Turismo di Transito: Definizione e Caratteristiche
L’insieme di attività e di servizi a carattere polivalente che si riferiscono al trasferimento temporaneo di persone dalla località di abituale residenza ad altra località per fini di svago, riposo, cultura, curiosità, cura, sport ecc. è noto come turismo.
L'organizzazione del tempo libero è un problema delle società economicamente più avanzate. Per risolverlo si può ricorrere alla ricreazione, che si realizza nella propria abitazione o non lontano da essa, e al turismo, che implica spostamenti a raggio più o meno lungo, compiuti per soddisfare il bisogno di distaccarsi da un modo di vita monotono, e insieme tumultuoso, oppure di conoscere genti e luoghi diversi da quelli di abituale residenza.
L’interesse destato dal turismo in cultori di varie discipline (economia, geografia, sociologia, psicologia sociale, ecologia umana, statistica, urbanistica ecc.) e la sua continua evoluzione hanno determinato il succedersi di varie definizioni, talvolta parzialmente contrastanti fra loro. Infatti, mentre secondo alcuni il turismo consiste in qualsiasi movimento generato da coloro che entrano in un paese straniero, permanendovi almeno 24 ore e trasferendovi denaro altrove introitato, altri, più opportunamente, lo considerano come l’insieme dei rapporti e dei fenomeni che risultano dal viaggio e dal soggiorno di persone non residenti, purché il loro trasferimento, che può avvenire anche all’interno di un determinato paese, non dia luogo a insediamento e non sia legato ad attività lucrative.
Presso alcune civiltà antiche si riscontra qualche tipo di spostamento da parte di persone appartenenti alle classi superiori (per motivi religiosi, di studio, sportivi, di cura termale ecc.), che si avvicina al moderno concetto di viaggio turistico. Durante il Medioevo, oltre ai pellegrinaggi dei cristiani verso i luoghi santi, assunsero importanza quelli dei musulmani verso la Mecca; dopo la fondazione delle prime università, si aggiunsero i viaggi di studiosi e di studenti e quindi quelli degli artisti invitati alle varie corti. È questo il periodo in cui, nei maggiori centri europei, agli alloggi locati da privati e alle foresterie delle istituzioni religiose, comincia ad affiancarsi un’organizzazione ricettiva di tipo alberghiero, la cui esistenza è anche dimostrata dal sorgere di vere e proprie arti.
Nel Rinascimento, mentre nei paesi interessati dalla Riforma scompaiono i pellegrinaggi diretti ai luoghi mariani o ai luoghi dei santi, si manifesta il desiderio di arricchire il proprio spirito con esperienze personali. Dal Cinquecento in poi si hanno molti esempi di viaggi a fini culturali, oltre che per motivi commerciali e militari, testimoniati da attente descrizioni. Alcuni di questi possono essere ricondotti al grand tour, tipo di viaggio che nel 18° e 19° sec. venne di moda per i giovani gentiluomini inglesi, desiderosi di conoscere l’Europa continentale.
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La Rivoluzione industriale e il conseguente affermarsi della civiltà urbana e di nuove più moderne comunicazioni provocarono modificazioni profonde nel turismo. Risale all’Ottocento la prima comparsa, nella letteratura inglese, del termine tourist «turista», che si collega al francese torner (12° sec.) e ai vocaboli da esso derivati.
Un ruolo decisivo per quanto riguarda il coinvolgimento nel turismo di un più consistente numero di persone fu l’avvento della ferrovia e in particolare l’istituzione degli excursion-trains, in Gran Bretagna, verso la metà del 19° secolo. Altri contributi allo sviluppo della mobilità per diporto furono offerti dalla diffusione della bicicletta (dal 1855 in poi) e dell’automobile (ultimo quarto dell’Ottocento). Per un’estensione del turismo dalla élite dotata di mezzi finanziari e, in certi casi, di mezzi di trasporto individuali a una massa sempre più vasta di persone occorre attendere, però, il periodo compreso fra le due guerre mondiali. Solo allora il turismo divenne un’attività sociale, com’è dimostrato dalla nascita, in Italia e in altri paesi, del turismo dopolavoristico, del turismo scolastico e più in generale giovanile, del turismo sportivo, favoriti anche dal diffondersi delle agenzie di viaggio.
Dopo la Seconda guerra mondiale, la generalizzazione, nei paesi economicamente più evoluti, dell’automobile e l’affermazione dei voli transcontinentali e transoceanici hanno permesso di raggiungere agevolmente qualsiasi regione del mondo.
Il complesso fenomeno turistico si articola in tre aspetti o momenti fondamentali: quello attivo, quello della circolazione e quello passivo. Mentre nella definizione del momento della circolazione, cioè quello del trasferimento spaziale del turista, non si riscontrano differenze sostanziali fra i cultori delle diverse discipline interessate allo studio del fenomeno, nell’impiego degli aggettivi attivo e passivo geografi ed economisti si trovano contrapposti. Infatti, mentre per i primi il momento attivo corrisponde all’istante in cui il potenziale turista decide di partire dal luogo di abituale residenza, sulla base di un impulso di carattere psicologico, per gli altri il momento dell’irradiazione è considerato passivo, in quanto il luogo di residenza subisce una perdita netta per effetto del trasferimento spaziale di redditi prodotti in loco. Di contro, il momento che i geografi definiscono passivo perché l’attrezzatura ricettiva della meta prescelta deve sopportare la domanda del soggetto di cui sopra, ormai divenuto turista, è considerato attivo dagli economisti, in quanto la meta medesima si avvantaggia ricevendo redditi altrove prodotti.
