Turismo Sostenibile: La Definizione dell'OMT e le Sue Implicazioni
Il turismo è una delle attività socio-economiche più importanti del mondo. L’anno scorso 1,32 miliardi di turisti internazionali hanno viaggiato per scopi ricreativi. Secondo le previsioni dell’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT), questa crescita continuerà fino a 1,8 miliardi nel 2030.
Tuttavia, questa crescita esponenziale porta con sé una serie di sfide ambientali e sociali. Code infinite alla sicurezza dell’aeroporto parigino Charles de Gaulle, Phuket al collasso per troppi turisti, le file ai passi alpini Sella e Gardena, il tutto prenotato nei resort dei safari del Sud Africa, prezzi alle stelle in tutti gli AirBNB delle principali città turistiche, da Cuzco a Tokyo a Capri.
Le ferie sono responsabili di quasi un decimo delle emissioni di gas serra e i voli ne rappresentano una componente importante, illustra uno studio condotto dall’Università di Sydney. Tra il 2009 e il 2013 l’impronta di carbonio globale del turismo è aumentata da 3.9 a 4.5 Giga-tonnellate di CO2 equivalenti, ovvero quattro volte più delle stime precedenti, pari a circa l’8% delle emissioni globali di gas serra. Sono stati presi in considerazione shopping, trasporti e cibo. In cima alla classifica dei viaggiatori internazionali più inquinanti, Canada, Svizzera, Olanda e Danimarca, i cui cittadini in viaggio esercitano un’impronta di carbonio molto più elevata all’estero che nel proprio Paese. Insomma ci divertiamo ad inquinare a casa d’altri.
Ma non solo: gli impatti del turismo interessano anche la biodiversità di piante ed animali, colpendo i servizi naturali da cui milioni di persone dipendono. Interessa in particolare l’ambiente circostante e i servizi che esso fornisce agli abitanti locali, un fattore centrale di sopravvivenza nei paesi in via di sviluppo. Uno degli esempi più noti è quello del corallo. In tantissime zone turistiche, dalla Tailandia alle Maldive, dalle Isole del Pacifico al Mozambico, le barriere coralline, già sotto forte stress ambientale dovuto al cambiamento climatico e all’acidificazione delle acque, hanno subito danni ingenti a causa di attività come immersioni non professionali, ancoraggi selvaggi e saccheggio dei coralli rossi.
Secondo Reef Resilience Network basta una piccola minoranza di turisti inconsapevoli (o cafoni) per fare danni severi ad un elemento chiave degli ecosistemi marini. «Proteggere i coralli significa tutelare il turismo locale e le popolazioni che dipendono da esse», spiega il biologo marino Matthieu Petit, di Moorea Ocean Adventure, specializzato in visite marine lungo le barriere della Polinesia francese e in avvistamenti di Balene.
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Altro esempio è per la megafauna africana. «Da conservazionista, capo ranger e guida di Safari posso confermare che il turismo è la vera chiave per tutelare la biodiversità», spiega Davide Bomben, guida e ranger specializzato sul territorio Africano. «Il turismo porta ricchezza poiché da valore alla fauna. Un valore che si traduce in viaggi, lodge, campi tendati, veicoli condotti da guide e servizi indotti. In questo modo le popolazioni locali vedono negli animali, e nel turismo, una fonte di miglioramento della vita ed un futuro concreto per le generazioni a venire. Quindi invece che cacciare animali come il rinoceronte capiscono che ha più valore tutelarlo.
La Definizione di Turismo Sostenibile dell'OMT
Per limitare le conseguenze negative che l’attività turistica può avere, a fine degli anni 80 l’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT) ha introdotto il concetto e la pratica di Turismo Sostenibile. La prima definizione di turismo sostenibile è dell’OMT nel 1988: “Le attività turistiche sono sostenibili quando si sviluppano in modo tale da mantenersi vitali in un’area turistica per un tempo illimitato, non alterano l’ambiente (naturale, sociale ed artistico) e non ostacolano o inibiscono lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche”. Questa attività si inserisce proprio come strategia di sviluppo, appartenendo al settore dell’industria culturale ed essendo un’importante fonte di reddito per le economie nazionali.
