Fondi che investono nel turismo: un'analisi dettagliata
L’Italia è da sempre una meta turistica irrinunciabile, e con un fatturato pari al 13% del Pil nazionale e un’occupazione del 15% sul totale, il turismo rappresenta un pilastro portante del nostro Paese. Tuttavia, il settore presenta ampi margini di miglioramento: la rete infrastrutturale e l’offerta delle strutture ricettive hanno bisogno di compiere un balzo in avanti in termini di qualità, innovazione e nuove progettualità.
Fondo Nazionale del Turismo (FNT)
Il Gruppo Cassa Depositi e Prestiti (CDP), consapevole delle drammatiche ripercussioni pagate dall’intera filiera con il sopraggiungere della pandemia da Covid-19, ha dato vita al nuovo Fondo Nazionale del Turismo (FNT). Con il Fondo Nazionale del Turismo, Cassa Depositi e Prestiti intende contribuire allo sforzo che l’intero Paese sta compiendo nel trasformare la crisi del Covid in una grande opportunità.
CDP promuove:
- Valorizzazione degli asset immobiliari: acquisto e ristrutturazione delle strutture alberghiere, con una particolare attenzione a quelle storiche e iconiche.
- Consolidamento dei gestori: CDP è impegnata a creare campioni nazionali nella gestione di strutture alberghiere, anche attraverso la leva dell’equity e soprattutto in Italia meridionale.
- Innovazione: sviluppo di soluzioni e servizi all’avanguardia, attraverso il Fondo Nazionale Innovazione.
- Formazione: crescita della qualità dell’ospitalità Made in Italy, grazie alla Scuola italiana di ospitalità, lanciata a dicembre 2019, in collaborazione con Th Resorts e l’Università Ca’ Foscari.
CDP promuove la separazione tra proprietà immobiliare e gestione alberghiera, per garantire adeguati investimenti ed elevati standard qualitativi.
Fondo Tematico del PNRR
Il Fondo Tematico da 500 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), incluso nel Fondo di Fondi “Ripresa e Resilienza Italia” e gestito dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI), mira a sostenere il settore turistico in Italia. Le risorse del Fondo tematico per il turismo contribuiranno a sostenere investimenti per la costruzione, ristrutturazione e ammodernamento di strutture e infrastrutture turistiche ed interventi legati alla transizione verde e digitale del settore turistico, come progetti di digitalizzazione ed interventi che mirano a promuovere la mobilità sostenibile connessa al turismo.
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Equiter, con il Gruppo Intesa Sanpaolo, gestirà risorse fino a 200 milioni di euro, mentre Banca Finint gestirà un importo fino a 175 milioni. Inoltre, il Fondo può sostenere esigenze di capitale circolante e costi di investimento delle imprese.
“Un fondo che consentirà di finanziare gli investimenti finalizzati alla sostenibilità ambientale, all’innovazione e alla digitalizzazione”, lo ha definito il ministro del turismo Daniela Santanchè. “Un sostegno che incentiverà la crescita e rafforzerà la competitività delle imprese dell’industria turistica italiana.
“Grazie al Fondo Tematico per il Turismo, la BEI, in qualità di banca del clima dell’UE, sosterrà imprese e servizi che mirano, tra l’altro, a promuovere la transizione verde del settore turistico con 500 milioni di euro provenienti dal PNRR”, ha dichiarato Gelsomina Vigliotti, Vicepresidente BEI. “Promuovere lo sviluppo del turismo sostenibile è fondamentale per rispettare l’ambiente, la biodiversità, le risorse naturali e per contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico.
Fabio Innocenzi, Amministratore Delegato del Gruppo Banca Finint ha dichiarato: “Siamo onorati che il nostro Gruppo sia partecipe di un progetto di così ampio respiro e con la mission di sviluppare le imprese turistiche italiane e promuoverne l’ecosostenibilità e la digitalizzazione nel contesto del PNRR.
Carla Patrizia Ferrari, A.D. ha dichiarato: “Forti dell’esperienza ormai più che decennale nella gestione di Fondi di terzi, siamo lieti di poter contribuire a questa importante iniziativa promossa dal Ministero del Turismo e dalla BEI”.