Si collegano a questo schema le prime classificazioni tipologiche del turismo, i concetti di centro turistico e di regione turistica, le valutazioni delle interdipendenze fra turismo e altri fenomeni con esso coesistenti. Solo dagli anni 1960, dopo il tentativo di applicazione al turismo.
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Il confine fra turismo proprio che si realizza per diporto e/o per motivi culturali, e turismo improprio, che si realizza per altri motivi, risulta tutt’altro che netto. I motivi di questa incertezza sono dovuti alla mancanza, nelle rilevazioni ufficiali, di qualsiasi distinzione; al fatto che sia i turisti ‘propri’ sia quelli ‘impropri’ si avvalgono di solito delle stesse organizzazioni di viaggi, di analoghe attrezzature ricettive e dei medesimi servizi complementari; che, spesso, anche i turisti impropri, una volta raggiunta la meta, destinano una parte del tempo disponibile al diporto; che i vantaggi apportati, in termini reddituali, alla meta turistica sono, nei due casi, identici.
In ogni modo, il turismo proprio può essere distinto in tipi secondo vari criteri:
- motivazioni (o impulsi) alla base dello spostamento dal luogo di abituale residenza;
- caratteristiche temporali, cioè la durata e il periodo della settimana o dell’anno in cui lo spostamento viene attuato;
- categorie dei soggetti interessati e interdipendenti modalità di organizzazione dello spostamento;
- posizione geografica della meta o delle mete prescelte rispetto ai luoghi di partenza;
- modi in cui avviene lo spostamento e mezzi di trasporto impiegati;
- caratteristiche delle attrezzature ricettive utilizzate.
Tenendo conto degli impulsi che sono alla base di un viaggio turistico in senso proprio si possono distinguere vari tipi di turismo: naturalistico, balneare, lacuale, rurale, sportivo, culturale, religioso, enogastronomico ecc., che trovano corrispondenza nelle ‘vocazioni’ dei vari luoghi turistici. Nell’elenco possono essere inclusi anche i viaggi di ritorno nei luoghi d’origine degli emigrati, i viaggi di nozze, il turismo industriale (attivato dalle aziende che consentono la visita agli stabilimenti), il turismo commerciale (attivato dalle fiere e dai mercati nei confronti di chi pure non è interessato agli affari), il turismo di esplorazione (che mira alla scoperta di realtà alla moda, anche lontane), il turismo ludico (imperniato sui grandi parchi di divertimento).
In base alla durata, si distingue un turismo di breve periodo (con un massimo di quattro pernottamenti) dalla vera e propria vacanza (cinque o più pernottamenti). In particolare, quando il numero dei pernottamenti si allunga, si parla di turismo di soggiorno o stanziale. Considerando la natura dei giorni utilizzati, si contrappone un turismo feriale a un turismo festivo. Tenendo conto delle stagioni in cui si svolge, si distinguono un turismo estivo, un turismo invernale, un turismo delle stagioni intermedie. In stretta connessione con il distribuirsi del movimento nell’anno solare, si può accertare, per ciascun luogo turistico, una tipica stagionalità, che ha forti implicazioni di carattere economico-finanziario, riflettendosi soprattutto sui costi fissi. In relazione con questa, le tariffe dei servizi di pernottamento e di ristoro sono spesso differenziate in base alla alta, media e bassa stagione.
In stretto rapporto con l’accresciuta velocità degli spostamenti è il turismo di transito, che comporta una sosta massima, nel centro ricettivo, di uno-due giorni. I viaggi compiuti dal singolo individuo, o da questi con la propria famiglia o con un limitato numero di persone amiche, sono manifestazioni del turismo individuale, solitamente (ma esistono eccezioni) autorganizzato, perché l’interessato sceglie autonomamente gli itinerari, i mezzi di trasporto e le attrezzature di cui servirsi. Questo tipo di turismo si contrappone, perciò, al turismo collettivo, o di gruppo, solitamente organizzato da parte di speciali agenzie. Talvolta viaggi a fini d’incentivo sono anche programmati da aziende industriali o di servizi, per gratificare i propri concessionari, rappresentanti, dipendenti.
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Tenendo conto, poi, del livello reddituale e culturale delle categorie di persone che attivano i flussi turistici, si contrappone un turismo elitario a un turismo di massa, mentre per turismo sociale s’intende quel tipo di turismo in cui, attraverso un’adeguata politica dei prezzi (talvolta non perseguendo lucro), si realizzano intenti sociali, o in cui i partecipanti appartengono a strati di popolazione economicamente debole e perciò alla ricerca di un turismo agevolato o assistito. In rapporto con la seconda definizione, nel turismo sociale rientrano il turismo giovanile, e in particolare quello scolastico, il turismo della terza età, il turismo dei portatori di handicap, il turismo.