Ecco allora che secondo l’OMT «lo sviluppo sostenibile del turismo va incontro ai bisogni dei turisti e delle aree ospitanti attuali e allo stesso tempo protegge e migliora le opportunità per il futuro. Esso deve essere il principio guida per una gestione delle risorse tale che i bisogni economici, sociali ed estetici possano essere soddisfatti e contemporaneamente possano essere preservati l’integrità culturale, gli equilibri fondamentali della natura, la biodiversità e il sostegno al miglioramento della qualità della vita”.
L'Organizzazione Mondiale del Turismo individua, inoltre, tre caratteristiche irrinunciabili del turismo sostenibile:
- Le risorse ambientali devono essere protette
- Le comunità locali devono beneficiare di questo tipo di turismo, sia in termini di reddito sia in termini di qualità della vita
- I visitatori devono vivere un'esperienza di qualità
In quest’ottica il turismo sostenibile è, quindi, un’attività che cerca di minimizzare gli impatti sull’ambiente, sulla cultura e sulla società generando contemporaneamente reddito, occupazione e la conservazione degli ecosistemi locali.
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Turismo Sostenibile e Agenda 2030
Abbracciare questa visione diventa importante per avvicinare e armonizzare il turismo agli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile del 2030 (SGDs). Il turismo sostenibile entra, perciò, a far parte integrante anche dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile. Complementare a tutti gli obiettivi, diventa esplicito nell’obiettivo 8 per il lavoro e la crescita economica come mezzo per la creazione di posti di lavoro e per la promozione della cultura e prodotti locali. Inoltre, lo si trova anche nell’obiettivo 12, utilizzato come riferimento per assicurare dei modelli di consumo e produzione sostenibili e, infine, nell’obiettivo 14.
Ad esempio la ong italiana Oikos lavora con tre progetti su turismo sostenibile e sviluppo: nelle isole dell’arcipelago di Lampi, terra dei Moken, gli zingari del mare, in Myanmar, nelle isole intorno a Pemba in Mozambico e nello Shouf in Libano. Sul Myanmar lo scopo è quello di creare una Partenrship Pubblico-Privato per promuovere il turismo regionale e rafforzare il turismo comunitario, realizzando una guest-house e incentivando la possibilità di dormire nella comunità. «Attraverso il turismo possiamo rafforzare la tutela delle risorse del Parco di Lampi, sia forestali che marine, preservando allo stesso tempo l’eredità culturale dei Moken», spiega Margherita Porzio, responsabile comunicazione di Oikos. «In questo modo possiamo, almeno localmente, prevenire il turismo impattante e creare opportunità per le popolazioni locali».
Anche se i governi rimangono spesso troppo orientati al turismo di massa. «La cooperazione può dare l’esempio. OXFAM ha lavorato negli anni per lo sviluppo del turismo nella regione di Përmet, Albania. Qua le infrastrutture scarseggiano, vuoi perché certe aree remote hanno il pregio di rimanere tesori nascosti. «Il potenziale per un turismo eco-sostenibile, centrato sulle comunità locali e sui loro prodotti è buono», racconta Giorgio Ponti di CESVI, che qualche anno fa ha inaugurato il Centro Multifunzionale e l’Ufficio di Informazione Turistica di Përmet. «Il progetto fa parte della visione di sviluppo territoriale che la nostra Ong ha impostato qui come motore di crescita. Tanta gente lascia il villaggio per cercare fortuna altrove, anche in Italia. Con questi progetti possiamo fornire un’opportunità ai più giovani».
Turismo Sostenibile vs Turismo Responsabile: Quali Sono le Differenze?
Nato in contrapposizione al turismo di massa, il turismo sostenibile si pone come obiettivo quello di preservare le condizioni ambientali, culturali e sociali della terra ospitante. Turismo sostenibile e turismo responsabile oggi sono di fatto sinonimi. Il turismo sostenibile era più legato al rispetto del territorio, agli aspetti dell’inquinamento e alla tutela degli ecosistemi ambientali. Oggi, i principi della sostenibilità inglobano quelli della responsabilità e i due concetti si sovrappongono.
