Normativa sul Turismo Rurale in Italia: Un Quadro Completo
Riprendendo la definizione dell’Organizzazione Mondiale del Turismo-UNWTO, il turismo rurale è una tipologia di turismo in cui il viaggiatore fa esperienza del patrimonio naturale e culturale dei territori rurali. A fronte di questa definizione, è chiaro che numerose e differenti possono essere i prodotti, i servizi e le esperienze turistiche che possono essere incluse nel turismo rurale. Oggi l’interesse dei turisti verso la ricerca del benessere psico-fisico, il desiderio di vivere gli spazi aperti e naturali, la voglia di conoscere e sperimentare l’enogastronomia in tutte le sue sfaccettature può sostenere processi di sviluppo turistico dei territori rurali.
Valorizzare il turismo rurale consente di creare nuove opportunità per questi territori, che spesso “soffrono” per la loro marginalità economica e sono soggetti a fenomeni di spopolamento. La pratica turistica ne aumenta la visibilità, stimolando processi di diversificazione ed innovazione delle economie agricole con benefici che si allargano a tutta la comunità e non alle sole filiere connesse. Tuttavia, vi sono dei limiti oggettivi che possono limitarne la portata e l’efficacia. L’Organizzazione Mondiale del Turismo-UNWTO presta una forte attenzione sul tema.
Definizione e Obiettivi del Turismo Rurale
Il turismo rurale in Italia è una forma originale di turismo in campagna che può essere svolta solo in aziende agricole e a cura di agricoltori. L'agriturismo è disciplinato dalla legge nazionale 20 febbraio 2006, n. 96 che ne definisce gli aspetti, le tipologie, e le finalità per la valorizzazione del patrimonio rurale e del territorio nazionale, demandando alle Regioni e alle Province autonome il compito di definire e caratterizzare l'attività agrituristica locale mediante l'emanazione di appositi provvedimenti legislativi. In attuazione della legge nazionale, nel 2013 l'Italia ha dato vita al marchio di settore "agriturismo italia" (DM 13 febbraio 2013), per le aziende regolarmente operanti in base alle normative vigenti.
Nel contesto del turismo rurale, è importante comprendere la differenza tra un’azienda agricola e un agriturismo. Un’azienda agricola è un’impresa che si occupa principalmente di attività agricole, come la coltivazione di terreni agricoli o l’allevamento di animali. D’altra parte, un agriturismo è un’attività commerciale che si svolge all’interno di un’azienda agricola. L’agriturismo offre ospitalità e servizi turistici, e consente ai visitatori di sperimentare la vita rurale e le attività agricole. La principale distinzione tra un’azienda agricola e un agriturismo risiede nella loro finalità e nella destinazione delle strutture. Mentre un’azienda agricola si concentra sulla produzione agricola, un agriturismo combina l’attività agricola con l’ospitalità turistica.
Requisiti e Procedure per Avviare un'Attività di Turismo Rurale
Per aprire un agriturismo è necessario soddisfare alcuni requisiti e seguire una procedura specifica. Innanzitutto, bisogna essere imprenditori agricoli, dedicandosi principalmente all’agricoltura e all’allevamento. La procedura richiede l’iscrizione al Registro delle Imprese della Camera di Commercio e l’apertura di una partita IVA. È necessario anche registrarsi presso il registro degli operatori turistici della regione di appartenenza. Inoltre, occorre ottenere l’autorizzazione del sindaco per avviare l’attività agrituristica e l’autorizzazione dei Vigili del Fuoco.
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Dal punto di vista fiscale, l’attività agrituristica è soggetta a una disciplina specifica. Il reddito derivante dall’agriturismo è considerato reddito agricolo. Oltre alla fornitura di servizi turistici in generale, va tenuto conto della normativa che regola l’agriturismo, ovvero la legge numero 96 del 2006. Nell’articolato si trovano le caratteristiche della struttura. Aprire un turismo rurale significa occuparsi di attività turistiche in termini di accoglienza, somministrare cibi e bevande privilegiando i prodotti propri o di aziende agricole della zona. Si può assumere personale per poter gestire la struttura e i servizi connessi.