Fra i tipi principali del turismo improprio sono il turismo per motivi di salute, il turismo congressuale e seminariale, il turismo d’affari, di servizio e doganale, il turismo diplomatico, mentre il turismo per motivi di famiglia assume connotazioni diverse, potendosi configurare come una manifestazione sia del turismo proprio, sia di quello improprio; così pure il turismo per motivi di studio, che può intendersi sia come una forma di turismo culturale, sia come un fenomeno simile al turismo congressuale.
Ulteriori tipi di turismo improprio sono il turismo d’affari e il turismo di servizio, attivati da chi lascia la propria residenza per esercitare un’attività professionale, traendo nel luogo di soggiorno un reddito maggiore di quello che spende con i suoi consumi. Un sottotipo del turismo d’affari può essere considerato il turismo doganale, che si manifesta in alcune regioni confinarie per sfruttare le differenze di prezzo delle merci che si registrano fra paesi contermini. Un fenomeno a sé è costituito, invece, dal turismo.
Il momento della circolazione, cioè quello dello spostamento dal luogo di abituale residenza, è fondamentale sia nel turismo proprio, sia in quello improprio. Esso può assumere due forme diverse: quella del trasferimento, quando non si effettuano soste intermedie e il reddito predestinato viene totalmente speso nella meta prescelta; quella dello scorrimento, quando invece si effettuano soste intermedie, con conseguente disseminazione del reddito nei luoghi di sosta. Dal primo punto di vista si possono distinguere almeno tre grandi tipi di turismo: terrestre, marittimo e aereo. Sotto il secondo punto di vista, un’altra dozzina di tipi: a piedi, a cavallo, in bicicletta, in motociclo, in automobile o con mezzi a essa assimilabili (turismo automobilistico, tipicamente itinerante), in treno (turismo ferroviario, promosso con speciali facilitazioni tariffarie), in barca o con mezzi a essa assimilabili (turismo nautico), in nave (turismo navale, un sottotipo del quale è il turismo croceristico, tipicamente di circuito), in elicottero (eliturismo), in aereo (turismo aereo).
Alla decisione di fare turismo e di scegliere l’una o l’altra meta, insieme alle disponibilità reddituali, contribuisce l’informazione. Questa proviene dalle guide e dalle carte turistiche, dai pieghevoli pubblicitari, dai mass media, e oggi soprattutto da Internet, dove, oltre a una consistente messe d’informazioni su storia e attrattive delle località turistiche, modalità di spostamento, opportunità di soggiorno, si possono trovare numerosi portali dedicati all’organizzazione di viaggi e alla ricerca di servizi turistici. Nella promozione del turismo.
In relazione con la posizione delle mete rispetto alle aree di irradiazione, si distingue un turismo interno da un turismo straniero. L’espressione turismo.
I centri turistici specializzati o monofunzionali presentano dotazioni diverse, dal punto di vista delle attrezzature, a seconda del motivo di attrazione che li individua. Ancor più complessa è la struttura dei centri polifunzionali, poiché essa dipende dalla particolare combinazione dei motivi di attrazione che caratterizza i centri stessi. Analoghe osservazioni possono riservarsi per le regioni turistiche, tratti di territorio più o meno estesi, comprendenti luoghi fra loro simili dal punto di vista delle attrattive e spesso contraddistinti da unitarietà di paesaggio. In alcuni casi le regioni turistiche, sviluppatesi disordinatamente o non del tutto affermate, sono soggette a interventi pianificatori e perciò definite comprensori turistici.
Nei centri turistici, ma non esclusivamente in questi, si concentrano le attrezzature per il pernottamento (ricettive), per la ristorazione (pararicettive) e di supporto alle precedenti (complementari). Le attrezzature ricettive si distinguono in alberghiere ed extralberghiere (campeggi, villaggi turistici, ostelli della gioventù, rifugi, case e appartamenti in locazione, colonie, bed and breakfast ecc.); fra le attrezzature pararicettive sono inclusi vari tipi di esercizi per la ristorazione, mentre fra le attrezzature complementari, rivolte al soddisfacimento dei bisogni di svago dei turisti, si distinguono alcune tipologie comuni a più forme di turismo.
Sia i flussi in irradiazione sia quelli in circolazione sono solitamente accertati tramite stime. Rilevazioni complete (a parte le distorsioni derivanti dall’evasione fiscale) sono invece disponibili riguardo al movimento turistico che si registra negli esercizi ricettivi (alberghieri ed extralberghieri). Le unità di misura sono costituite dagli arrivi (ospiti registrati all’atto dell’ingresso) e dalle presenze (o pernottamenti, accertabili solo dopo la partenza). Come il numero dei posti-letto può consentire la gerarchizzazione di determinati centri o di determinate aree sotto il profilo strutturale (dell’offerta), il numero delle presenze può consentire di graduarli so...
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