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Il Sodalizio che si Occupa di Turismo: Definizione e Importanza

La definizione "Il sodalizio che si occupa di turismo" può trovare diverse soluzioni nei cruciverba e nei giochi enigmistici. Una delle risposte più comuni è TCI, acronimo di Touring Club Italiano.

Il Touring Club Italiano: Un Sodalizio Storico

Il Touring Club Italiano (TCI) è un'associazione che si occupa di turismo, cultura e ambiente in Italia. Fondato nel 1894, il TCI ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo del turismo in Italia, promuovendo la conoscenza del territorio, la tutela del patrimonio culturale e ambientale e la diffusione di un turismo responsabile e sostenibile.

Il TCI edita guide per chi viaggia e pubblicava "Le vie d'Italia".

Valori e Missione del TCI

Accanto ad una visione certamente ideale del turismo e dei valori di cui dovrebbe essere portatore, per contribuire al miglioramento del benessere di tutti e per essere veramente sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale dobbiamo essere anche molto realisti.

Il tema del turismo di comunità richiama quello del bene comune. Una mission da sempre presente nell'opera del TCI. Cominciamo dal concetto di “bene comune” che caratterizza tutta la lunga storia del Touring.

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Già la Costituzione racchiude al suo interno il senso del prendersi cura dell’Italia come bene comune, sia con riferimento agli artt. 4, 9 e 118 ultimo comma sia ai suoi principi generali. È possibile però prendersi cura dei beni comuni soltanto se esiste chi dal punto di vista valoriale condivide queste istanze e se può incidere concretamente con la sua azione: veniamo quindi al concetto di “comunità”.

Da decenni il Touring può contare su alcune migliaia di soci impegnati in modo continuativo che sono espressione di quel volontariato diffuso sopra citato che richiama il senso e gli obiettivi della Convenzione di Faro, ratificata dal nostro Paese lo scorso settembre.

Per Tci sono un riferimento fondamentale per la sua attività, in particolare quando si dice che “il diritto all’eredità culturale è inerente al diritto a partecipare alla vita culturale, così come definito nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo” e che la “conservazione dell’eredità culturale, e il suo uso sostenibile, hanno come obiettivo lo sviluppo umano e la qualità della vita”.

La Convenzione affianca alla definizione di patrimonio culturale una specifica nozione, quella di “comunità di eredità” (heritage community), legando indissolubilmente i due concetti.

L’esempio più numeroso è rappresentato dagli oltre 2.000 Soci Volontari che accolgono i visitatori nei luoghi “Aperti per voi”. In alcune città sono, poi, attivi Club di territorio, ossia la forma con cui il Tci aggrega le “forze volontarie” e le attività locali.

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Il Club di Territorio offre la possibilità di vivere attivamente l’associazione e raccoglie persone appassionate che si impegnano per la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e ambientale locale e per migliorare l’offerta turistica e culturale delle proprie città.

Il Turismo in Italia: Sfide e Opportunità

La crisi del settore, tra quelli più colpiti dalla pandemia, impone una riflessione importante su come assicurare un futuro di sviluppo - e non un semplice ritorno alla situazione pre-Covid, laddove fosse mai possibile - a un’economia che non solo incide (tra contributo diretto e indiretto) per il 13% sul nostro Pil e che occupa il 15% della forza lavoro ma che costituisce anche un volano eccezionale, tra gli altri, per le industrie creative e culturali e per il nostro made in Italy, godendo l’Italia di un’immagine assolutamente positiva e di un’elevata desiderabilità come destinazioni di viaggio.

Certamente le misure di contenimento adottate, che hanno inciso sulla mobilità (anima del turismo), sulle attività commerciali e sulle normali relazioni sociali, hanno costituito un freno fortissimo per il settore, generando una situazione che non si era mai registrata dal Secondo dopoguerra.

I dati provvisori Istat 2020 indicano un calo di presenze nelle strutture ricettive di oltre il 50% - nonostante la ripresa estiva all’insegna del turismo domestico e di prossimità che ha premiato le destinazioni montane e quelle meno note, scelte perché meno affollate e dunque considerate più sicure - e i dati sul fatturato dei servizi suggeriscono che le attività più colpite nel nostro Paese sono proprio quelle turistiche o i comparti direttamente connessi: agenzie di viaggi e tour operator hanno presentato un calo di fatturato del 76% rispetto al 2019, il trasporto aereo del 61%, la ricettività del 55% e la ristorazione del 37%.

Per il futuro prossimo, possiamo introdurre una piccola nota di ottimismo perché, perlomeno il settore dei viaggi, potrà probabilmente contare su fattori che, spesso considerati limiti, costituiscono oggi elementi che possono favorire la ripresa.

