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Le Cause dell'Estinzione del Piccione Viaggiatore: Una Lezione per la Biodiversità

Le azioni umane hanno precipitato un'accelerazione significativa nell'estinzione delle specie animali vertebrate, causando la scomparsa non solo di specie, ma di interi generi, influenzando drammaticamente la biodiversità del pianeta.

Estinzioni di Massa e il Piccione Viaggiatore

Il piccione viaggiatore, la tigre della Tasmania e il Baiji (delfino del fiume Yangtze) sono tra le vittime più riconosciute di quello che molti esperti definiscono come la sesta estinzione di massa. Tuttavia, un nuovo studio condotto dall’Università di Stanford e dall’Università Nazionale Autonoma del Messico indica che la crisi potrebbe essere ancora più profonda.

Fino ad ora, l’interesse pubblico e scientifico si è concentrato sulle estinzioni di specie. Le informazioni sullo stato di conservazione delle specie dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, Birdlife International e altre banche dati si sono migliorate negli ultimi anni, il che ha permesso a Ceballos ed Ehrlich di valutare l’estinzione a livello di genere.

Settantatré generi di vertebrati terrestri, hanno scoperto Ceballos ed Ehrlich, si sono estinti dal 1500 AD. Basandosi sul tasso storico di estinzione dei generi tra i mammiferi, l’attuale tasso di estinzione dei generi di vertebrati supera quello dell’ultimo milione di anni di 35 volte. Questo significa che, senza l’influenza umana, la Terra avrebbe probabilmente perso solo due generi durante quel tempo.

L'Impatto delle Estinzioni a Livello di Genere

Su molti livelli, le estinzioni di generi colpiscono più duramente delle estinzioni di specie. Ma quando interi “rami” (generi) cadono, lascia un enorme buco nella volta - una perdita di biodiversità che può richiedere decine di milioni di anni per “ricrescere” attraverso il processo evolutivo di speciazione. La perdita di generi potrebbe anche esacerbare la peggioramento della crisi climatica.

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Per prevenire ulteriori estinzioni e le conseguenti crisi sociali, Ceballos ed Ehrlich chiedono un’azione politica, economica e sociale immediata su scale senza precedenti. Gli sforzi di conservazione dovrebbero dare priorità alle regioni tropicali, poiché le regioni tropicali hanno la più alta concentrazione sia di estinzioni di generi che di generi con una sola specie rimanente.

Specie a Rischio e Fattori di Vulnerabilità

Secondo l'attuale Lista rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), nel corso del 2022 sarebbero state circa 42mila le specie animali a rischio di estinzione, per via dei cambiamenti climatici, per l'eccessiva deforestazione, la caccia, la perdita di habitat e l'inquinamento dell'ambiente. Cosa porta quindi una specie a risultare più vulnerabile delle altre?

Per capire perché alcune specie risultano essere più vulnerabili di altre, rispetto ai cambiamenti climatici e agli altri fattori provocati dall'uomo, non possiamo trascurare quali sono le principali cause che inducono gli animali ad estinguersi o a perdere così tanto terreno rispetto ai loro competitors, entrando in una crisi profonda che li porta quasi inevitabilmente alla morte.

Le Principali Cause dell'Estinzione

Se però dovessimo chiedere a uno scienziato degli esempi di animali sterminati dall'uomo per finalità esclusivamente alimentari, non possiamo che pensare al Dodo o al Piccione viaggiatore americano, le specie simbolo delle estinzioni animali moderne. Il nostro interesse verso alcune specie, rispetto ad altre, ha quindi modificato duramente la struttura stessa degli ecosistemi.

Un altro fenomeno ambientale che può condurre molte specie selvatiche ad estinguersi, anche dopo sole poche generazioni, è la degradazione degli habitat, in questo momento storico sottoposti a molteplici tipologie di stress ambientali indotti dall'uomo. Risulta quindi criminale andare a modificare volutamente in maniera intensiva gli habitat - come stiamo attualmente facendo - promuovendo il disboscamento intensivo o le coltivazioni monoculturali, che hanno come principale conseguenza la perdita delle nicchie ecologiche naturali che sostengono le specie selvatiche.