Si arriva così alla differenza tra turismo responsabile e turismo sostenibile, per alcuni soltanto una sfumatura, per altri un distinguo sostanziale. La prima formula nacque per qualificare un turismo di incontro, concede cioè maggiore attenzione all'uomo e agli impatti sociali e culturali del turismo, mentre la seconda - entrata ormai nel lessico dell'Unione Europea - privilegia la valutazione dell'impatto ambientale del turismo, anche se di fatto, oggi, i principi della sostenibilità comprendono quelli della responsabilità.
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Tipologie di Turismo Sostenibile
Oggi esistono numerose tipologie di turismo sostenibile. Tra le principali si trovano: turismo culturale, naturalistico, enogastronomico, sportivo, partecipativo, ecoturismo, solidale e slow.
Per queste ragioni bisogna saper distinguere il Turismo Sostenibile (o Turismo Responsabile) dall’Ecoturismo, dal Turismo Ambientale, che sono forme di turismo legate principalmente alla fruizione naturalistica e al rispetto dell’ambiente, così come si evince dalla definizione di Ecoturismo dell’architetto messicano Hector Ceballos-Lascurain che, nel 1988, lo ha inquadrato come “Viaggiare in aree naturali relativamente indisturbate o incontaminate con lo specifico obiettivo di studiare, ammirare e apprezzare lo scenario, le sue piante e animali selvaggi, così come ogni manifestazione culturale esistente (passata e presente) delle aree di destinazione”.
Definizione ampliata nel 2002, anno internazionale dell’Ecoturismo, quando al rispetto dell’ambiente ed alla fruizione naturalistica sono state associate 4 le componenti sociali ed economiche così come si evince dalla definizione dell’Ecotourism Society: “L’Ecoturismo è un modo responsabile di viaggiare in aree naturali, conservando l’ambiente e sostenendo il benessere delle popolazioni locali”.
Mete e Soluzioni di Viaggio Sostenibili
Ci sono mete e soluzioni di viaggio più sostenibili di altre? Sicuramente ci sono dei paesi più rispettosi dell’ambiente di altri, nei quali sarebbe preferibile pianificare un viaggio. L’ultima analisi dell’Environmental Performance Index (EPI), che ha preso in esame 180 paesi nel 2024, ha incluso nei migliori 10 risultati: Estonia, Lussemburgo, Germania, Finlandia, Regno Unito, Svezia, Norvegia, Austria, Svizzera e Danimarca.
Per gli amanti delle destinazioni metropolitane, invece, è il Sustainable Cities Index 2024 di Arcadis a decretare le città più sostenibili del mondo. Nell’ultimo report del 2024 al primo posto si trova Amsterdam, seguita da Rotterdam, Copenhagen, Francoforte e Monaco.
Oltre alla scelta della destinazione, il turismo sostenibile fa attenzione anche ad altri fattori come la sostenibilità degli alloggi, degli alimenti, dei sistemi di trasporto, ecc. Esempi di questo tipo sono ormai davvero numerosi in giro per tutto il mondo. Insomma, sono davvero tante le destinazioni e le soluzioni di viaggio che ben si adattano a un modello di turismo sostenibile. E numerosi sono anche i Tour Operator che organizzano viaggi a basso impatto ambientale.
Rimanendo in Italia, la nazione offre moltissime destinazioni e tipologie di turismo sostenibile. È possibile organizzare numerosi viaggi sulle due ruote tra panorami mozzafiato, come ad esempio il percorso che dalle Dolomiti scende verso il Veneto per gustarsi un aperitivo sul Lago di Garda o la Laguna di Venezia, oppure quello che si snoda tra il Salento e la Valle d’Itria a cui fanno da sfondo trulli, uliveti, mare cristallino e città antiche.
Anche la scelta dei prodotti agroalimentari può rendere più sostenibile una vacanza. In Italia sono moltissimi i luoghi di produzione biologici e biodinamici come frantoi, caseifici, mulini, vigneti ecc. che offrono assaggi e degustazioni di piatti e prodotti tipici del territorio, sull’onda talvolta di itinerari a tema (via del vino, via dell’olio, ecc.).
Organizzazioni Promotrici del Turismo Sostenibile
L'Organizzazione Mondiale del Turismo (WTO/OMT) è un’organizzazione intergovernativa che funge da forum mondiale per le politiche turistiche e le questioni ad esse correlate. I suoi Membri comprendono 138 paesi e territori e più di 350 Membri Affiliati appartenenti ai settori pubblico e privato.
