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Moto Guzzi Stornello 125 Turismo: Storia e Caratteristiche

La Moto Guzzi Stornello 6 Giorni è un modello iconico prodotto tra il 1964 e il 1966, creato per celebrare i successi della casa mandellina nell'International Six Days Trial (ISDT), una delle competizioni di enduro più prestigiose dell'epoca.

La Stornello 6 Giorni fu sviluppata per competere nell'ISDT, dove Moto Guzzi aveva già ottenuto numerosi successi negli anni '50 e '60. Nel 1965, una Stornello pilotata da Giulio Maieri conquistò la medaglia d'oro nell'ISDT, dimostrando l'eccellenza del progetto.

La Stornello 6 Giorni rappresenta un pezzo di storia del motociclismo italiano, simbolo dell'ingegno Moto Guzzi nelle competizioni fuoristrada.

Restauro e Componenti

Durante un restauro, ci si può imbattere in diverse sfide, come la corretta identificazione dei componenti originali. Ad esempio, la bulloneria, che spesso appare scura con una leggera patina di ruggine, può essere riportata al suo aspetto originale lucidandola con una spazzola.

Per quanto riguarda il trattamento della bulloneria, il trattamento che veniva fatto all'epoca era con il cadmio. Per ovvie ragioni trattamenti del genere non esistono più. Sinceramente, quando io e mio padre abbiamo restaurato lo Stornello di mio nonno, non ci siamo fatti problemi a sostituire tutta la bulloneria originale con nuova bulloneria in acciaio inox (ad eccezione di qualche vite particolare). Inoltre la bulloneria in acciaio inox si lucida facilmente ed è più bella (secondo me, anzi secondo noi).

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È importante avvicinarsi il più possibile alla realtà di allora. Per quanto riguarda i raggi e nipples, sembra un paradosso ma sulla mia moto una ruota li montava neri (col nipples color ottone) e l'altra raggi e nipples zincati. È un esemplare del febbraio 1961... L'anziano proprietario non si ricorda il motivo purtoppo.

Impianto Elettrico

L'impianto elettrico può presentare delle difficoltà, soprattutto se mancano diversi componenti. È fondamentale trovare uno schema dell'impianto della moto a cui va applicato e sapere se c'è la batteria o meno.

Un problema comune è il clacson, che spesso è a 6V e può essere sia in corrente continua (c.c.) che alternata (c.a.). Bisogna assicurarsi di utilizzare il modello corretto per evitare problemi.

Il volano magnete alternatore è a 6 Volt e eroga 28W. Il comando del clacson, sul lato sinistro del manubrio.

Per quanto riguarda il faro, la marca che si dovrebbe montare è CEV, però deve essere per volani magneti e batteria, naturalmente usato, poichè è da 50 anni che non se ne costruiscono più. Con il volano magnete si dovrebbe trovare un tipo di fanale che che ha l'interruttore delle luci in alto al centro del faro.

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Componenti dell'impianto elettrico

  • Contatto con chiave
  • Morsettiera con fusibile
  • Diodo
  • Resistenza da 10ohm 20w (al posto dell'impedenza)
  • Porta lampada con lampadine

Dal volano dovrebbero uscire due fili, uno per l'accensione e l'altro per l'impianto elettrico e della batteria, che devono avere un'altro impianto, molto complesso, nel faro.