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Criticità del PNRR per il turismo
Con un decreto, il governo ha stabilito come verranno spesi i finanziamenti del Pnrr destinati al turismo. A fine ottobre il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge n. 152, con alcune norme che traducono in dispositivi di legge gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
In primo luogo, i finanziamenti sembrano cadere a pioggia, senza alcuna valutazione di mercato e del rischio associato agli investimenti. L’eventualità, quindi, è che il Piano finanzi la riconversione green e digitale di strutture e attività localizzate in destinazioni dove i turisti non hanno più intenzione di viaggiare, località in cui le difficoltà economiche sono strutturali e non contingenti alla crisi pandemica. A questo riguardo, chi ha esposizioni debitorie classificate come inadempienze probabili o come esposizioni scadute o deteriorate accede alla concessione di garanzie sui finanziamenti in concorrenza con i giovani che vogliono avviare nuove attività nel settore.
In secondo luogo, i fondi sono destinati agli investimenti delle singole imprese e non alla progettazione di prodotti turistici unitari (itinerari culturali, club di prodotto o altro, anche attraverso la creazione di consorzi d’impresa) che siano appetibili, innovativi e coerenti con gli obiettivi di Next Generation Eu. Insomma, manca una visione sistemica orientata alla gestione complessiva dei flussi turistici nelle destinazioni, le vere protagoniste della competizione sui mercati turistici internazionali.
Il rischio è quindi che il Pnrr finanzi la ristrutturazione di edifici, sì finalmente in regola con le norme antisismiche, ma in situazioni in cui manca il coordinamento territoriale necessario a sviluppare il turismo. Mai come in questo periodo il turismo ha bisogno di innovazione, capacità di visione e azione sistemica.
Opportunità e sfide future
C’è ancora tempo per rimediare alla mancanza di visione strategica complessiva per il turismo italiano dei prossimi decenni. Ci sono i 500 milioni del Fondo per il turismo sostenibile affidati alla Banca europea degli investimenti, di cui si sa ancora poco. E soprattutto, bisogna spendere bene i 114 milioni che il Pnrr dedica alla riorganizzazione del Portale Italia, di cui il Dl non si è occupato.
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Il portale non dovrà essere una mera vetrina dell’offerta turistica italiana, ma diventare un vero e proprio route planner, in grado di mettere a sistema l’ospitalità con la cultura e con tutti gli altri comparti che nel Pnrr sono trascurati (servizi ricreativi, ristorazione, shopping locale, noleggio mezzi di trasporto e così via).
Inoltre, è fondamentale governare i cambiamenti che hanno investito il turismo negli ultimi anni, non solo a causa della pandemia. Per esempio, si deve lavorare per assecondare la crescita della domanda di vacanze più a contatto con la natura, per cui investire nella promozione delle aree interne diventa essenziale. E ancora, il ricorso sempre più massiccio allo smart e remote working permetterà di mischiare in maniera nuova lavoro e tempo libero, residenza e viaggio: aumenteranno i lavoratori che decideranno di risiedere temporaneamente (per periodi, ad esempio, di 3-4 mesi) in località o borghi minori, aiutando così la destagionalizzazione e la distribuzione spaziale dei flussi turistici, e creando al contempo opportunità per vivacizzare territori ricchi di storia, ma che hanno subìto negli anni recenti dinamiche di spopolamento e di invecchiamento.
C’è molto altro ancora: per esempio riordinare il mercato degli affitti brevi e renderlo compatibile con quello residenziale; o gestire il rapporto con le grandi piattaforme digitali, da cui oggi passa gran parte delle prenotazioni.
C’è poi ancora da pensare alla riconversione di quei segmenti che non torneranno a crescere alla fine della pandemia. Per esempio, le agenzie che lavorano con il turismo business sanno che i viaggi per brevi incontri di lavoro risentiranno in maniera permanente della concorrenza delle video conferenze. Sarebbe sbagliato se i 98 milioni dedicati dal Dl alle agenzie e ai tour operator servissero per tenere in vita attività che il mercato non richiede più.
Euregio+ Turismo
Il FIA italiano immobiliare riservato istituito in forma chiusa, denominato “Euregio+ Turismo” e gestito da Euregio Plus SGR S.p.A., è un fondo comune di investimento italiano, rientrante nell’ambito di applicazione della direttiva 2011/61/UE, di tipo chiuso e riservato (FIA italiano riservato), come definito dall’articolo 1, comma 1, lettera m-quater del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n.