L’OMT ha il compito di incentivare e sviluppare il turismo quale strumento importante per la promozione della pace e della comprensione internazionale, dello sviluppo economico e del commercio internazionale. Promotrice di numerosi convegni internazionali, ha partecipato alla elaborazione di varie Dichiarazioni sul Turismo Sostenibile e ha prodotto il Codice Mondiale di Etica del Turismo.
L’organizzazione intergovernativa United Nations Environment Programme (UNEP) assiste i governi nella creazione e implementazione di piani politici ambientali. Nell’ambito del proprio Programma sul Turismo, la UNEP insieme all’OMT, è stata riconosciuta dalla Commissione delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile (CSD) la principale organizzazione di assistenza all’attuazione di Agenda 21 sulle tematiche del turismo.
La collaborazione con altre istituzioni governative, intergovernative e non-governative, ha portato alla realizzazione di programmi educativi e progetti sulla sostenibilità quali l’Iniziativa dei Tour Operator per lo sviluppo del turismo sostenibile. Gli operatori turistici, che aderiscono in modo volontario all’iniziativa, possono condividere esperienze e informazioni sulle migliori pratiche di gestione ambientale e sulle nuove tecnologie che riducono gli impatti negativi del turismo sull’ambiente e sulla società, collaborando con le amministrazioni locali e gli altri portatori d’interesse.
Il World Travel and Tourism Council (WTTC) rappresenta il settore industriale dei viaggi e turismo a livello mondiale. La missione del WTTC è quella di accrescere la consapevolezza dell’entità dell’impatto economico del settore nel generare ricchezza e lavoro. Inoltre incoraggia i governi ad adottare una politica di sviluppo sostenibile del turismo, la Blueprint for New Tourism. Si tratta di una strategia che concilia gli interessi economici dell’industria con gli interessi delle autorità governative e quelli delle comunità locali, basata sul presupposto condiviso di crescita e prosperità a lungo termine.
La Commissione delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile (CSD) nasce al fine di garantire l’attuazione dell'Agenda 21 e della Dichiarazione di Rio sullo Sviluppo e l’Ambiente formulate durante la Conferenza Mondiale del 2002.
L’Unità Turismo della Commissione Europea svolge attività di supporto al settore turistico, quale contributo di grande potenzialità alla crescita dello sviluppo e alla stabilità dell’occupazione in Europa. La Comunicazione “Un approccio di cooperazione per il futuro del turismo europeo” (COM(2001)665) rappresenta il primo frutto del lavoro preliminare per la definizione di una strategia politica comunitaria sul turismo.
La Commissione ha istituito un Forum Europeo sul Turismo che annualmente propone un confronto tra tutti i portatori d’interesse sulle politiche in ambito turistico, le nuove opportunità, gli strumenti e le implementazioni, favorendo un dialogo continuo, lo scambio d’informazioni e una maggiore collaborazione. In occasione del 4° forum tenutosi a Malta nel 2005 viene presentata la proposta per la nuova comunicazione “Rinnovare la politica comunitaria per il turismo: una partnership più forte per il turismo europeo” (COM(2006)134) che segue la Comunicazione sugli “Orientamenti di base per la sostenibilità del turismo europeo” (COM(2003)716), i cui obiettivi estendono l’esigenza di sostenibilità alle componenti ambientale, sociale ed economica che inevitabilmente hanno ricadute sul settore turistico.
Nel febbraio 2007 viene presentato il rapporto Azione per un Turismo Europeo più Sostenibile, che contiene 8 obiettivi chiave, gli strumenti rilevanti di attuazione di un turismo sostenibile e gli indicatori delle destinazioni turistiche.
L’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) ha progettato DestiNet, un portale pensato per tutti coloro che hanno un ruolo nella gestione delle destinazioni turistiche a livello europeo.
L’Associazione Italiana del Turismo Responsabile (AITR) opera a sostegno e promozione del turismo responsabile, sostenibile ed etico. Costituita da associazioni, organizzazioni e cooperative che svolgono attività nel campo del turismo responsabile, favorisce lo scambio d’informazioni e la coordinazione tra soci. L’associazione nasce in seguito alla sottoscrizione nel 1997 del documento Turismo Responsabile: Carta d’Identità per Viaggi Sostenibili.