Caratteristiche Tecniche dello Stornello Sport

A metà degli anni ‘60 - non considerando il perdurante successo della Vespa Piaggio nel campo delle due ruote - la Guzzi s... dello Stornello: le versioni a 5 marce. 125. Le moto subiscono rilevanti modifiche. ciclistica ed anche gran parte della meccanica vengono uniformate. uovo ne viene usato uno nuovo che permette di contenere il cambio a 5 marce. dell'albero motore e del cambio. aumento dell'alettatura. Stornello Sport. verticale. cc. 7400 giri/min. precedenti, è con olio nel carter e pompa di mandata a ingranaggi. comprende il basamento del motore. Superiormente monotrave. ammortizzatori idraulici. i modelli stradali pesano 113 kg. parafanghi, forcella, sellone, serbatoio, marmitta e vano attrezzi. "spaziale". 17 A/h della prima versione del 160 cc. Special, alle T4, dall'S3 all'SP etc.). più verticale. La forcella è nuova, diventa più "moderna". aggressiva. sella, anche questa di nuovo disegno. del fanale e si arricchisce del contagiri. Benelli. inclinato di 25° in avanti, con valvole in testa ad aste e bilancieri. motore è stressato, cioè costituisce una componente del telaio. emisferica in lega leggera con sedi delle valvole riportate. è in lega d'alluminio, a tre fasce elastiche. l'alesaggio di 52 mm per una cilindrata di 123,175 cc. cc ha una alesaggio di 58 mm per una cilindrata totale di 152,24 cc. alternatore, calettato sull'albero motore (6V 28W). elettrodi 0.6 mm. in testa comandate da aste e bilancieri. comandato dall'albero motore mediante una coppia di ingranaggi. Starter posta sul corpo del carburatore. manicotto elastico. Va sostituito ogni 15.000 km. 265 (n. 265 (n. 265 (n. N.B. e da bilanciere negli altri modelli. Il comando è posto sul lato destro. dalle marce inferiori a quelle superiori. multipli in bagno d'olio, comandata da leva sul manubrio. sinistra del motomezzo. aperta, chiusa in basso dal basamento del motore. vuoto) m 1.00 (Scrambler 1,050). 0,18). Peso a vuoto kg 113 (Scrambler 117). 1/4. (Scrambler WM 1/1,6x19" ant e WM 1/1,6x17" post.). volano magnete alternatore è a 6 Volt e eroga 28W. fanale, funziona anche da commutatore delle luci (città - campagna). del clacson, sul lato sinistro del manubrio. freno. fianchetti. una coppia di ingranaggi elicoidali. del motore. La capacità è di 2 l. 20÷30, da sostituire ogni 2000 chilometri. filtro a retina nel basamento ed un filtro centrifugo sull'albero motore. motore. con molle a spirale concentriche agli ammortizzatori elastici. frontalmente in posizione leggermente spostata a destra. di nuovo disegno. una griglia a protezione del motociclista. pipa, e motore.

Moto Guzzi: Cento Anni di Storia

Il 15 marzo 1921 venne costituita a Genova la “Società Anonima Moto Guzzi”, avente per oggetto “La fabbricazione e la vendita di motociclette e ogni altra attività attinente o collegata all’industria metalmeccanica”. E, proprio in quel momento, i fondatori Carlo Guzzi e Giorgio Parodi scelsero come simbolo l’aquila ad ali spiegate, in memoria del compagno d’armi Giovanni Ravelli.

Iniziò così, dalla sede operativa di Mandello del Lario - nello stesso stabilimento in cui tuttora vengono prodotte le Moto Guzzi - un’impresa industriale che ha segnato la storia del motociclismo mondiale.

La Moto Guzzi ha compiuto cento anni: venne fondata il 15 marzo 1921, con finalità “La fabbricazione e la vendita di motociclette e ogni altra attività attinente o collegata all’industria metalmeccanica”. I fondatori Carlo Guzzi e Giorgio Parodi scelsero come simbolo l’aquila dorata ad ali spiegate, in memoria di Giovanni Ravelli, loro commilitone nel Servizio Aereo della R.

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La Guzzi ha conquistato vittorie e trofei sui circuiti di tutto il mondo, ben 14 Titoli Mondiali. È stata la moto dei record di velocità, simbolo di crescita di un Paese innamorato dei motori, è stata inoltre la moto della Polizia Stradale, della Guardia di Finanza ed altre Forze dell’Ordine e dell’Esercito, dei Corazzieri del Quirinale.

‘Sin dalle sue origini, 100 anni fa, l’aquila con le ali spiegate della Moto Guzzi non solo è stata il simbolo dei suoi bolidi vincenti per oltre trent’anni sulle principali piste internazionali, ma ha caratterizzato l’eccellenza della propria produzione di serie con alcune sue motociclette diventate icone per gli appassionati, ovunque nel mondo.

La Casa di Mandello, da quel 15 marzo 1921 a oggi, ha vissuto giornate di gloria nelle corse e di grandi successi nei mercati, ma anche periodi assai travagliati che ne hanno persino messo in forse l’esistenza. Sempre, però, l’aquila con le ali spiegate - emblema industriale, sociale, economico, artistico e culturale oltre i confini del motociclismo - è tornata a volare forgiando quello che era ed è il capitale della Casa di Mandello: l’anima guzzista.

La Rinascita di Moto Guzzi

La Moto Guzzi celebra il compleanno mentre appare vivere una nuova giovinezza. La gamma è stata rinnovata, si fa notare, mantenendo i valori di stile e autenticità del marchio, uniti alle migliori dotazioni tecniche in termini di supporti elettronici alla guida; ogni singola Moto Guzzi è costruita nello stabilimento di Mandello del Lario con cura artigianale nel rispetto di un’identità consolidata.

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