Il Fondo, in coerenza con i fattori competitivi del settore turistico della Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol, ha l’obiettivo di migliorare il livello qualitativo dell’offerta alberghiera della regione per favorire la chiusura del “differenziale di qualità” rispetto alle aree alpine concorrenti.
Scopo del Fondo è l’investimento collettivo di capitali in immobili, diritti reali immobiliari e/o partecipazioni in società immobiliari, nonché la gestione professionale e la valorizzazione del Fondo stesso, al fine prevalente di distribuire periodicamente il risultato netto della gestione generato dalla redditività degli investimenti, salvaguardando, nel tempo, il valore del patrimonio del Fondo.
L’obiettivo è perseguito attraverso una gestione del portafoglio coerente, sotto un profilo temporale, favorendo il passaggio generazionale nel sistema della ricezione turistica regionale al fine di evitare un depauperamento della capacità di offerta a causa della crisi della governance.
Gli investimenti del Fondo vengono effettuati in immobili, diritti reali immobiliari, società immobiliari e strutture alberghiere prevalentemente ubicati nel territorio della regione Trentino Alto-Adige / Südtirol. Il patrimonio del Fondo, in conformità ai limiti e alle condizioni previsti dalla normativa di volta in volta vigente, è investito, per una quota non inferiore ai 2/3 (due terzi) del valore totale dell’attivo dello stesso Fondo, in beni immobili, diritti reali immobiliari - ivi inclusi quelli derivanti da contratti di leasing immobiliare con natura traslativa e da rapporti concessori - e partecipazioni in società immobiliari idonei a consentire la realizzazione dello scopo del Fondo.
In sede di selezione e valutazione delle opportunità di investimento, la SGR considera altresì il profilo di rischio ESG (“E” ambientale, “S” sociale, “G” governance) di ogni asset oggetto di valutazione, la SGR si avvale di uno scoring o rating ESG, elaborato sulla base di una metodologia che tiene in considerazione l’impatto delle opere di riconversione, riqualificazione e recupero previste, ove rilevante e tecnicamente stimabile.
Al fine di contenere il rischio ESG dei propri investimenti, la SGR si pone un limite, in termini di tale scoring o rating ESG, come requisito minimo per l’approvazione di ogni operazione di investimento. In particolare, il processo decisionale alla base della selezione e valutazione degli investimenti del Fondo prevede che la SGR consideri, oltre ad aspetti di natura economica e finanziaria, anche aspetti ambientali, sociali e di governance di ogni asset oggetto di valutazione al fine di minimizzare l’esposizione verso coloro che, al momento della valutazione dell’investimento, presentino un profilo di rischio ESG non compatibile con il Rating ESG minimo considerato accettabile dalla SGR.
Il Fondo attua un rigoroso processo di accreditamento e di due diligence dei potenziali promotori e partner, volto a garantire la massima trasparenza e professionalità delle relazioni.
L’acquisto, a qualsiasi titolo, delle Quote del Fondo “Euregio+ Turismo” è riservato agli Investitori Professionali e, previa accettazione della SGR, agli investitori diversi dagli Investitori Professionali e diversi dalle persone fisiche, che ai sensi dell’articolo 14, comma 2 del Decreto Ministeriale 5 marzo 2015 n.
Opportunità di Finanziamento nel 2025
Nel 2025, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) continua ad offrire opportunità significative per le imprese del settore turistico-alberghiero. Diverse misure, sia a livello nazionale che regionale, sono ancora attive e mirano a sostenere la riqualificazione, l'innovazione e la sostenibilità delle strutture ricettive.
Le imprese del settore turistico-alberghiero hanno a disposizione diverse opportunità di finanziamento attraverso le misure previste dal PNRR e dai bandi regionali. È fondamentale per gli operatori del settore monitorare costantemente le aperture dei bandi, verificare i requisiti di ammissibilità e preparare con attenzione la documentazione necessaria per accedere ai fondi disponibili.
Soggetti beneficiari dei fondi
- Imprese turistiche private (come definite ai sensi del Decreto Legislativo n.). Ai fini delle valutazioni di sostenibilità economico finanziaria a cura di Banca Finint quale intermediario, i soggetti suddetti dovranno rispettare il requisito minimo di fatturato (voce A1 di Conto Economico) pari ad almeno 1 milione di Euro negli ultimi due bilanci approvati.
- Bed & Breakfast (il cui esercizio è svolto su base imprenditoriale), agriturismi, campeggi e centri vacanze (ad es.).
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