Il turismo rurale è una formula strettamente legata all’agriturismo. Chiunque desideri operare in questo ambito deve impostare l’occupazione principale nella ricettività e nella produzione agricola. In caso non si rispetti questo vincolo si vede revocata la licenza ottenuta. La legge è molto chiara e non ammette deroghe di nessun tipo. Sull’intero territorio nazionale si deve seguire quanto previsto dalla legge numero 26 del 1996 che prevede la possibilità di aprire un turismo rurale solamente se si è imprenditori agricoli, ovvero se si rispetta la normativa di riferimento.
Non si tratta solo di sfruttare l’agricoltura e di utilizzare i propri prodotti. Il requisito relativo a procedimenti penali in corso riguarda quelle attività illegali svolte nell’ambito della commercializzazione di alimenti nocivi oppure di aver violato in modo grave le leggi sanitarie. Una volta esaminati i documenti si provvede a effettuare un’ispezione della struttura per accertare il rispetto delle norme in materia igienico-sanitaria e di sicurezza. Ci sono anche alcune limitazioni come quella relativa alle camere da destinare agli ospiti. Non si possono avere più di 10 stanze per un totale di 30 posti letto.
Legislazione Nazionale e Regionale
La normativa delle Regioni a Statuto ordinario in materia di turismo sotto il profilo contenutistico si muove lungo le direttive tracciate dalla normativa statale che si è succeduta nel tempo passando dalla prima legge-quadro sul turismo (L. n.217/1983 "Legge quadro per il turismo e interventi per il potenziamento e la qualificazione dell'offerta turistica" poi abrogata dalla L.135/2001 "Riforma della legislazione nazionale del turismo") sino a giungere all’ultimo intervento normativo attuato con il c.d. Codice del Turismo (D.lgs. 23 maggio 2011, n.79 “Codice della normativa statale in tema di ordinamento e mercato del turismo, a norma dell’articolo 14 della legge 28 novembre 2005, n. In alcuni casi l’intervento normativo si è realizzato mediante l’adozione di leggi organiche comprendenti tutti o quasi i settori sopra citati al fine di raccogliere in un unico testo normativo le disposizioni in precedenza sparse in vari altri atti legislativi.
Oltre a queste indicazioni ci sono le leggi regionali che aggiungono ulteriori obblighi da rispettare. Generalmente tra le richieste che accomunano le diverse normative regionali ci sono alcuni punti cardine. Nelle leggi delle varie Regioni è possibile rintracciare alcune caratteristiche comuni in particolare quando si rinvia a fonti secondarie la regolamentazione di dettaglio di alcuni settori: così, ad esempio, spetta a regolamenti attuativi il compito di disciplinare il funzionamento e i requisiti delle strutture d’informazione e accoglienza turistica istituite sul territorio in termini di standard qualitativi e quantitativi.
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Si veda in proposito l’art.15 della L.R. Calabria n. 8/2008, gli artt. 24 e 25 della L.R. Campania n.18/2004, l’art.22 della L.R. La regione Toscana con il Regolamento 23 aprile 2001, n. 18/R , di attuazione del Testo unico sul turismo di cui alla L.R. Infine merita una segnalazione, la legge della Regione Lazio n.13 del 2007(art.23) e quella della regione Calabria n. 1.
Esempi di Leggi Regionali
Di seguito sono elencate alcune leggi regionali rilevanti per il turismo rurale:
- Abruzzo: L.R. n. 38/2012
- Basilicata: L.R. n. 7/2008
- Campania: L. R. n. 18/2004
- Emilia-Romagna: L.R. n. 4/2016
- Liguria: L.R. n. 15/2015
- Lombardia: L.R. n. 27/2015
- Puglia: L.R. n. 1/2002
- Umbria: L.R. n. 13/2013
- Veneto: L.R. n. 28/2012
Aspetti Economici e Finanziari
Uno degli aspetti di maggiore interesse è certamente il budget. Non conoscendo il singolo caso non è possibile determinare con precisione le spese da affrontare, ma ci sono considerazioni generali che è utile prendere in considerazione da chi intende aprire un turismo rurale. Se si deve partire da zero l’investimento è molto più oneroso. L’imprenditore agricolo già in attività deve affrontare un costo molto più contenuto. Altrimenti si deve acquistare il terreno con un fabbricato per stabilire l’azienda. Ci sono però fondi statali destinati ai giovani imprenditori che desiderano intraprendere questa strada. Si tratta di denaro concesso a fondo perduto per sostenere parte delle spese di avvio e gestione. Sono ovviamente inclusi gli interventi strutturali, soprattutto per chi non ha nulla e deve prima creare l’azienda agricola.