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Il Turismo di Prossimità e Esperienziale

Con il turismo di prossimità, cresce anche la voglia di un turismo esperienziale, che non sia solo consumo.

La pandemia ha dato certamente un nuovo impulso al turismo di prossimità, ovvero a un turismo che punta a scoprire o a riscoprire i territori “vicini” come emerge anche dalle ultime ricerche condotte dal nostro Centro Studi sulla community on line del Touring che conta oltre 300mila persone.

Occorre però anche specificare che questa tendenza di breve periodo si inserisce all’interno di un fenomeno più ampio (e precedente a Covid-19) che aveva già visto l’affermarsi di viaggi che puntavano a fruire dei luoghi in modo diverso e a dare valore all’esperienza: il “turismo lento”, ad esempio, che si basa su ritmi più rilassanti, contrapponendosi alla frenesia della vita contemporanea, imperniata sui principi della velocità e dell’istantaneità.

Altro turismo “preesistente” la pandemia e che sta conoscendo un’ampia diffusione è quello “attivo” in cui la componente di pratica sportiva open air, pur non necessariamente agonistica e dunque alla portata di una parte consistente della popolazione, è centrale.

Tutti questi fenomeni rendono il turismo odierno ancora più complesso perché hanno dato origine a una progressiva contaminazione tra tipologie diverse di viaggio: il turismo culturale, per esempio, è sempre più legato ad aspetti enogastronomici, ovvero alla cultura materiale di un territorio.

PNRR e il Futuro del Turismo

Next Generation EU è la più grande opportunità che abbiamo per ripensare l’Italia, anche quella del turismo.

In primo luogo, introducendo programmi di promozione coordinata per far conoscere le mille destinazioni meno note del nostro straordinario Paese, investimenti destinati al turismo lento perché borghi, cammini e percorsi ciclistici diventino prodotti turistici fruibili (a tutti e non solo a nicchie di “esploratori”), quindi integrati con i territori e i loro servizi.

Nelle situazione odierna, in cui le aree interne hanno mostrato una maggior resilienza nei confronti della pandemia, con l’emergere di modelli inediti di organizzazione del lavoro e della società, le aree “ai margini” acquisiscono una nuova centralità su cui puntare: è probabile che un modello di sviluppo che connetta centro e periferia, aree interne con quelle metropolitane possa migliorare la qualità della vita dei residenti (e incentivare un ripopolamento di alcuni territori) dei quali potrebbe avvantaggiarsi anche il turismo che usufruisce di servizi che condivide con chi abita stabilmente quei luoghi.

Ciò significa, conseguentemente, guardare al tema infrastrutturale da un punto di vista più ampio.

Infrastrutture e Accessibilità

Dobbiamo con coraggio riprendere in primo luogo il tema delle grandi infrastrutture e affrontarlo tenendo in considerazione i principi della sostenibilità delle opere: abbiamo bisogno di interventi in questa direzione lavorando in via prioritaria per portare l’alta velocità verso Sud, colmando così un divario oggi inaccettabile, e per riammodernare le dorsali del Paese.

Il tema infrastrutturale riguarda certamente aspetti materiali come gli standard qualitativi da offrire al turista contemporaneo, diventato sempre più esigente, ma ha anche a che fare con un approccio “etico” al settore che deve garantire un’accessibilità totale.

Sono molte, infatti, le persone che esprimono bisogni speciali per fattori anagrafici (come i bambini o gli anziani) o perché presentano una qualche forma di disabilità specifica (sensoriale, motoria o relativa all’alimentazione per esempio). Con la ripartenza, a queste persone ma anche ai loro accompagnatori è nostro dovere poter assicurare esperienze come quella del viaggio.

Politiche e Investimenti Territoriali

In estrema sintesi, dunque, occorre da una parte muoversi a livello nazionale con politiche e programmi che possano mantenere competitivo il nostro Paese su scala europea e globale e dall’altra bisogna favorire investimenti territoriali in grado di mettere a sistema le diverse filiere e gli operatori, ricucendo il tessuto locale sotto diversi punti di vista.

Sta aumentando, spiega il Presidente del Touring Club Italiano, la curiosità da parte dei viaggiatori nei confronti di quei luoghi interessati solo in modo marginale dal turismo di massa.

Il Decreto riaperture è solo il tassello finale. O quello di inzio, per una ripresa del settore turistico che molti attendevano, ma i cui termini stanno andando oltre le più rosee previsioni. Vita lo ha raccontato nel numero di maggio, dedicando la propria cover story a un fenomeno in continua crescita: il turismo di relazione, di prossimità e di comunità. Un fenomeno che sta cambiando "da dentro" il senso dell'esperienza turistica e di viaggio. Ne parliamo con Franco Iseppi, Presidente del Touring Club Italiano.

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