Turismo Incoming in Italia: Definizione, Statistiche e Tendenze
Il turismo incoming rappresenta un settore chiave per l'economia italiana, attrarre visitatori da tutto il mondo genera un impatto significativo sul PIL e sullo sviluppo locale. Ma che cos’è nello specifico il turismo incoming? Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT), il turismo incoming comprende tutti i non residenti che si recano in una determinata regione per divertirsi o svolgere un’attività specifica. In parole povere, il turismo inbound si riferisce ai visitatori che una specifica località riceve da un’altra località.
Definizione e Importanza del Turismo Incoming
Innanzitutto, comprende le attività svolte dal visitatore in un dato spazio. Solitamente, il termine incoming è accostato ai tour operator esteri che hanno bisogno di servizi su misura in Italia. Non è un caso infatti se, in media, i turisti in entrata spendono di più dei turisti nazionali contribuendo a stimolare l’economia del Paese ospitante. Proprio per questo motivo, i turisti stranieri sono spesso i benvenuti. In questo senso, avere un mercato del turismo in entrata che attrae turisti da diverse destinazioni può aiutare a minimizzare i rischi e a diversificare le entrate.
Tra i Paesi leader nel turismo in entrata e in uscita ci sono, ai primi posti, Francia, Spagna, Stati Uniti e Cina. Per dare un’idea, tra il 1950 e il 1980 il numero di arrivi di turisti stranieri nel mondo, secondo l’OMT, è passato da 25 milioni a 278 milioni.
Analisi Statistica del Turismo Incoming in Italia
Tuttavia, a fini di una lettura “critica” dei dati, è importante sottolineare come in termini assoluti il turismo inbound nostrano stia registrando da diversi anni un trend positivo, certificato, tra gli altri, dall’Indagine sul Turismo Internazionale condotta da Pragma per conto di Banca d’Italia. Dal 1996 la Banca d'Italia realizza un'indagine campionaria sul turismo internazionale con l'obiettivo primario di acquisire informazioni per la compilazione sia della voce "Viaggi" (che include i beni e i servizi acquistati da persone fisiche in paesi in cui non sono residenti, in relazione a viaggi in tali paesi), sia della voce "Trasporti internazionali di passeggeri" della bilancia dei pagamenti dell'Italia, in linea con le convenzioni metodologiche previste dal sesto manuale del FMI (BPM6).
Anche nella media dei tre mesi terminanti in aprile 2025 l'incremento delle entrate rispetto allo stesso periodo del 2024 è stato significativamente superiore a quello delle uscite (rispettivamente 8,5 e 4,1 per cento; Fig. 1). La spesa in Italia dei viaggiatori provenienti dai paesi extra-UE è cresciuta più del doppio di quella dei turisti della UE (rispettivamente 12,5 e 4,8 per cento; Fig. 2, pannello di sinistra). Al contrario, la spesa degli italiani all'estero è aumentata maggiormente nelle destinazioni UE (5,6 per cento contro il 3,0 nei paesi extra-UE; Fig. Fig. Fig.
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Siamo, anzitutto, un paese decisamente “europa-centrico” sul piano della georeferenziazione degli arrivi: dall’Europa proviene la maggioranza assoluta dei viaggiatori stranieri (ben l’85% nel 2013) e dei relativi volumi di spesa (69% nel 2013). Seguono, a notevole distanza, l’America (9% di viaggiatori, 19% di spesa), l’Asia (4% di viaggiatori, 8% di spesa), l’Oceania e l’Africa (2% di viaggiatori, 4% di spesa). Il Mezzogiorno assorbe solo l’8% degli arrivi, contro il 23% del Centro e il 69% del Nord.
Abitudini di Consumo dei Viaggiatori Stranieri
Per quanto riguarda le abitudini di consumo dei viaggiatori stranieri in Italia, i ristoranti e le strutture ricettive attraggono quasi il 50% delle spese a destinazione (49,6%), seguiti da moda e accessori (12,2%) che catalizzano in particolare la spesa di una nicchia ad alto potenziale economico rappresentata dai viaggiatori della Penisola Araba (30,6% del loro budget) e del Sud-Est Asiatico (30%).
Opportunità e Sfide
Rispetto alla domanda estera, il graduale spostamento del baricentro del turismo internazionale dal Continente Europeo a quello Asiatico, che secondo le previsioni dell'UNWTO dovrebbe perdurare e accentuarsi nei prossimi anni, rappresenta una grande opportunità per l'Italia. La spesa media dei viaggiatori stranieri in arrivo dall'Asia è, infatti, di 1.200 euro - il triplo rispetto al dato complessivo (la differenza è in massima parte riconducibile alla più alta frequenza di arrivi con pernottamento, al più alto numero di giorni medi di permanenza, alla più bassa percentuale di viaggi per lavoro e/o motivi personali), per cui un incremento dei flussi inbound dall'Asia nell'ordine delle 500mila unità (dagli attuali 2,3 a 2,8 milioni di viaggiatori/anno) si tradurrebbe in maggiori introiti per oltre 600milioni di euro. Analogo effetto moltiplicatore verrebbe generato da politiche di destagionalizzare dei flussi inbound (ad un incremento medio mensile del 5% di arrivi stranieri oltre la stagione estiva corrisponderebbe, infatti, un aumento su base annua di 2,5 milioni di presenze e 1 miliardo di euro di spesa) e/o che ne favoriscano la permanenza per un numero maggiore di giorni (il dato medio su base annua risente della più alta stagionalità che caratterizza gli arrivi di italiani e stranieri nelle strutture ricettive italiane, per es.