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L'inquinamento negli ultimi anni è stato una delle concause principali della scomparsa delle specie, che ha influito ancor più della caccia sulla riduzione del numero di animali. L'inquinamento da plastica inoltre sta portando moltissime specie, tra cui anche l'uomo, a subire un incremento delle malattie tumorali e un più difficile sviluppo neonatale, con moltissimi nati soggetti a mutazioni o alterazioni fisiche debilitanti, di seguito al contatto con le cosiddette molecole teratogene.

Il bracconaggio e il commercio illegale delle specie esotiche invece rappresentano una delle attività umane che mettono più a rischio la fauna. A differenza, però, delle altre cause che portano all'estinzione piante e animali, possiamo dire che questi due fenomeni sono molto selettivi. Essi infatti non colpiscono indiscretamente tutte le specie di un territorio, ma solo quelle commercialmente più richieste.

Il Caso del Piccione Viaggiatore

Chi potrebbe vantarsi di avere visto volare un Ectopistes migratorius, volgarmente conosciuto come piccione migratore o colomba migratrice? Nessuno, e il motivo è semplice: questa specie si è estinta cento anni fa. L’ultimo esemplare noto si chiamava Martha e morì il 1 settembre 1914 nello zoo di Cincinnati, nell’Ohio, di cui era una delle maggiori attrazioni.

L’Ectopistes migratorius assomigliava a una tortora più che a un piccione o a una colomba e non aveva nulla di singolare, salvo il fatto che c’è stato un tempo in cui era l’uccello più diffuso sulla Terra. Quando i primi coloni arrivarono in America, solo nelle praterie di quel continente vivevano diversi miliardi di piccioni migratori.

Il suo declino ebbe inizio nell’Ottocento e la sua estinzione fu sensazionale oltre che molto rapida. Cosa la provocò? Le cause furono molteplici. Si va dalle tempeste di grandine all’opera distruttrice dell’uomo, dal disboscamento (che sconvolse il loro habitat) alla caccia spietata. Le battute di caccia erano allucinanti, continue, e poiché la carne di questi uccelli innocui era prelibata, essi furono decimati principalmente per soddisfare la gola.

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Tentativi di De-estinzione

Non mi spiegherei altrimenti il fatto che si parla della possibilità di riportare in vita questo uccello estinto. Come? Grazie ai passi da gigante compiuti dalla genetica. Nel marzo 2013, la National Geographic Society ha organizzato una serie di conferenze sul tema. Un’organizzazione nota come Revive & Restore ha arruolato genetisti di fama mondiale e ha varato un progetto dal titolo eloquente: The Great Passenger Pigeon Comeback.

I frammenti di DNA dei tessuti di un Ectopistes migratorius conservato in un museo di scienze naturali verrebbero infatti combinati col genoma di una specie vivente correlata. Ne vale la pena?

Conseguenze delle Estinzioni e Azioni Necessarie

Le conseguenze legate alla scomparsa delle specie animali possono essere irrecuperabili per l'ambiente come per l'economia e la struttura sociale umana. L'ecosistema infatti può reagire negativamente alla perdita della fauna e alla scomparsa di determinate specie carismatiche, che possono fungere da bio ingegneri o bio costruttori dell'ecosistema stesso.

In linea generale quando da un ambiente cominciano ad estinguersi un gran numero di specie, solitamente l'habitat ne risente parecchio perché cominciano a mancare diversi componenti della sua intera struttura ecologica, che rischia così di collassare su sé stessa.

Secondo i biologi, a causa delle attività umane siamo in mezzo alla sesta estinzione di massa della storia del pianeta Terra: si stima che più di trecento tipi di mammiferi, uccelli, rettili e anfibi si siano estinti dal 1500 a oggi.

Secondo Jones non si tratta di salvare una specie alla volta, che per molti è un’operazione molto costosa, ma di capire l’ambiente come un sistema intero. E, dato che le cause dell’estinzione sono principalmente di natura umana, ogni cosa è reversibile.

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