle 23, con visita guidata alle 21, a cura dei Servizi Educativi del museo. Le serate tematiche includono:
- 9 luglio: L’arte del convivio.
- 16 luglio: Fabulae candidae.
- 23 luglio: Zoologia fantastica.
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