Turismo Montano in Italia: Caratteristiche e Sviluppo
Il turismo montano rappresenta una delle forme più affascinanti di viaggio, offrendo un'esperienza unica e memorabile immersa nella maestosità delle montagne. Questo tipo di turismo si pratica prettamente in inverno grazie alle molteplici località sciistiche.
Si definisce tale il flusso di gente che si dirige verso le mete montane per passare le proprie vacanze o solamente qualche ora in mezzo alla natura. A causa degli ultimi fatti avvenuti che ha travolto il mondo, la gente ha sempre di più apprezzato un turismo in solitudine ed il turismo montano si presta perfettamente a questa esigenza.
Il turismo montano nasce come sfide dell’uomo verso la natura. Tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 nelle grandi città dove lo sviluppo industriale ormai aveva divorato tutto, stava avvenendo un cambiamento che per molti era considerato un fattore positivo ma per altri totalmente negativo. Oltre ad essere nocivo per la popolazione lo sviluppo stava portando ad un sovraffollamento e le città stavano diventando sempre più piccole e caotiche.
Chi se lo poteva permettere scappava in zone alpine circostanti per cercare un angolo di paradiso e assaporare un momento di beatitudine. Ben presto gli abitanti di queste zone vennero presi come esempi di vita: sani, semplici e non corrotti e con il passare del tempo queste montagne divennero meta di scoperta.
Il consolidamento del turismo montano è avvenuto nel XX secolo, con la consacrazione del turismo di villeggiatura, il boom economico ed edilizio e lo sviluppo in chiave turistica di paesi e valli di montagna. Con il XXI secolo il turismo montano sta mutando le sue caratteristiche. Per noi di Turismo e Innovazione il turismo montano è anche molto altro, legato a un ambito che si rifà ad ambiente, natura, paesaggio, ma anche e soprattutto passione, scelte di vita, storie personali, spesso in bilico tra modernità e tradizione. Tutto ciò si presta benissimo a essere convogliato e raccontato attraverso lo storytelling turistico.
Leggi anche: IA e il futuro del turismo
I dati della stagione 2016 (dati di Federalberghi) parlano di un giro d’affari complessivo di circa 6,6 miliardi di Euro per il “turismo bianco”, con un incremento dell’11,6% rispetto al 2015 e un incremento del 19,6% per le settimane bianche.
Attività Turistiche di Montagna
Le attività turistiche di montagna sono incredibilmente variegate e soddisfano una vasta gamma di interessi e abilità.
- Escursionismo: Le montagne offrono una rete intricata di sentieri escursionistici che si snodano attraverso paesaggi mozzafiato.
- Sci e snowboard: Durante l'inverno, le montagne diventano un paradiso per gli amanti degli sport sulla neve.
- Alpinismo: Per coloro che cercano una sfida più impegnativa, l'alpinismo offre l'opportunità di scalare alcune delle vette più alte e iconiche del mondo.
- Mountain biking: Le montagne offrono un terreno ideale per gli amanti della mountain bike.
- Rafting: Discesa fluviale su un particolare gommone inaffondabile ed auto svuotante chiamato raft. Ci sono percorsi facili o un po’ più impetuosi.
- Arrampicata: O climbing e letteralmente significa “scalare, arrampicarsi” quindi vuol dire scalare un ostacolo che sia artificiale o naturale mediante l’utilizzo di appigli per mani e piedi oltre alle corde di sicurezza.
- Downhill: Per i più temerari ed adrenalinici e consiste nel percorrere discese e percorsi non rettilinei con la mountain bike.
- Yoga: Attività di gruppo o in solitaria dove mente e corpo entrano in sintonia. Con le varie figure ci si mantiene in forma.
Oltre agli sport più tradizionali, le montagne offrono una vasta gamma di altre attività ricreative, tra cui arrampicata su roccia, parapendio, pesca e tanto altro.
Turismo montano in Italia
L'Italia è una delle principali destinazioni per il turismo montano in Europa. Con le sue maestose Alpi e Appennini, l'Italia offre una vasta gamma di attività all'aperto in un ambiente naturale mozzafiato.