Le voci del bilancio sono molte ma ciò che più incide riguarda l’acquisto dell’immobile, la ristrutturazione e l’arredamento delle stanze e delle parti comuni. Grazie all’aiuto pubblico si possono contenere i costi e riuscire così a velocizzare i tempo per ammortizzare le uscite. La convenienza dell’investimento c’è, bisogna concentrare i propri sforzi sulla pianificazione di ogni azione per poter agire nel rispetto delle leggi e attirando i potenziali clienti. In questo modo si potrà raggiungere il successo e avere il ritorno della spesa iniziale, con un reddito decisamente soddisfacente nel tempo.
Tipologie di Turismo Rurale
Il turismo rurale è una forma sempre più diffusa di turismo sostenibile che permette ai visitatori di vivere un’esperienza unica a stretto contatto con la realtà agricola, beneficiando di tutti i suoi aspetti positivi. Alcune delle principali tipologie includono:
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- Equiturismo: Una forma di turismo rurale in cui il cavallo diventa il mezzo di trasporto.
- Parchi naturali e riserve: Oltre alla conoscenza delle realtà cittadine e dell’entroterra in cui si soggiorna, si può anche godere dell’immersione nella natura che sostiene l’intera zona grazie al turismo.
- Birdwatching: Una pratica che combina turismo rurale e sostenibilità.
- Degustazioni enogastronomiche: Questa forma di turismo rurale è un vero piacere per i sensi.
Statistiche sull'Agriturismo in Italia
Secondo Istat nel 2021 le aziende agrituristiche attive sono 25.390 (+1,3% rispetto al 2020). La crescita maggiore è nelle Isole (+8,2%) e al Sud (+1,5%). La Legge 20 febbraio 2006, n. L’agriturismo viene quindi classificato in cinque livelli, come le strutture alberghiere, attraverso misurazioni standard.
Adempimenti Burocratici e Supporto Professionale
Per avviare un’attività in Italia è necessario seguire un percorso preciso che parte dalla definizione dell’idea imprenditoriale fino alla gestione degli adempimenti burocratici. È fondamentale valutare attentamente il proprio progetto d’impresa, analizzare il mercato e redigere un business plan che tenga conto di investimenti, costi, ricavi attesi e obiettivi. Dopo questa fase iniziale, si passa alla scelta della forma giuridica più idonea (come ditta individuale, SRL o SRLS) e all’apertura della partita IVA. Vanno poi completate l’iscrizione al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio, la comunicazione di inizio attività (SCIA) al Comune e la registrazione presso INPS e, se necessario, INAIL.
Affidarsi a un commercialista esperto fin dall’inizio del percorso imprenditoriale rappresenta una scelta strategica per evitare errori e ottimizzare ogni fase dell’avvio dell’attività. Il commercialista può guidare l’imprenditore nella scelta della forma giuridica più adatta, fornendo una valutazione personalizzata sulla base di esigenze fiscali, patrimoniali e operative. Inoltre, è in grado di occuparsi di tutte le pratiche burocratiche necessarie, come apertura della partita IVA, iscrizioni agli enti previdenziali e comunicazioni agli enti pubblici.
Tabella Riassuntiva delle Leggi e Regolamenti Chiave
Area Tematica | Riferimento Normativo | Descrizione |
---|---|---|
Definizione e Disciplina Generale | Legge 20 febbraio 2006, n. 96 | Definisce gli aspetti, le tipologie e le finalità dell'agriturismo a livello nazionale. |
Marchio di Settore | DM 13 febbraio 2013 | Istituisce il marchio "Agriturismo Italia" per le aziende conformi alle normative. |
Requisiti per l'Apertura | Leggi Regionali | Definiscono i requisiti specifici e le procedure per avviare un'attività agrituristica nella regione. |
Aspetti Fiscali | Normativa Fiscale Italiana | Il reddito derivante dall'agriturismo è considerato reddito agricolo e soggetto a specifiche normative fiscali. |
Norme Igienico-Sanitarie e di Sicurezza | Leggi Regionali e Comunali | Stabiliscono le norme da rispettare in materia di igiene, sicurezza e commercializzazione di alimenti. |
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