Come la domanda estera, anche l'offerta interna è, tuttavia, caratterizzata da "potenzialità inespresse", legate all'incapacità di valorizzare al meglio le immense risorse turistiche a nostra disposizione e il vantaggio che ne consegue rispetto ai principali competitor internazionali. Rispetto all’offerta interna, l'Italia ha tutte le carte in regola per affermare la propria leadership internazionale per capacità di attrazione turistica:i nostri assets culturali, paesaggistici, storici e naturalistici sono ineguagliabili, come certificano, tra gli altri, il primato assoluto per numero di siti UNESCO (50 "luoghi protetti" contro i 45 della Cina e i 44 della Spagna) e la presenza costante di località italiane nelle classifiche delle migliori mete turistiche stilata da riviste e siti specializzati (Lonely Planet, National Geographic, Trip Advisor, Condé Nast).
Al di là dei vantaggi, c’è da considerare anche l’altro lato della medaglia. Il principale svantaggio del turismo inbound è che la destinazione purtroppo è quasi sempre in balia della rete di trasporti. Ad esempio, i turisti che si recano a Dubai spesso non conoscono le pratiche culturali musulmane. Di conseguenza, è frequente che la popolazione locale si senta offesa dal comportamento del turista. Infine, quando viaggiamo all’estero, tendiamo a prenotare in largo anticipo rispetto a un viaggio nazionale.
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Il Ruolo delle Istituzioni
Il Ministero del Turismo è membro del Sistema statistico nazionale (SISTAN) come previsto dall’articolo 3 del decreto legislativo 6 settembre 1989, n. 322. Diverse istituzioni contribuiscono al monitoraggio e all'analisi del turismo in Italia:
- ISTAT: L’Istituto Nazionale di Statistica propone un quadro delle statistiche ufficiali sul turismo e del contesto internazionale in cui si collocano.
- BANCA D’ITALIA: La Banca d’Italia svolge un’ampia attività di analisi e ricerca in campo economico, giuridico e statistico.
- EUROSTAT: Eurostat è l’ufficio statistico dell’Unione Europea che raccoglie ed elabora a fini statistici i dati raccolti e trasmessi dagli Stati membri dell’Unione Europea.
- EU TOURISM DASHBOARD: La Dashboard dell’UE sul turismo è uno strumento sviluppato dalla Commissione europea, volto a promuovere e monitorare le transizioni verdi e digitali.
- UNWTO: L’Organizzazione Mondiale del Turismo è l’agenzia specializzata delle Nazioni Unite incaricata di promuovere un turismo responsabile, sostenibile e universalmente accessibile.
“Questi numeri certificano l’alto valore strategico dei pagamenti digitali dei turisti esteri che contribuiscono in maniera rilevante al benessere del comparto e al PIL dell’intera Nazione. Importante sottolineare la costante diminuzione della stagionalità della spesa turistica, nella totalità del territorio italiano, segno che l’Italia è una meta capace di generare ricchezza durante tutto l’anno, e non solo nei mesi canonici”, ha dichiarato il ministro.
“In questa prima edizione del Rapporto Nexi, abbiamo messo a disposizione del Ministero del Turismo e del suo Osservatorio Nazionale del Turismo il nostro know-how e la profonda conoscenza dei comportamenti dei consumatori, con l’obiettivo di supportare il Paese nella costruzione di uno strumento strategico per l’analisi, il monitoraggio e la comprensione delle dinamiche economiche e sociali del settore turistico in Italia.
“Questi dati e insight sono rilevanti sia per i policy maker a livello centrale, regionale e locale, che per le imprese e per tutti gli attori della filiera, perché ci consentono di avere un quadro conoscitivo, soprattutto in termini di spesa e di scelte di acquisto da parte del viaggiatori internazionali, fondamentale per poter assumere decisioni appropriate”, ha commentato il Presidente dell’Osservatorio Nazionale del Turismo, Prof. Magda Antonioli. “L’ONT, ora a regime, svolge un ruolo importante, non soltanto di collettore di informazioni preziose e tempestive, ma anche di facilitatore di una lettura proattiva del fenomeno. Un passaggio fondamentale per la governance, la promozione e le scelte aziendali, e particolarmente utile in momenti di volatilità dei mercati.
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