- Le Dolomiti: Situate nel nord-est dell'Italia, le Dolomiti sono conosciute per i loro maestosi picchi, valli verdi e laghi cristallini.
- La Valle d'Aosta: Situata nella parte nord-occidentale dell'Italia, la Valle d'Aosta è circondata dalle più alte vette delle Alpi.
- Le Alpi italiane: Le Alpi italiane attraversano il nord del paese, offrendo una vasta gamma di attività invernali e estive.
Quando pensiamo alla montagna il pensiero vola alle Alpi, certo esse sono le mete turistiche più conosciute, Courmayeur in Valle d’Aosta, Livigno in Lombardia, Cortina d’Ampezzo in Veneto e il Passo del Tonale in Trentino-Alto-Adige, tanto per citarne alcune note, ma cosa ne pensiamo del sud. Il meridione è sempre stato visto come terra del sole e mare e poco noto per il turismo montano; eppure, anche al sud ci sono zone meravigliose dove viene praticato.
Leggi anche: Analisi del rapporto turismo-PIL in Italia
La Sicilia ospita uno dei vulcani attivi più importanti e qui quando scendono le temperature gli oltre 3000 mt di altitudine si coprono di neve. Ci sono quattro impianti che portano fino a 2500mt e da qui si può scendere con piste battute ma con un punto in più, la vista mare.
Nella vicina Calabria nel Parco Nazionale della Sila c’è Camigliatello a 2000mt con le sue piste adatte a tutti. Gambarie, una delle cime più alte dell’Aspromonte dove piste rosse, nere ed azzurre arrivano fino alle zone dello Stretto di Messina. Risalendo c’è Campitello Matese in Molise a circa 1500 mt, con i suoi 40 km di piste sia per principianti che per i più esperti.
Impatto Economico del Turismo Montano
Il turismo montano come tutti i tipi di turismo porta uno sviluppo economico. Le destinazioni montane attraggono circa il 15/20% del turismo globale e tale opzione contribuisce a creare sostentamento sia della popolazione con relativa riduzione della povertà sia dell’inclusione sociale.
Il turismo vale il 6,7% del PIL delle montagne italiane. È un valore in linea con quello dell’intero Paese. Il 90% degli intervistati da IPSOS sul Rapporto Montagne Italia realizzato da Uncem ritiene le aree montane italiane “un’importante attrattiva per i turisti”. E il 56% un luogo dove vivere.
Come precedentemente citato le zone montane delle Alpi sono le più note e quindi la percentuale maggiore di turismo è concentrata li, infatti, i Tour Operator puntano molto su questo tipo di turismo. ma esse sono soggette a turismo di massa e si sa che non va d'accordo con la sostenibilità.
Leggi anche: Regolamentazione delle Ferie nel Turismo
Analisi Territoriale e Occupazione Turistica
Alpi e Appennini sono suddivisi in 387 “comunità territoriali”, aree omogenee di Comuni che già lavorano insieme in strategie e piani di sviluppo locale.
Uno dei limiti è non capire che nelle aree montane, più che nelle città e nelle coste, si va in sistemi complessi, ecologici e antropici. E che le comunità dei paesi, che non sono borghi turistici, sono fondamentali. Accolgono e sono decisivi per il turismo stesso. Evitarli, pensare non ci siano, è assurdo e inopportuno. Chi sale non porti tutto da casa. Compri in valle, faccia vivere quei negozi e quei bar. Non chiediamo assistenzialismo, ma buonsenso e incontro. Comunione con le comunità dei territori.
Quello con la maggiore “occupazione turistica” è in Alto Adige, provincia di Bolzano. È l’area di Villabassa, Alta Pusteria, per intenderci quella Villabassa. 84mila abitanti, per 12.849 occupati nella filiera turistica. Numeri molto rilevanti, nella zona del Lago Braies. Sul “podio” del numero di occupati nel turismo vi sono altre due aree dell’Alto Adige: la Comunità territoriale di Verano e quella di Tires. A seguire, le Dolomiti Bellunesi.
