Piazza della Repubblica a Napoli: Storia e Trasformazioni
La Piazza della Repubblica è una delle piazze che si affacciano sul lungomare di Napoli, ricca di storia e di significati per la città.
Origini e Trasformazioni Urbanistiche
Con la nuova legge per il risanamento della città di Napoli del 1885, alcune zone della città cambiarono del tutto aspetto.
La piazza attraversa il corso Umberto, e fu realizzata mediante il progetto del risanamento urbano e intitolata al sindaco che ne fu l’artefice.
In lingua Napoletana è chiamata anche: ‘e quatte palazze, per i quattro grandi edifici che affacciano su di essa, contenenti ognuno di essi una coppia di grandi telamoni.
Mediante i lavori per la realizzazione della metropolitana, furono rinvenuti degli importanti resti archeologici risalenti alla Neapolis Greca, i resti riconducono al tempio dove si svolgevano i giochi Isolimpici.
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Il Monumento alle Quattro Giornate di Napoli
Una storia, una città: quella del Monumento alle Quattro Giornate di Napoli di Piazza della Repubblica.
Una testimonianza che racconta uno dei momenti più drammatici della Seconda guerra mondiale con la popolazione partenopea “resistente” contro l’occupazione nazista.
Tra il 27 e il 30 settembre 1943 i napoletani e i militari che non aderirono alla Repubblica sociale italiana dopo la proclamazione dell’armistizio dell’8 settembre riuscirono a liberare la città.
Sara Cucciolito, architetto e vice presidente dell’Anpi Napoli, insieme a Carlo Verde, storico e docente universitario, riportano all’attenzione del grande pubblico un’opera spesso dimenticata e lo fanno con una pubblicazione che entra nel dettaglio di un simbolo costruito prima di ogni cosa per non dimenticare, per fare memoria.
Un lavoro a quattro mani dal titolo Il Monumento alle Quattro Giornate di Napoli. Nascita e Rinascita di un simbolo (1964-2024), edito da Grimaldi & C.
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L’idea di realizzare un monumento alle Quattro Giornate era stata lanciata, sin dal 1952, dai protagonisti di quei drammatici giorni di fine settembre 1943.
Tuttavia la genesi dell’opera risulterà molto travagliata, sia per gli elevati costi di realizzazione che per il delicato scenario politico.
Napoli, infatti, fu la città più bombardata d’Italia da parte delle forze Alleate.
Furono oltre 25 000 le vittime dei pesanti attacchi.
Napoli resta per sempre un simbolo in quanto diventò la prima città d’Europa a essersi liberata da sola dai nazifascisti.
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Certamente ne uscì trasformata e quasi completamente distrutta dal secondo conflitto mondiale.
Era stata, infatti, il più importante porto d’imbarco e d’approdo per le truppe, le armi e i viveri destinati ai fronti del Mediterraneo, ma soprattutto dell’Africa del Nord e dell’Africa Orientale Italiana.
Il capoluogo campano tra il 1940 e il 1943, proprio per questo subì decine e decine di bombardamenti.
A patire, come sempre in tutte le guerre, fu la popolazione costretta a vivere perlopiù nei ricoveri, alla fame e a vagare in mezzo a cumuli di macerie.
Il regime non riuscì a proteggere i cittadini napoletani e questo, nonostante la propaganda, fece perdere consenso nei confronti del regime mussoliniano.
Il dissenso, poi, si fece ancora più forte nei quarantacinque giorni compresi tra il 25 luglio (giorno della caduta del fascismo) e l’8 settembre 1943 (giorno della proclamazione dell’armistizio con gli Alleati firmato qualche giorno prima a Cassibile, in Sicilia), non diedero tregua alla città.
Le “Quattro Giornate di Napoli” diventarono il simbolo della resistenza cittadina che, in realtà, si era già “organizzata” durante tutto il mese di settembre del 1943 con i primi atti di reazione di reparti militari nella prima metà del mese.
Poi si passò alla forma della resistenza civile e collettiva, concretizzatasi nell’aiuto e nella protezione agli uomini che i tedeschi volevano deportare: quegli uomini che “non avevano risposto al bando di reclutamento, dando vita a una forma di disubbidienza di massa che può a ragione essere inserita nelle modalità di resistenza che caratterizzarono il Mezzogiorno e l’Italia in quel periodo.
In quattro giorni i napoletani cacciarono dal proprio territorio nazisti tedeschi e fascisti italiani consegnando agli Alleati, il 1° ottobre 1943, una città libera.
Una testimonianza che Sara Cucciolito e Carlo Verde raccontano in una nuova pubblicazione attraverso la storia di un monumento simbolo di quei giorni a sei anni di distanza dal volume Prima dell’oblio. Il Monumento alle Quattro Giornate di Napoli.
Un momento davvero intenso e partecipato, ricco di significato, introdotto e moderato da Ciro Raia, Presidente del Comitato provinciale Anpi di Napoli.
Vai al sito della Grimaldi & C. Prima dell’oblio. Le Quattro Giornate di Napoli a Capodimonte e l’aviere ritrovato di C. Verde, P. Riccio, S. Cucciolito, P.
Altre Piazze di Napoli
Napoli è ricca di piazze, ognuna con la propria storia e caratteristiche uniche. Tra le più importanti, ricordiamo:
- Piazza Nicola Amore
- Piazza Giovanni Bovio
- Piazza Carità
- Piazza Carlo III
- Piazza Cavour
- Largo Corpo di Napoli
- Piazza Dante
- Piazza Giuseppe Di Vittorio
- Piazza Garibaldi
- Piazza Matteotti
- Piazza del Mercato
- Piazza Monteoliveto
- Piazza Nazionale
- Piazza Piedigrotta
- Piazza del Plebiscito
- Piazza San Domenico Maggiore
- Piazza San Gaetano
- Piazza San Ferdinando
- Piazza della Vittoria
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