Impatti Ambientali Negativi del Turismo
Alcuni degli impatti negativi derivanti da attività turistica sono:
- Degradazione dell’ambiente naturale: sfruttamento delle risorse naturali (acqua, suolo, flora, fauna), cementificazione, abusivismo
- Degradazione delle caratteristiche culturali: perdita delle tradizioni delle comunità indigene a favore di una versione più “turistica” degli usi e dei costumi, abbandono dei mestieri tradizionali, perdita delle aree adibite ad attività tipiche
- Degradazione sociale: contaminazione degli usi che regolano i comportamenti “sociali”
- Destabilizzazione economica
La responsabilità degli effetti negativi dell’attività turistica non va attribuita unicamente a comportamenti scorretti di turisti inconsapevoli, ma va piuttosto distribuita ai diversi soggetti pubblici e privati che hanno un ruolo nel corso del ciclo di vita del servizio turistico e che, più o meno consapevolmente, antepongono guadagni immediati a una crescita razionale e sostenibile delle attività turistiche.
Verso un Turismo Davvero Sostenibile
Alla luce della crescente compromissione dei sistemi ecologici e della più generale sfida del mutamento ambientale globale non è più sufficiente invocare una generica attenzione alla sostenibilità in ambito turistico. Da più parti emerge la richiesta di una scelta di campo netta a favore di un’idea forte di sostenibilità che produca marcati cambiamenti sul piano dell’offerta e della domanda, ad esempio, rivedendo dalle fondamenta il modello anacronistico di una crescita disordinata, consumistica e senza limiti che purtroppo anche in alcune aree turistiche ha lasciato il segno.
Per creare le basi di un turismo davvero sostenibile vanno perseguiti in maniera convinta e integrata alcuni obiettivi che già da alcuni anni sono stati enunciati nelle linee d’indirizzo europee per il settore (es. Agenda per un turismo europeo sostenibile e competitivo - COM 2007, 621) e che comportano un impegno, ad esempio, per ridurre l’impatto dei trasporti turistici, migliorare la qualità del lavoro turistico, valutare l’impatto ecologico delle nuove infrastrutture, mantenere e incrementare la prosperità e la qualità di vita della comunità, minimizzare l’uso delle risorse energetiche e idriche oltre che la produzione di rifiuti, conservare e dare valore al patrimonio naturale e culturale, garantire le vacanze per tutti anche per i più fragili.
Per fare questo è richiesto un preliminare sforzo di misurazione dell’impatto del turismo su scala locale e globale. Tale sforzo può passare dall’impiego di indicatori ormai consolidati come l’impronta ecologica oppure di indicatori specifici sul settore.
Nel 2013 l’Unione Europea ha introdotto il Sistema europeo di indicatori per il turismo (ETIS) per misurare il livello di sostenibilità di una destinazione e per orientare le pratiche locali verso una gestione sostenibile. ETIS è stato aggiornato nel 2016 e può rivelarsi uno strumento utile per fissare dei parametri condivisi che se rispettati consentano, nell’arco di pochi anni, di migliorare sensibilmente il grado complessivo di sostenibilità.
È forse questa una delle strade che vale la pena esplorare per promuovere un turismo a basso impatto e dallo sviluppo durevole. La consapevolezza del crescente peso economico del settore, della sua importanza per molti territori e del coinvolgimento di una crescente fascia della popolazione mondiale in qualità di viaggiatori e di lavoratori ha portato il Magistero ecclesiale a esprimersi più volte negli ultimi anni sul turismo, in particolare sul suo orientamento di fondo e sulla necessità di coltivare al meglio un rapporto con l’ambiente e le popolazioni locali.
In questa prospettiva parlare di turismo sostenibile significa fare riferimento, anzitutto, all’assunzione di una responsabilità nei confronti delle persone (turisti, operatori e residenti) che vanno riconosciute e rispettate nella loro dignità e in quanto portatori di legittime richieste oltre che di specifici bisogni. Al contempo è necessaria l’assunzione di una responsabilità individuale e collettiva nei confronti dei beni comuni (es. acqua, paesaggio) che proprio da un turismo senza regole possono essere aggrediti, consumati e deturpati.
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