Le Dolomiti hanno la meglio sull’incidenza percentuale del valore aggiunto della filiera turistica sul totale del valore aggiunto di ciascuna Comunità Territoriale. Podio nel Rapporto Uncem tre aree del Trentino, ovvero le Comunità Territoriali di Trento (72%), Soraga di Fassa (62%), Tires (59%). Buoni i numeri dell’area di Tenno (Trentino), della Elimo Ericini (Sicilia) e ancora in Trentino della Comunità Territoriale Villabassa Alta Pusteria. In 63 Comunità Territoriali montane descritte nel Rapporto, l’incidenza è sotto l’1%.
Sui posti letto alberghieri ed extralberghieri, numeri altissimi a Soraga di Fassa, Trentino-Alto Adige, con 254, seguita dall’area Walser Monte Rosa in Val d’Aosta con 239. Poi l’Unione Montana del Baldo-Garda in Veneto (220), la Comunità Territoriale di Spormaggiore (nel Parco Adamello-Brenta, in Trentino-Alto Adige) con 197 posti letto ogni 100 abitanti, seguita dall’area Valdigne-Mont-Blanc in Valle d’Aosta con 170. La durata media delle permanenze, ottenuta nel Rapporto Montagne Italia Uncem dividendo il numero delle presenze per quello degli arrivi, cioè dei turisti, vede con ottimi numeri l’Alto Maceratese, nelle Marche, con 13 giorni di durata media.
Sfide e Tendenze
Tuttavia, il turismo montano presenta anche delle sfide significative, tra cui l'impatto ambientale, il sovraffollamento e la sostenibilità economica.
- Impatto ambientale: L'aumento del turismo può avere un impatto significativo sull'ambiente montano.
- Sovraffollamento: In alcune località montane, il turismo di massa può portare a sovraffollamento e congestione.
- Sostenibilità economica: Alcune comunità montane dipendono fortemente dal turismo per la loro economia.
- Gestione delle risorse: La gestione delle risorse naturali e culturali delle montagne può essere complessa e sfidante.
- Cambiamenti climatici: I cambiamenti climatici stanno influenzando profondamente le montagne, con effetti come lo scioglimento dei ghiacciai, l'instabilità delle piste da sci e l'aumento della frequenza e dell'intensità degli eventi meteorologici estremi.
Il report sottolinea la necessità di rafforzare i partenariati pubblico-privato, in particolare il rapporto con le comunità locali. Il fine è quello di creare prodotti turistici legati alla gastronomia, alla natura, benessere o turismo rurale. Ciò consentirebbe di avere in montagna un turismo che duri tutto l’anno, favorendo la destagionalizzazione dell’offerta turistica.
Si tratta di un tema di massima importanza, soprattutto per via del cambiamento climatico. Infatti, l’emergenza climatica sta alterando gli attuali modelli stagionali montani. Misurare i flussi turistici in montagna aiuterebbe le destinazioni a stabilire strategie mirate riducendo la forte stagionalità della domanda che caratterizza questo segmento.
Destagionalizzazione: Diffondere i flussi turistici riducendo la pressione verso le destinazioni urbane più visitate. Questo consentirebbe di allungare la domanda del turismo di montagna durante tutto l’anno.
Benefici economici e opportunità di lavoro: Condividere i benefici economici del turismo nei territori con lo scopo di ridurre gli squilibri regionali.
Valutare l’uso di dati di posizionamento mobili per misurare il numero di visitatori nelle aree montane, l’origine di provenienze, la durata media del loro soggiorno. Ciò è possibile, come dimostrano le iniziative intraprese da Andorra, Spagna e Polonia. Lo scambio di esperienze e buone pratiche tra le destinazioni potrebbe aprire la strada all’implementazione di soluzioni innovative per migliorare la misurazione oltre ai già utilizzati metodi più tradizionali.
Assicurare che la misurazione vada oltre il volume e includa le tre dimensioni della sostenibilità (economica, sociale, ambientale). Monitorare il turismo in montagna e i suoi impatti è cruciale per gestire al meglio le risorse e ridurre gli sprechi. E per rispettare la capacità di carico delle destinazioni.